Recensione: “La porta dell’infinito” (Gateway, 1976) di Frederik Pohl

Marco CasnaRecensione pubblicata anche su BIBLIOTECA GALATTICA

La porta dell'infinitoSbarcati su Venere, gli uomini non hanno trovato forme di vita, ma hanno scoperto i resti di una civiltà estinta mezzo milione di anni prima: gli Heechee, una razza aliena, molto avanzata scientificamente, che ha lasciato tracce perlopiù indecifrabili. Grazie a una mappa hechee, però, i terrestri hanno potuto raggiungere Gateway, uno spazioporto costruito in un asteroide cavo, in cui sono attraccate centinaia di aeronavi che attendono, da millenni ormai, di partire. Peccato che gli umani non siano in grado di ricostruire la tecnologia alla base del loro funzionamento: l’unica cosa che possono fare è salire a bordo e lasciarsi trasportare, senza sapere dove né per quanto, né se le provviste basteranno. E proprio in una di queste avventure che Robinette Broadhead vuole lanciarsi, sperando in un colpo di fortuna che lo faccia diventare un esploratore ricco e famoso. Ma tornare non è scontato: molte navi approdano alla base con un equipaggio senza vita oppure non ritornano affatto… Introduzione di Sandro Pergameno.

Titolo: La porta dell’infinito | Titolo originale: Gateway (1976) | Autore: Frederik Pohl | Pagine: 300 | Edizioni: 1979 Cosmo Serie Oro. Classici della Narrativa di Fantascienza 38, Editrice Nord | 1988 [I Premi Hugo] 7, Club degli Editori | 2014 collana Chrono, Fanucci | Traduzione: Roberta Rambelli

Il romanzo è ambientato in un cupo XXI secolo. L’uomo ha colonizzato Venere e Marte ma l’enorme sovrappopolazione determina condizioni di vita assai misere sia sulla Terra che nelle colonie. Proprio su Venere sono stati ritrovati alcune strutture e manufatti di una antica razza aliena, gli Heechee, e un esploratore, armeggiando con i comandi di una loro navicella spaziale, ha trovato casualmente un asteroide, Gateway, che è diventato la nuova speranza dell’umanità.

GTWWSGJJKC1978Gateway infatti, una stazione di transito Heechee, è dotata di centinaia di piccole navette ancora funzionanti che possono portare, grazie ad una tecnologia che gli scienziati terrestri non sono riusciti ancora a comprendere, l’uomo nello spazio profondo, verso nuovi sistemi solari. Le grandi potenze della Terra, dopo la scoperta di Gateway, hanno creato una società, un consorzio che si occupi dell’esplorazione e dello sfruttamento dei manufatti, delle tecnologie aliene riportate dai cosiddetticercatori, i nuovi pionieri che partano da Gateway per esplorare il cosmo. Le missioni sono molto rischiose, non è infatti possibile prevedere la destinazione delle rotte che le astronavi seguiranno, e la maggior parte si risolve in un nulla di fatto; ma quei cercatori che riescono a scoprire mondi colonizzati dagli Heechee o importanti manufatti vengono ricompensati con grandi ricchezze che permettono loro di sfuggire ad una vita di privazioni e miseria.

Il protagonista è Robinette (Bob) Broadhead, un povero minatore terrestre che impiega la somma vinta ad una lotteria per pagare il costoso viaggio fino a Gateway dove spera di trovare la fortuna di una vita. Bob è agli antipodi del tipico eroe intrepido e senza macchia delle space opera: indeciso, se non codardo, con una psiche contorta e tormentata da sensi di colpa e vari complessi. L’intreccio avanza su due filoni paralleli, a capitoli alternati. Mentre nel primo sono narrate le vicessitudini di Bob, il suo sbarco su Gateway, le missioni che deve affrontare… il secondo è ambientato anni dopo ed è interamente focalizzato sugli estenuanti colloqui che Bob intraprende con il computer-psichiatra Sigfrid Von Shrink. A complemento, l’autore inserisce spezzoni di varia natura, annunci, pubblicità, regolamenti, note, rapporti che aiutano il lettore a farsi un’idea della vita su Gateway e, in generale, di tutto il contesto sociale dell’epoca.

