La fantascienza delle donne
Ciao! Benvenuta, benvenuto, al nuovo appuntamento della nostra rubrica mensile “La fantascienza delle donne” qui su Andromeda.
Abbiamo già pubblicato diversi post, negli ultimi mesi, con recensioni e monografie. Ti sono piaciuti? Cosa ne pensi?
Finora, a parte il titolo, non abbiamo specificato molto sulla rubrica. È arrivato il momento di spendere qualche parola in più su questo spazio.
Chi siamo
Intanto, ci presentiamo: siamo Giulia Abbate ed Elena Di Fazio, AKA il Dodo. Amiche nella vita, socie sul lavoro, colleghe di scrittura e sorelle nel cuore. Il nostro ventennale percorso insieme si riassume in tre parole: una-e-binaria!
Ci occupiamo di fantascienza da qualche anno: abbiamo esordito come autrici nel 2011, continuando poi a pubblicare racconti, romanzi, ma anche articoli e recensioni a tema. Siamo curatrici di “Futuro Presente”, una collana di fantascienza sociale per Delos Digital, e svolgiamo l’attività professionale di editor indipendenti ormai dal 2007, con Studio83 – Servizi Letterari, che si occupa di sostegno ad autori e autrici esordienti.
Abbiamo aperto un blog dedicato solo alla fantascienza nel 2015: Lezioni Sul Domani, casa del Dodo.
La scrittura e la fantascienza sono nostre passioni da molto tempo e la lettura è un corollario indispensabile per entrambe le attività. Proprio la lettura ci ha portate a decidere di “coprire” per Andromeda un tema ancora poco conosciuto e apprezzato, almeno qui in Italia: la fantascienza in relazione al femminismo.
Fantascienza e femminismo: tante affinità
Femminismo e fantascienza hanno molto in comune: chi non li conosce, li evita. Esiste purtroppo un atteggiamento di chiusura, causato da una serie di pregiudizi molto forti.
“Fantascienza? No, non mi interessa… alieni e razzi spaziali non fanno per me.”
“Femminismo? No, non sono d’accordo… non odio gli uomini, perché farsi la guerra?”
Ti suona qualche campanellino?
I lettori di romanzi e di narrativa la più varia si ritirano istintivamente quando sentono nominare la fantascienza, e le persone “perbene” nicchiano alla parola femminismo: donne esagitate castratrici, alieni verdi, razzi spaziali, prevaricazioni femminili e invasioni di insetti mutanti, aiuto!
Il dodo: animale inoffensivo nonché notoriamente estinto. It won’t hurt ya!
Il luogo comune, la distorsione che sconfina con la diffamazione, oggi hanno ancora la meglio. E così sia il femminismo che la fantascienza, portatori di messaggi e contributi oggettivi, belli e importanti per tutti, sono evitati e relegati nella “stranezza” dalla quale è meglio girare al largo.
Ecco, anche basta! Bisogna dire a gran voce che sia la fantascienza, che il femminismo, nel tempo hanno affrontato temi scottanti prima di tutti e hanno preso in sé movimenti e richieste di “altre categorie” con le quali costruire un nuovo senso, una nuova visione del futuro.
“These soft hearted things”- di Shilo Shiv Suleman
The F word
I popoli del sud del mondo, i migranti, i profughi, gli attivisti ecologisti, le persone trafficate sessualmente, le persone discriminate dal razzismo, dall’ingiustizia sociale, dalla sessuofobia, dagli interessi corporativisti e statali rapaci… la loro esistenza, le loro istanze sono accolte e incluse dall’attuale femminismo “terza ondata”. Non “contro gli uomini” ma contro un potere cieco e rapace che tratta male tutti coloro che non sono maschi bianchi agiati.
Oggi essere femminist* significa lottare per la giustizia sociale, per il riconoscimento dei diritti dei popoli nativi e del Sud del mondo, per una prospettiva ecologica, per i diritti dei migranti, per la salvaguardia delle minoranze, per il rispetto e la difesa delle persone LGBTQ… contro le tante forme di oppressione che non devono dividere gli oppressi in una guerra tra poveri ma unirli nella lotta contro la sopraffazione.
The F word.
“Feminist is not a bad or angry word.”
“Fearlessly reclaim the streets.”
– di Shilo Shiv Suleman
The SF word
La direzione della fantascienza è simile, è sempre stata simile, anticipando ogni altro movimento. Altro che omini verdi, colonizzazione spaziale e tecnoblabla!
