Speciale P.K.Dick – “Il Dottor Futuro” (Dr. Futurity, 1960)

SpecialePhilipDick[11]sPECIALE Pkducl229Quando si chiede agli appassionati di Dick qual è il suo peggior romanzo, le risposte sono sempre due: Vulcano 3 e Dottor Futuro. Effettivamente sono due ciambelle uscite senza il buco. Il secondo, che originariamente era intitolato Dr. Futurity, venne pubblicato in Italia solo tre anni dopo (su Galassia). A tutti gli effetti è l’espansione del racconto lungo “Time Pawn” del 1954, uscito su Thrilling Wonder Stories, quindi evidentemente qualcosa che Dick aveva tirato giù in fretta e furia per di più in un periodo in cui era intento a scrivere ben altri romanzi (come L’uomo nell’alto castello e Noi marziani, più le opere realistiche. A parziale discolpa del nostro, va detto che un editore gli propose di ampliare la novelette già uscita, e Dick non seppe o non poté dire di no.

Un medico del 22° secolo, Jim Parsons, viene rapito grazie a una macchina del tempo e trasportato nel 2405 non si sa bene da chi. Qui si trova a prestare le proprie cure a un’anziana donna, ma lo fa in un futuro dove il numero della popolazione è fisso, si può avere una nascita solo se qualcuno passa a miglior vita, e le cure mediche sono illegali. Inoltre, chi domina il mondo non sono i bianchi ma i neri e i nativi americani (o indiani che dir si voglia), perché i bianchi sono stati sterminati in una guerra mondiale.

Parsons insomma s’è messo nei guai, viene arrestato ed esiliato su Marte, anche e soprattutto perché non è sterilizzato. Ma mentre lo portano sul pianeta rosso l’astronave viene dirottata, e il medico riportato sulla Terra, a curare un capo tribale irochese, Corith, ucciso da una freccia. L’avanzata scienza medica del 2112 (anno da cui proviene Parsons) permette al medico di resuscitare il capo morto, ma appena ultimato l’intervento chirurgico, la freccia riappare miracolosamente.

DRFTRTDTKW1979A questo punto il disorientato Parsons (e insieme a lui i lettori) ha diritto a una spiegazione: Corith è stato assassinato nel passato, un passato piuttosto remoto: si era recato nel XVI secolo col preciso scopo di eliminare il navigatore, esploratore e corsaro inglese Sir Francis Drake. L’idea alla base della missione è che la morte di Drake avrebbe impedito la colonizzazione europea del Nordamerica, il genocidio dei nativi americani (leggi “indiani”), la deportazione degli schiavi dall’Africa, insomma, una ricca serie di nefandezze. Ma qualcuno lo ha ucciso prima che potesse portare a compimento la sua missione…

A questo punto Parsons e i membri del clan di Corith decidono di tornare indietro nel tempo e assistere all’uccisione del capo indiano per capirci qualcosa. Il medico scopre così che Drake altri non è che Stenog, uno dei capi del futuro governo nero-rosso. Evidentemente è in corso un elaborato complotto che si snoda nel tempo e nello spazio, discretamente intricato, secondo alcuni commentatori inutilmente complicato. Parsons tenta di mettere in guardia Corith, ma nel tentativo si trova con suo sommo sconforto ad essere responsabile dell’uccisione del capo indiano…

Le storie di viaggio nel tempo sono sempre virtuosistiche. Si tratta di elaborare trame mostruosamente involute in cui uno scopre di essere suo nonno, o di non essere mai nato. Dick ha scritto una delle più belle, “Noi temponauti”, ma ha avuto il buon senso di limitarla alla lunghezza di un racconto. Quando però scrisse Dottor Futuro evidentemente non padroneggiava ancora gli strumenti dello scrittore di fantascienza con sufficiente perizia da capire quale fosse il limite.

Sicuramente resta la curiosità di un Dick che nel “lontano” 1959 è alle prese con temi tutt’altro che remoti: l’eurocentrismo, il colonialismo, il razzismo, il fardello dell’uomo bianco e la sfiga dei popoli di pelle più o meno scura. A quell’epoca la questione del postcolonialismo non era ancora in auge, per cui Phil non si rese del tutto conto di quale baratro avrebbe potuto spalancare.

Peccato.

(E per gli appassionati di televisione: ebbene sì, è da questo romanzo che Sergio Fanucci ha preso il titolo del suo programma televisivo sulla fantascienza ospitato anni fa da TMC/La Sette).

Umberto Rossi

Philip K. DickL’AUTORE

Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense. La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982 liberamente ispirato a un suo romanzo. In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

Nato a Chicago, con la sorella gemella Jane, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un’infanzia e un’adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita (Dick le rimase sempre legato, e decise di essere seppellito accanto a lei); dopo il trasferimento in California, frequentò l’Università di Berkeley, ma non concluse gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo(per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all’epoca obbligatorio), che lo portarono ad avere problemi col maccartismo di quegli anni. Iniziò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre ’48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se è possibile che abbia scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. Sicuramente la nascita della sua conoscenza e del suo amore per la musica classica precedette gli anni in cui lavorò come commesso nel negozio di dischi.

L’incontro con la fantascienza avvenne, forse per caso, e forse nel 1949 (ma il suo primo racconto, “Stability” Stabilità, pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica ne acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista Planet Stories. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. In questo periodo pubblicò i primi romanzi e una notevole quantità di racconti. Il matrimonio con Kleo andò in crisi quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l’ambientazione di diverse opere (tra tutte Cronache del dopobomba). Lì conobbe Anne Williams Rubinstein, che diventò la sua terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all’ottobre 1965). Era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativamainstream. Ma Dick visse ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Il fallimento come “nuovo” autore fu la goccia; il matrimonio andò a pezzi, Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965, e Dick si trasferì a San Francisco.

Dick assumeva anfetamina fin dai primi anni Cinquanta, sostanza che gli era stata prescritta dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l’anfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui lo scrittore soffriva occasionalmente. Man mano Dick sviluppò una vera e propria tossicodipendenza dalla sostanza, che lo agevolava nella stesura delle sue opere. L’abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni Sessanta, proprio mentre l’autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (Il cacciatore di androidi e Ubik). La rottura con la quarta moglie, Nancy Hackett (sposata dal 6 luglio 1966 al 1972), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett ) (15 marzo 1967), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick alla deriva; lo scrittore si trovò a vivere in una casa di sbandati, e la situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un’effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell’FBI; a tutt’oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l’esperienza canadese fu però un fallimento, dovuto al consumo eccessivo di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero pertossicodipendenti, la X-Kalay, un’esperienza breve che però lo aiutò chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni risalenti al suo percorso esistenziale di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo Un oscuro scrutare. Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all’incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick iniziò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un’esperienza mistica, Dick prese a scrivere l’Esegesi, una vasta raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico a partire dai quali scrisse la celebre Trilogia di Valis, punto d’arrivo della sua esperienza letteraria.

Morì a Santa Ana, in California, per collasso cardiaco, nel 1982, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano a dargli per la prima volta una certa sicurezza economica, e mentre era in lavorazione il primo film basato su una delle sue storie: Blade Runner, di Ridley Scott, che Dick non poté vedere completato, anche se riuscì a visitarne il set. (Biografia tratta da Wikipedia)