DEVALOKA, il pianeta degli dèi (2019) di Caterina Mortillaro

Copertina di Franco Brambilla

Un romanzo in cui l’avventura e il senso del meraviglioso sono intessuti del fascino della cultura indiana, fino al vero confine tra scienza e misticismo. Il mondo intero resta sconvolto quando un incidente coinvolge la nave colonica destinata a popolare Marte, e il fragile equilibrio planetario è messo ancora di più a dura prova quando si scopre che, per salvare la missione, è stato necessario lasciar andare alla deriva i moduli dell’astronave che ospitavano i coloni indiani. Ma il destino di quei coloni non era la morte. Qualcosa accade, e anni dopo cominciano a circolare strane voci sul comandante di quella missione. Che sarebbe tornato sulla Terra per portare il messaggio degli dèi. Per mostrare una nuova strada, una strada che porta in un luogo oltre ogni immaginazione.

Titolo: Devaloka – Il pianeta degli Dei | Autore: M. Caterina Mortillaro | Editore: Delos Digital | Collana: Convoy | Anno di pubblicazione: 2019 | EAN: 9788825410020 | Romanzo vincitore del Premio Odissea 2019

Se siete appassionati delle cosiddette scienze sociali e, in particolare, di antropologia e teologia, questo notevole romanzo di Caterina Mortillaro vi prenderà fin dalle prime pagine. Se invece, come nel mio caso, non lo siete affatto, dovrete armarvi di un po’ di pazienza e sfruttare al massimo le vostre capacità intellettuali per affrontare una materia a voi ostica, ma alla fine sarete ugualmente catturati dalla bella e originale storia narrata dall’autrice. Devaloka è un vero e proprio romanzo di FantaAntropologia, con interessanti derive teologiche.

Immaginate un pianeta vergine adatto alla vita, sul quale naufraga un gruppo di fanatici religiosi induisti e aggiungeteci un pizzico di esoterismo, sufficiente a creare un contatto tra gli uomini e i loro presunti Dei.  Il vero problema nasce quando il segreto cessa di essere tale e gli altri esseri umani, soffocati in una Terra sempre meno capace di sostenere la vita, decidono di rivendicare l’uso di quel pianeta per la salvezza dell’umanità intera.

Ma Devaloka non è un pianeta qualsiasi: esso è diventato la culla di un nuovo culto che sta invadendo il mondo e creando grande preoccupazione ai detentori delle altre Fedi. Tutto ciò costringe il Vaticano, molto potente, influente e capace di manovrare gli invisibili fili nel complicato tessuto della politica internazionale, a infiltrare i propri agenti nella prima spedizione diplomatica delle Nazioni Unite su Devaloka, con lo scopo – segreto – di appurare la vera natura degli dei che si dice vi alberghino. Viene costituita una squadra formata da un curioso mix di scienziati, militari, antropologi e psicologi e mandata sul pianeta alieno attraverso un portale dimensionale segreto, gestito dal governo indiano.

Tutto questo viene descritto nelle prima pagine del romanzo, in un modo estremamente rapido ed efficace. Depositata la spedizione su Devaloka, il romanzo modifica il focus, spostandolo sulle complesse e a volte turbolente relazioni interpersonali dei personaggi, quasi che la permanenza nel pensionato che li ospita sia diventata un esperimento sociale paragonabile ai migliori reality show odierni.

La narrazione segue e descrive le emozioni dei protagonisti, i loro litigi, i desideri e gli amori, alternando vivaci dialoghi a profonde analisi introspettive. Non mancano brevi flash-back, evocati come ricordi del passato, per meglio chiarire stati d’animo e comportamenti dei singoli. La caratterizzazione dei personaggi è molto accurata rischiando, a volte, di renderli quasi caricaturali: così abbiamo il nerd 100% nerd, il saggio cinese che più saggio non potrebbe essere, e la cinica ingegnere devota solo al Dio denaro che attira su di sé tutte le antipatie, comprese le nostre, fino alla fine.

In effetti, salvo un paio di eccezioni, i personaggi non risultano particolarmente simpatici ed empatici per chi legge: soprattutto i due protagonisti principali sembrano essere affetti da una sorta di bipolarismo della personalità, alternando un rigido moralismo religioso ad atteggiamenti libertini quasi stonati e a momenti di emotività fuori controllo, al limite dell’irrazionalità.

Il che, in un certo senso, li rende anche più interessanti. In tutto questo vi sono lunghe disquisizioni di carattere antropologico e religioso, composte sullo sfondo della complessa e sfaccettata cultura indiana, della quale l’autrice è grande conoscitrice.
Lentamente ci troviamo sempre più immersi nel pianeta, la cui natura selvaggia è sapientemente e magnificamente descritta, mentre Chiara Minniti – la protagonista principale intorno alla quale tutto ruota – e il suo gruppo di amici sono sempre più imprigionati nei sottili tentacoli della sfuggente e opprimente ospitalità indiana.

Emerge un quadro a sfondo quasi distopico, nel quale è raffigurata una società rigidamente divisa in caste, delle quali i dalit, gli intoccabili, sono cinicamente sfruttati come schiavi e soggiogati con la forza delle Fede, degradata a superstizione, e con quella delle armi. La civiltà devalokiana è la proiezione del peggiore scenario possibile generato dal trionfo del fanatismo religioso sulla ragione, sui valori della democrazia e sulla scienza, nella quale la comunione con gli Dei raggiunge lo stesso effetto di una droga e ne crea la stessa assuefazione.

La descrizione di questa società, che lentamente si configura tra le righe del libro, è magistrale e rappresenta un emozionante esercizio di antropologia creativa. Ma come in tutte le distopie che si rispettino, esiste il dissenso, capace di generare resistenza e persino rivoluzione. Dopo il lungo viaggio tra le meraviglie di Devaloka e le emozioni dei viaggiatori, Caterina Mortillaro ci scaraventa dentro la terza e ultima parte della storia, nella quale, tra colpi di scena e azioni andrenalitiche, tutto cambia, tutto si svela e tutto trova una perfetta ricollocazione nel mondo della razionalità.
O quasi tutto.

Non per niente Devaloka – Il pianeta degli dei ha vinto l’edizione 2019 del Premio Odissea.

Ezio Amadini