Recensione: L’ULTIMA SPIAGGIA (On the Beach, 1957) di Nevil Shute

Articolo di Tea C.Blanc

L’americano guardò la sconfinata distesa azzurra, le rocce rosse, i motoscafi  alla fonda che beccheggiavano sull’acqua. “Un posto davvero stupendo” osservò,  pensieroso. “Credo sia uno dei più bei circoli della vela che abbia mai visto”. “Non prendono la vela troppo sul serio” osservò Peter. “Ecco il segreto”. La ragazza rise: “È il segreto di tutto. Quando si ricomincia a bere, Peter?”

s-l1600Tutte le volte in cui mi sono imbattuta in qualcuno che nominava L’ultima spiaggia, un romanzo di Nevil Shute, ho incontrato commenti brevissimi che suonavano come “Un capolavoro!, ma…”, “Un grande romanzo!, ma…”, Bellisssimo, indimenticabile!, ma…”.
Mai nessuno che andasse al di là del ma, quasi che il parlarne fosse un dolore così privato e lacerante da poter essere solo taciuto, solo da dimenticare. Rimuovere.
Purtroppo non ricordo più chi me lo avesse indicato, lo ringrazio qui. So che memorizzai il titolo come “libro assolutamente da leggere”, e un giorno mi è capitato di vederlo mentre mi chiamava, nascosto nello scaffale polveroso di un mercato dell’usato. L’ho riconosciuto subito. L’ho letto.
Da tempo non riuscivo a trovare qualcosa di così radicale, così spiazzante da restarmi incollato per giorni a sorvegliare i gesti della normale vita quotidiana. Perché da questo romanzo se ne esce con la netta percezione e la diversa coscienza che il quotidiano non sia più qualcosa di così scontato, ma la sfida della vita che torna a nascere nuova ogni giorno.

L’ultima spiaggia, in realtà, è un romanzo profondamente ottimista.
Dovrebbe essere tra i testi d’esame per coloro che aspirano a tirare le fila del Pianeta. Sperando abbiano ancora un cuore e il cervello per poter comprendere e meditare, in primo luogo se stessi, e poi gli altri.

2 - nevil-shuteL’autore, Nevil Shute Norway (1899 – 1960), inglese naturalizzato australiano, è stato ingegnere aeronautico della Marina britannica e autore di numerosi romanzi. Le sue tematiche spaziano dal volo all’indagine storica, dal romanzesco militare alla guerra, dal razzismo a una critica del socialismo britannico, dalle convenzioni sociali al classismo, dalla religione alla scienza, dal mistico al paranormale.
Il suo retroterra scientifico compare in molte delle sue opere.

E compare anche nel romanzo L’ultima spiaggia, con il quale diventò famoso presso il grande pubblico. Dato alle stampe nel 1957, verso la fine della sua carriera letteraria, fu adattato due anni dopo per la felice versione cinematografica omonima del regista statunitense Stanley Kramer. Ancora nel 2000 fu ripreso per un remake televisivo del regista australiano Russell Mulcahy.  È reputato un romanzo fantascientifico, perché la tematica di fondo è post-apocalittica, ma di fatto è un’opera che supera il genere, attuale, profonda e modernissima pur essendo stata scritta più di mezzo secolo fa.

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La prima edizione italiana (Sugar, 1959)

In Italia fu pubblicato nel 1959 da Sugar (Fuori Collana), e ancora nel 1966 e nel 1972 da Mondadori (entrambi nella collana “Gli Oscar, 49”, ma con copertina diversa), e con traduzione di Bruno Basso. Poi più nulla.
Fortunatamente nel 2015 è stato ristampato in versione cartacea (Urania Collezione, 147) e anche in una digitale.

Il titolo originale, On The Beach, nella Marina britannica è sinonimo di “retired from the Service”, ritirato dal servizio (militare).

4 - Melbourne, Australia, 1963.
Il romanzo prende avvio da una scena di vita quotidiana in cui uno dei protagonisti, il tenente di marina Peter Holmes, si sveglia e ha un colloquio con la giovane moglie. I soliti problemi logistici familiari, programmi della giornata, suggerimenti, appuntamenti, la bambina. Colazione.
Ma l’apparenza di normalità si incrina subito. La macchina è in garage e non viene usata da un anno, da quando “la breve guerra era terminata”.
È così per tutti. Manca la benzina. Peter Holmes andrà in città, al Ministero della Marina, con la bicicletta che lascerà nella rimessa prospiciente la stazione, dove prima della guerra posteggiava la sua auto, e poi prenderà un treno elettrico per il centro.
La breve guerra è stata una terza guerra mondiale condotta a colpi di bombe nucleari. Dall’emisfero settentrionale terrestre non arrivano più notizie. Non si sa nulla di preciso. Il governo australiano pensa che un tragico malinteso abbia dato inizio a tutto: si crede che la miccia sia stata innescata da arabi e israeliani attraverso un attacco dell’Albania contro l’Italia. Che poi si è propagato alle grandi potenze in un incrocio di contrattacchi immotivati. Si pensa anche che le uniche aree abitabili rimaste siano l’Australia, la Nuova Zelanda, il Sud Africa, parte del Sud America.
Nel frattempo le polveri radioattive dell’emisfero boreale, lentamente ma senza sosta, stanno per superare la linea di convergenza intertropicale e inabissarsi nell’emisfero australe. È solo questione di tempo.

5 - Shute_Beach_Front

Il comandante Dwight Towers della Marina statunitense, dopo una pericolosa peregrinazione a bordo del sottomarino U. S. S. Scorpion conclusasi sulle coste australiane, è di stanza a Melbourne. Nessuna stazione, né statunitense né europea, ha mai più risposto ai suoi tentativi di chiamata.  Towers, ora ammiraglio e comandante dell’unica unità marina a lungo raggio, viene incaricato dal governo australiano di compiere una lunga perlustrazione che si spinga fino alle coste statunitensi, anche perché da tempo arriva un misterioso segnale in codice Morse che ha origine a Seattle, Washington. La speranza è di trovare superstiti.  Questa sarà la vera unica azione ambientata in altro luogo che non sia Melbourne e dintorni.  L’eroica Melbourne e dintorni. Dove amore e affetto, senso del dovere e abnegazione, somma poesia e necessario realismo, accettazione e libertà, tutte le migliori qualità del genere umano si sommeranno nell’orchestra delle mille figure che si sovrappongono agli eventi, a medicare l’errore tragico che la faccia oscura dell’umanità ha provocato.  Non importa chi lo sa. L’importante è esserci e saperci stare, sapendo.

In questo, forse a sua stessa insaputa, stanno l’ottimismo e la lezione di Nevil Shute.

Tea C.Blanc

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