Recensione: “INSeCTA” (2016) di Gianrico Gambino

Recensione di Massimo CitiINSeCTA_CoverWeb-418x600L’umanità, sconfitta, sopravvive a stento ai nuovi padroni: gli insetti, enormi e geneticamente modificati. Una spedizione militare scoprirà la base segreta dove avvennero i primi esperimenti sugli insetti e, forse, dove ancora è nascosta la chiave per tornare a dominare sulla Terra. Molti segreti verranno svelati e costringeranno a compiere scelte da sempre considerate impossibili. Il male, dotato di una mostruosa intelligenza e capace di divorarsi per autoriprodursi, potrebbe tuttavia liberarsi dalla sua secolare prigionia, obbligando i sopravvissuti a una folle corsa contro il tempo.

Titolo: INSeCTA | Autore: Gianrico Gambino | Anno: 2016 | Editore: Astro | Prezzo di copertina: € 13,90 | EAN: 9788899768324 | Illustrazione di copertina: Fabio Porfidia

Come non poche delle persone della mia età mi capitò, a suo tempo, di leggere un curioso romanzo edito in edizione originale nel 1953 e pubblicato per la prima volta in italiano in Urania Mondadori nel luglio del 1955, nella traduzione di Bruna Del Bianco. Si trattava di «Il pianeta dimenticato» [The Forgotten Planet], un classico della letteratura di fantascienza anni ’50. Il pianeta in oggetto, perfettamente adatto alla sopravvivenza umana, fu “fecondato” perché privo di ogni forma di vita e “dimenticato” per duemila anni, finché una spedizione al pianeta lo trova abitato da un pugno di esseri umani sopravvissuti al naufragio della nave utilizzata per l’inseminazione e un ambiente letteralmente infestato di enormi insetti che costituiscono l’unico tipo di vita selvatica.

Ricordare «Il pianeta dimenticato» parlando di «Insecta», è quasi un obbligo, dal momento che i megainsetti non sono particolarmente comuni nei romanzi di sf. Ovviamente può capitare di incontrarne, ma concentrare l’attenzione sulla vita entomologica è una scelta che sia il romanzo di Murray Leinster che quello di Gianrico Gambino compiono in maniera decisa.

In «Insecta» è la Terra a essere stata invasa da megainsetti, risultato di esperimenti genetici condotti oltre ogni limite ragionevole. I risultati di tali esperimenti – crabri (calabroni) lunghi cinque-sei metri, polistes (ovvero vespe) lunghe quattro metri, api, bombi, mosche, formiche, mantidi, tutti di dimensioni paragonabili – hanno conquistato la terra e l’aria, obbligando l’umanità a rinchiudersi sottoterra nel disperato tentativo di sopravvivere.

Naturalmente tali terrificanti creature sono intelligenti più o meno quanto gli esseri umani e sono tutti indistintamente ghiotti di carne umana, convinti come sono che i SoLoQuaTTROZaMPe, ovvero gli homo sapiens, esistano esclusivamente per nutrirli.

Una situazione che vede gli umani separati dal suolo del proprio pianeta da ben quattrocento anni e che li vede in costante svantaggio nei confronti degli insetti. Ma una soluzione imprevista e imprevedibile apparirà permettendo ai nostri simili di giungere a un mutamento definitivo della loro sorte e, quantomeno, a una tranquilla convivenza con gli insetti. Questo, comunque, dopo 382 pagine di massacri, agguati, assedi, battaglie feroci, esplorazioni e comunicazioni telepatiche e con la lenta scoperta di ulteriori follie imperdonabili e atroci delitti combinati dagli umani che hanno creato i megainsetti.

Com’è ovvio non racconterò qui di quali allucinanti orrori si tratti, vi basti sapere che la situazione che si verrà a creare obbligherà le varie specie a un’alleanza, sia pure obtorto collo.

Tenuto a un buon ritmo il romanzo si lascia leggere gradevolmente anche se crea qualche piccolo problema – per lo meno all’inizio – per via della soluzione grafica scelta per il linguaggio degli insetti. Curiosa, detto per inciso, anche se non sgradevole, la scelta di rendere crabri e polistes eroici, feroci e onorevoli come spartani o come samurai. La necessità di inserire elementi di novità, tipica nei romanzi d’azione, obbliga in qualche caso l’autore a operare ritagli o strappi nel suo arazzo, ma niente di così grave da comprometterne la lettura. Discorso non diverso per quanto riguarda i personaggi, necessariamente abbozzati e bidimensionali in un romanzo che marcia a tappe forzate.

Discorso a parte per quanto riguarda l’aspetto scientifico di «Insecta».

Innanzitutto le dimensioni degli insetti narrati, che qualunque entomologo riterrà al minimo esagerate. Sulla Terra, infatti, sono esistiti insetti con settanta centimetri di apertura alare – libellule, per l’esattezza – ma soltanto nel tardo Carbonifero (circa 300 milioni di anni fa), con una pressione parziale di ossigeno molto più elevata dell’attuale. Questo senza contare il problema di un esoscheletro di chitina che per garantire una resistenza paragonabile a quella attuale giungerebbe a un peso tale da impedire all’insetto di volare. Per quanto riguarda l’intelligenza dei singoli insetti – mettendo da parte l’intelligenza delle colonie – la peculiare circolazione degli insetti e la mancanza di un cuore o di un altro organo che possa ossigenare un ipotetico tessuto cerebrale più sviluppato, rende altamente improbabile questa possibilità. Tutto ciò a meno di profondi mutamenti nella struttura stessa degli insetti, tanto da renderli qualcosa di molto diverso dai consueti invertebrati.

In sostanza ci troviamo di fronte a un discreto romanzo le cui basi scientifiche sono però insufficienti, dato non particolarmente singolare per un romanzo di autore italiano. D’altro canto se Murray Leinster presentò aracnidi e altri insetti di dimensioni notevoli, si premurò di non specificare la quantità di ossigeno del pianeta, scegliendo un corpo celeste comunque diverso dalla Terra.

Ma, a essere sinceri, se la vostra immaginazione considera terrificante una mantide lunga cinque metri… o un calabrone con una testa grossa come quella di un bisonte o un ragno di sei metri di diametro… bene, se questo genere di terrore vi affascina potrete leggere «Insecta» con la speranza ragionevole di essere terrorizzati come si deve. Buona lettura!

Massimo Citi

L’AUTORE

Gianrico Gambino, programmatore, si è sempre dedicato alla scrittura e al fantasy attraverso un forum e un gioco di ruolo online, di cui è anche stato dungeon master. Un giorno un bombo gli finisce addosso; ha il sacro terrore degli insetti (apiformi in particolare) e, per sublimare l’enorme spavento, inizia a scrivere INSeCTA. Tra le sue passioni anche la chitarra, l’astronomia, il tiro con l’arco, la lettura di classici da Asimov a Silverberg, da Marion Zimmer Bradley a Tolkien.