Recensione: “Se le stelle fossero dei” (If the Stars Are Gods, 1977) di Gregory Benford e Gordon Eklund

Articolo di Massimo Lucianiuc168Bradley Reynolds ha già esperienza con missioni spaziali con scopi scientifici tra cui la ricerca di forme di vita aliene nel sistema solare. L’arrivo dallo spazio profondo di un’astronave aliena lo costringe a una missione diversa perché deve comprendere il modo di pensare di esseri che pensano che le stelle siano divinità e ci parlano.

Dopo quell’esperienza, Bradley Reynolds si ritira a vita privata ma dopo molti anni viene richiamato quando viene captato un messaggio alieno. La ricerca del significato di quel messaggio lo porta a dirigere una stazione spaziale in orbita attorno a Giove in una situazione resa complessa anche da ciò che avviene sulla Terra.

Titolo: Se le stelle fossero Dei | Autori: Gregory Benford e Gordon Eklund | Titolo originale: If the Stars Are Gods, 1977 | Per tutte le edizioni del romanzo clicca QUI

Il romanzo “Se le stelle fossero Dei” (If the Stars Are Gods) di Gregory Benford e Gordon Eklund è stato pubblicato per la prima volta nel 1977. È formato dall’unione di una serie di racconti pubblicati nel corso degli anni precedenti. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 1168 di “Urania”, nel n. 305 dei “Classici Urania” e nel n. 168 di “Urania Collezione” nella traduzione di Fabio Feminò.

Nel 1974 Gregory Benford e Gordon Eklund scrissero il racconto lungo “If the Stars Are Gods”, che vinse il premio Nebula. Era la storia di un primo contatto con alieni senzienti che viaggiavano nello spazio alla ricerca di una stella speciale perché credevano che le stelle fossero dei e comunicavano con loro.

Negli anni successivi, i due autori scrissero altri racconti che avevano ancora Bradley Reynolds come protagonista. Il primo racconto è una sorta di prologo ambientato su Marte, dove Reynolds trova dei microrganismi. Gli altri racconti sono ambientati decenni dopo il racconto originale formando un’altra storia di una ricerca di vita aliena che segue la ricezione di un messaggio dallo spazio profondo.

u1168Il risultato è che il romanzo “Se le stelle fossero Dei” è effettivamente la storia di una vita di ricerche di Bradley Reynolds. L’incontro con gli alieni nel racconto originale ha profonde conseguenze su di lui, tanto che per decenni si ritira a vita privata in un monastero. Un messaggio alieno lo riporta nello spazio in una missione che allo stesso tempo espande i confini dell’umanità e costringe gli esseri umani a interrogarsi su se stessi.

Alla fine i vari racconti che formano il romanzo possono essere divisi in una sorta di prologo, che sinceramente serve poco più che a dare una qualche storia di fondo a Bradley Reynolds, nella storia originale e nella missione iniziata decenni dopo. In sostanza, ci sono due storie davvero importanti e la seconda è di gran lunga la più lunga.

In entrambe le storie, Bradley Reynolds ha a che fare con alieni senzienti, nel primo caso faccia a faccia e nel secondo dirigendo la missione che ha lo scopo di decifrare il messaggio alieno. Gli autori hanno creato alieni che in vari modi risultano incomprensibili dagli umani e per questo motivo il romanzo è per certi versi filosofico.

Quando incontrano alieni che credono che le stella siano dei, gli umani pensano che si tratti di una fede analoga alle religioni primitive umane. Bradley Reynolds cerca di comprendere il modo di pensare di questi alieni ma ritiene che non rispondano sempre in maniera sincera alle sue domande. Quell’incontro ha profonde conseguenze sul protagonista.

FTHSTRSRGD1979La storia più lunga è quella della missione nello spazio profondo. Il messaggio alieno è del tipo del cosiddetto messaggio di Arecibo inviato nello spazio qualche anno prima che Gregory Benford e Gordon Eklund scrivessero il racconto. Questa ricerca si intreccia con quella dei cambiamenti che avvengono sulla Terra in un futuro in cui ci sono persone create tramite ingegneria genetica.

Un ritorno di fervore religioso porta a stabilire che esse non sono persone, con una serie di conseguenze. Mara e Corey, due membri dello staff scientifico della stazione spaziale, sono tra le persone discriminate dalla nuova legge. Secondo me questa parte della storia, che pure è importante perché per certi versi anche Mara e Corey sono alieni, avrebbe meritato uno spazio anche maggiore.

In effetti secondo me il principale problema del romanzo è che è troppo corto per sviluppare pienamente diverse storie che abbracciano decenni. Gregory Benford e Gordon Eklund hanno inserito varie idee davvero intriganti riguardanti la ricerca di vita aliena e il confronto tra umani e alieni che avrebbero meritato un maggiore sviluppo.

A volte i lettori si lamentano di romanzi troppo lunghi in cui le idee sono “annegate” in tante parti inutili o almeno superflue, a volte creando perfino serie di romanzi. Questo romanzo è un esempio opposto. Invece di aggiungere racconti a quello originale, Gregory Benford e Gordon Eklund avrebbero potuto riscrivere il racconto originale per trarne un romanzo e un secondo romanzo per raccontare la missione successiva di Bradley Reynolds.

Nonostante i suoi limiti, “Se le stelle fossero Dei” mi è parso un romanzo interessante per i temi trattati e le riflessioni che stimola. Se vi piacciono questo tipo di storie  credo che valga la pena di leggerlo.

Massimo Luciani

BenfordGordon EklundGLI AUTORI

Gregory Benford nato nel 1941, è un fisico che ha scritto grandi romanzi di hard sf. Tra le sue opere più note, il ciclo del Centro galattico: Nell’oceano della notte, Attraverso un mare di soli, Il grande fiume del cielo, Maree di luce. Gordon Eklund (nato nel 1945) ha scritto nell’ambito dell’universo di “Star Trek” e ha pubblicato su “Urania” La sfera di Dyson (n. 800).

Recensione di Massimo Luciani pubblicata originariamente sull’ottimo blog NetMassimo.com:

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