Speciale P.K.Dick – "Tempo fuor di sesto" (Time Out of Joint, 1959)

SpecialePhilipDick[11]Tempo fuori sestoQuesto romanzo è noto in Italia anche con altri titoli, come Il tempo si è spezzato (così apparve la prima volta in assoluto nel nostro paese nel 1959, lo stesso anno in cui venne pubblicato negli Stati Uniti), L’uomo dei giochi a premio (così uscì su Urania), Tempo fuori luogo (questo il titolo dell’edizione Sellerio). Io preferisco il titolo dell’edizione Fanucci del 2003, quella curata da Carlo Pagetti e tradotta da Anna Martini, l’unica ancora in stampa.

Dick ha scritto tanti romanzi, e ne ho commentati non pochi, ma questo per me è qualcosa di speciale. Come è speciale il Millemondi Urania del 1975 nel quale, oltre a L’uomo dei giochi a premio, comparivano La città sostituita e Cronache del dopobomba; fu allora che per me Dick divenne un autore diverso da tutti gli altri. Allora non sapevo ancora tante cose di questo romanzo, come per esempio che il titolo originale (Time Out of Joint) era stato preso da un verso dell’Amleto di Shakespeare col quale il principe danese, scoperto il marcio che c’è nella corte di Elsinore, medita sulla gravità del compito che lo attende; né che, a differenza di tutte le opere precedenti di Dick, questo non era stato pubblicato da una casa editrice di fantascienza, ma da un editore generalista, Lippincott; che si trattava del primo serio tentativo dello scrittore californiano di evadere dal ghetto di un genere poco rispettato e malpagato.

Lo si avverte leggendolo, perché sicuramente la prosa è assai più curata che in romanzi precedenti (e anche successivi); e poi all’inizio tutto è normale, la vita nella periferia di una banalissima e anonima cittadina americana di provincia di gente piuttosto grigia, tra i quali stona Ragle Gumm, un reduce della seconda guerra mondiale che invece di essersi trovato un lavoro e fatto una famiglia, vive a casa della sorella e del cognato, e si guadagna da vivere coi premi di un concorso pubblicato quotidianamente dal giornale locale. Il gioco dove Ragle eccelle è una cosa poco seria, che si chiama Dove si troverà l’omino verde? Il titolo allude alla fantascienza dei B-movie degli anni Cinquanta, ai pulp novel coi quali Dick s’era cimentato per tutto quel decennio; ma anche alla pistola a raggi con cui gioca il nipotino di Ragle, Sammy. Potrebbe essere un romanzo di Richard Yates, un bestseller sulla vita nei suburb americani, come il celebre Peyton Place, un posto dove al massimo ci sono storie di corna ed esaurimenti di casalinghe insoddisfatte, o grige tragedie di falliti a vita…

Time Out of JointPerò il gioco cui si dedica Ragle non è semplicissimo; si deve individuare in una mappa di 1.208 quadratini, sulla base di frasi sibilline, quello giusto in cui l’extraterrestre potrebbe atterrare. Ragle è da tre anni campione indiscusso del gioco, grazie all’archivio dove conserva tutti i risultati delle precedenti puntate del gioco, a un complicato sistema di diagrammi che ha elaborato nel corso del tempo, ma soprattutto alla sua capacità quasi paranormale di poter seguire la configurazione e il disegno degli eventi. E nel suo piccolo è una celebrità, almeno in città: tutti lo conoscono e lo ammirano, per cui tra lui e la redazione del giornale intercorrono condizioni speciali; a differenza degli altri giocatori, può spedire più soluzioni, in ordine di probabilità.

Ragle, in verità, è stanco della vita che conduce, stressato dall’impegno quotidiano a vincere il premio; corteggia svogliatamente June Black, la giovane moglie del vicino di casa, dai capelli neri e assai avvenente, ma non proprio dalla personalità profonda e affascinante; e sotto sotto si sente un fallito senz’arte né parte. Ancora una volta, pare proprio un romanzo realistico sulla vita nei nuovi quartieri residenziali di villette tutte uguali che negli Stati Uniti si stanno costruendo a ritmi industriali.

Ma la vita tranquilla di Ragle lo è solo in apparenza; perché senza che nessuno lo sappia, soffre di allucinazioni, durante le quali scompaiono oggetti ed edifici, e al loro posto rimangono bigliettini di carta recanti il nome delle cose svanite: “Chiosco delle bibite”, “Autostrada”, “Porta” che lui raccoglie. Il piccolo Sammy gli procura bigliettini con altri nomi che ha trovato in giro, poi un elenco telefonico con numeri inesistenti, riviste con in copertina una famosa quanto a loro sconosciuta Marilyn Monroe.

Nel frattempo il signor Lowery, l’inviato del concorso, e Bill Black, il marito di June, sembrano saperla troppo lunga su quel che succede realmente e Sammy – in un mondo curiosamente privo di radio – ha appena ripristinato una vera e propria radio a galena con cui intercetta strani segnali. Ragle e Vic si rendono conto che la realtà nella quale stanno vivendo ha qualcosa di strano e decidono di investigare, e le note stonate sono sempre di più.