Il giudizio complessivo sull’opera è ottimo. Un’idea di base originale, con l’eterno fascino della misteriosa e sconosciuta civiltà aliena, sostenuta da una trama avvincente e scorrevole che procede senza alcuna pausa o stasi narrativa e fa partecipe il lettore delle emozioni e dei sentimenti del protagonista, ritratto nella sua vera e intima natura, umano tra gli umani, non disceso dall’Olimpo degli eroi. Una Space Opera dalle forti tinte intimistiche in cui Pohl, come tradizione, non rinuncia a inserire quegli elementi di analisi sociologica che sono tipici di gran parte della sua produzione.

Marco Casna

ob-main-pohlL’AUTORE

Frederik George Pohl Jr (New York, 26 novembre 1919 – 2 settembre 2013) è stato un autore di fantascienza e curatore editoriale statunitense. La sua carriera durò oltre settantacinque anni, dalla prima opera pubblicata, il poema del 1937 Elegy to a Dead Satellite: Luna, al romanzo del 2011Pompei 2079 (All the Lives He Led) e articoli e saggi pubblicati nel 2012. Nato a New York nel 1919, Pohl frequentò la prestigiosa Brooklyn High School of Science, dove conobbe Isaac Asimov, con il quale formò un’amicizia che durò tutta la vita. Era il periodo della Grande depressione e a quattordici anni Pohl dovette abbandonare la scuola e trovarsi un lavoro. A sedici anni si unì alla Young Communist League, un’organizzazione che sosteneva i sindacati e si opponeva al razzismo e al fascismo europeo, ma, secondo alcuni, ne fu espulso perché alcuni membri anziani pensavano che il fandom di fantascienza di cui si occupava corrompesse la gioventù. La versione di Pohl è che dopo il patto tra Stalin e Hitler nel 1939 la Lega cambiò linea politica e lui decise di uscirne. Pohl si sposò cinque volte e la terza moglie fu la scrittrice Judith Merril, importante figura nella fantascienza. Fu amico di C. M. Kornbluth, col quale collaborò alla stesura di diversi racconti e alcuni romanzi, compresa una distopica satira di un mondo governato dalle agenzie pubblicitarie, I mercanti dello spazio (The Space Merchants, 1953); trent’anni dopo la morte di Kornbluth, Pohl ne scrisse il seguito, Gli antimercanti dello spazio (The Merchants’ War, 1984). I mercanti dello spazio era una reprise de I mercanti di Venere (The Merchants of Venus, 1972), un racconto satirico di Pohl sul capitalismo, incluso nella raccolta Alpha Aleph (The Gold at the Starbow’s End) in cui introduceva gli alieni Heechee. Molte altre opere di Pohl degli anni cinquanta e sessanta ebbero un’impostazione satirica nei confronti del consumismo e della pubblicità: The Wizard of Pung’s Corner, nel quale attrezzature militari complesse e spettacolari si rivelano inutili contro contadini armati di vecchi fucili, e Il tunnel sotto il mondo, nel quale descrive un’intera comunità prigioniera da ricercatori pubblicitari. Negli anni settanta Pohl scrisse Uomo più e la serie degli Heechee. Un’altra opera degna di nota fu Il pianeta Jem (Jem, 1980). Dal 1959 al 1969 Pohl pubblicò la rivista Galaxy e la sua gemella If, vincendo il premio Hugo per If tre anni consecutivamente. Pohl ha scritto un’autobiografia, The Way the Future Was (1978). Le sue opere comprendono anche articoli per Playboy e Family Circle. Ha scritto inoltre opere di saggistica, la più recente delle quali è Chasing Science: Science as Spectator Sport (2000). Il 20 agosto 2009, a 89 anni, Frederik Pohl ricevette il diploma onorario dalla Brooklyn Technical High School. Si spense nel 2013 a 95 anni.

 

Recensione originariamente pubblicata su BIBLIOTECA GALATTICA

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