La fantascienza recupera le istanze dei popoli schiacciati dai colonialismi: da Octavia Butler al nuovo afrofuturismo di Nisi Shawl (autrice del saggio di scrittura Writing the others e di Everfair, candidato al Premio Nebula 2017 come miglior romanzo) o di Nnedi Okorafor, pubblicata in Italia da Zona42. (Alla presentazione di Lagoon a Stranimondi, la traduttrice Chiara Reali ha parlato di “intersezionalità”. Temeraria!)
La fantascienza canta l’ibridazione dei corpi del cyberpunk, e l’intersessualismo di nuove autrici femministe e sperimentatrici come Ada Palmer (Too Like the Lightning, candidato Hugo 2017) .
“Tidal” – Installazione- di Shilo Shiv Suleman
La fantascienza schiude una visione del domani nuova e potente, che esplora scappatoie pratiche al totalitarismo: come cerca di fare la narrativa orientale portata in Italia da Francesco Verso con lo splendido catalogo “Future Fiction”, e da Silvio Sosio con Aliette DeBodard e Ken Liu.
La fantascienza è oggi la letteratura che forza i linguaggi e che scardina i confini tra i generi letterari, per prendersi anche il fantastico, il giallo, il romance, il romanzo storico, la letteratura per ragazzi. Che dilaga nella narrativa maistream ignorando i propri antichi paletti e conquistando milioni di giovani lettori.
“The atoms” – di Shilo Shiv Suleman
È questa la fantascienza che amiamo, leggiamo e pratichiamo anche noi, ed è ciò di cui parliamo in questa rubrica.
Questa rubrica: la fantascienza delle donne
Da qualche tempo “noi, il dodo”, insieme ad altr* collegh*, ci battiamo sulla carta e sul web perché prenda piede un po’ più di sano femminismo: cioè di sano rispetto, a dirla tutta! E parallelamente, perché nella fantascienza si superi un certo mood anni ’50, molto amato dai nostalgici amanti del good ol’ sense of wonder sparatutto all’americana, popolato di astronauti di nome John Smith e di tettone-bisognose-non-identificate.
Vogliamo un futuro migliore, dove tutti i generi (sessuali) possano sentirsi al sicuro: accettati nella loro specificità, rispettati nelle differenze che sentono in loro, protetti dalla sopraffazione che oggi colpisce anche sulla carta e dalla carta.
E vogliamo una letteratura migliore, dove tutti i generi (letterari) siano visti con eguale dignità. Affinché non servano solo a evadere in un puro divertimento escapista, che per carità, a volte ci sta anche bene… ma che possano e vogliano tenere conto anche delle istanze e dei profondi cambiamenti in atto nel mondo.
“Pulse and bloom” – Installazione al Burning man festival – di Shilo Shiv Suleman
Ci concentriamo su autrici donne e su autrici/autori/qualsiasi altro genere sessuale terrestre e tralfamadoriano e oltre, che pongano l’accento su questioni di genere e/o su temi ignorati e trascurati dallo standard fantascientista maschio anglosassone bianco.
TI proponiamo titoli e temi che problematizzano il nostro presente. Libri e discorsi che denunciano in modo efficace la sopraffazione nella nostra società.
Sopraffazione che in primis è quella di genere, quella dell’uomo sulla donna. Inutile starcela a raccontare: parliamo del più antico, prolungato, accettato e perdurante genocidio della storia umana. Ma oggi di sopraffazioni ne esistono molte altre: usciamo dalla concezione limitata secondo la quale parlare di un problema significa dare meno importanza a tutti gli altri, uniamo le voci e le battaglie e andiamo avanti insieme.
“It must speak to te atoms and emotion inside of you
to people & the world around you
and finally, it must sing true to the churnings of galaxies”
– di Shilo Shiv Suleman
Ecco cosa è per noi questo spazio, e cosa cercheremo insieme a te, se lo vorrai: una fantascienza più giusta, che apra le nostre menti, nutra i nostri cuori, arricchisca le nostre definizioni… e armi anche le nostre parole del potere della conoscenza.
Perché le parole sono importanti. Le parole sono cose. Le parole creano cose. Le parole “sono finestre, oppure muri”. O picconi. Vedi un po’ tu.
Anzi, vediamolo insieme. Noi ci siamo!
Giulia Abbate
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Le immagini per questo articolo sono opere di Shilo Shiv Suleman. Artista e performer indiana, attivista per i diritti umani, ha realizzato installazioni anche al Burning Man Festival e anima il collettivo di artisti Fearless.