Time Out of Joint Tom StimpsonVa bene, s’è capito che le cose non sono quello che sembrano; ma cosa sono, in verità? E soprattutto, chi è Ragle Gumm? Scoprirlo non è affatto semplice: quel che si nasconde dietro una realtà in apparenza banale e ordinaria è confuso, contraddittorio, incomprensibile. Un mondo visto per enigmi, come in uno specchio oscuro…

Tempo fuor di sesto è il primo grande romanzo di Dick. Carlo Pagetti l’ha letto come una riscrittura dell’Amleto; Claudio Asciuti l’ha interpretato come un’interrogazione filosofica ancora indebitata con concezioni tradizionali, “da quella greco-platonico a quella, come in questo caso, empiristico-berkeleiana” – ancora distante dai deliri allucinati di Palmer Eldritch o dalle teogonie eretiche di VALIS. Ma è già l’opera di uno scrittore maturo, che letta e riletta non perde un’oncia di smalto. Già un classico contemporaneo, che si tramuterà nel Truman Show di Peter Weir e in molti altri film che, come questo, guardano a Dick senza dirlo esplicitamente. Ma noi sappiamo riconoscere benissimo l’omino verde…

(Una piccola considerazione assai personale: a tutti quelli che ancora lo chiamano, protervamente, L’uomo dei giochi a premio, ricordo che questo titolo probabilmente è una trovata di Fruttero & Lucentini; ma Shakespeare ovviamente vince a mani basse. Ubi maior minor cessat.)

Umberto Rossi

Philip K. DickL’AUTORE

Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense. La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982 liberamente ispirato a un suo romanzo. In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

Nato a Chicago, con la sorella gemella Jane, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un’infanzia e un’adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita (Dick le rimase sempre legato, e decise di essere seppellito accanto a lei); dopo il trasferimento in California, frequentò l’Università di Berkeley, ma non concluse gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo(per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all’epoca obbligatorio), che lo portarono ad avere problemi col maccartismo di quegli anni. Iniziò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre ’48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se è possibile che abbia scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. Sicuramente la nascita della sua conoscenza e del suo amore per la musica classica precedette gli anni in cui lavorò come commesso nel negozio di dischi.

L’incontro con la fantascienza avvenne, forse per caso, e forse nel 1949 (ma il suo primo racconto, “Stability” Stabilità, pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica ne acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista Planet Stories. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. In questo periodo pubblicò i primi romanzi e una notevole quantità di racconti. Il matrimonio con Kleo andò in crisi quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l’ambientazione di diverse opere (tra tutte Cronache del dopobomba). Lì conobbe Anne Williams Rubinstein, che diventò la sua terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all’ottobre 1965). Era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativamainstream. Ma Dick visse ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Il fallimento come “nuovo” autore fu la goccia; il matrimonio andò a pezzi, Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965, e Dick si trasferì a San Francisco.

Dick assumeva anfetamina fin dai primi anni Cinquanta, sostanza che gli era stata prescritta dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l’anfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui lo scrittore soffriva occasionalmente. Man mano Dick sviluppò una vera e propria tossicodipendenza dalla sostanza, che lo agevolava nella stesura delle sue opere. L’abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni Sessanta, proprio mentre l’autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (Il cacciatore di androidi e Ubik). La rottura con la quarta moglie, Nancy Hackett (sposata dal 6 luglio 1966 al 1972), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett ) (15 marzo 1967), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick alla deriva; lo scrittore si trovò a vivere in una casa di sbandati, e la situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un’effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell’FBI; a tutt’oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l’esperienza canadese fu però un fallimento, dovuto al consumo eccessivo di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero pertossicodipendenti, la X-Kalay, un’esperienza breve che però lo aiutò chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni risalenti al suo percorso esistenziale di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo Un oscuro scrutare. Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all’incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick iniziò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un’esperienza mistica, Dick prese a scrivere l’Esegesi, una vasta raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico a partire dai quali scrisse la celebre Trilogia di Valis, punto d’arrivo della sua esperienza letteraria.

Morì a Santa Ana, in California, per collasso cardiaco, nel 1982, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano a dargli per la prima volta una certa sicurezza economica, e mentre era in lavorazione il primo film basato su una delle sue storie: Blade Runner, di Ridley Scott, che Dick non poté vedere completato, anche se riuscì a visitarne il set. (Biografia tratta da Wikipedia)

2 Risposte a “Speciale P.K.Dick – "Tempo fuor di sesto" (Time Out of Joint, 1959)”

  1. Mi dispiace dirlo ma il libro non mi è piaciuto. Si vede che è la sua prima grande opera. Un buon inizio, un ottimo sviluppo e una conclusione priva di mordente. Le motivazioni dei marziani non sono abbastanza credibili .

  2. Posso dire che è uno dei casi in cui il film supera il libro? Non peril romanzo, che ho apprezzato, ma per la grandezza del film di Weir, uno dei miei preferiti in assoluto.

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