Speciale P.K.Dick – “Svegliatevi, dormienti” | “Vedere un altro orizzonte” (The Crack in Space, 1966)

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Svegliatevi dormientiNon ci occupiamo stavolta del romanzo più noto di Dick, ma sicuramente di uno piuttosto interessante The Crack in Space (“la crepa o fessura nello spazio”; il manoscritto era intitolato Cantata 140, come il racconto che costituisce la prima parte del romanzo – cantata di Bach, ovviamente, compositore amatissimo da Phil). Uscito in America nel 1966, Urania lo snobba cosicché la prima edizione italiana la dobbiamo alla premiata ditta Curtoni & Montanari, che lo fanno uscire nel 1969 (La Tribuna, Piacenza) col titolo Vedere un altro orizzonte. A un certo punto uscirà addirittura per Bompiani, infine verrà riedito da Fanucci col titolo che ha adesso.

Questo romanzo rientra nel filone delle storie parallele. Ambientato nel 2080, racconta la storia di una terra sovrappopolata dove i milioni di disoccupati (prevalentemente non bianchi) non ricevono un sussidio, bensì vengono messi in stato di animazione sospesa in attesa che ci sia qualcosa da fare per loro (forse tra un po’ staremo ridotti così anche noi…). Purtroppo ogni tanto qualcuno asporta agli ibernati organi da trapiantare (anche qui, mica tanto fantascientifico…).

Una speranza per i disoccupati e disanimati del romanzo si manifesta quando, attraverso la “crepa nello spazio” del titolo originale, si raggiunge una Terra alternativa, dove l’evoluzione non ha ancora prodotto l’Homo sapiens; a disposizione dell’uomo c’è un pianeta intero vergine e incontaminato, pronto per una colonizzazione da parte dei poveri della Terra sovrappopolata.

Sarebbe dunque il momento in cui il candidato alla presidenza, Jim Briskin (afroamericano), potrebbe assicurarsi la vittoria alle elezioni e la gloria immortale annunciando “svegliatevi, dormienti” (citando così la Cantata BWV140 di Johann Sebastian Bach “Wachet auf, ruft uns die Stimme” cui alludono il titolo della versione breve e quello dell’ultima traduzione italiana).

THCRCKNSPC1977Purtroppo l’altra Terra è solo in apparenza una nuova America, una terra promessa dove ci sarà spazio per tutti; ben presto si scopre che è tutt’altro che sgombra, bensì abitata dall’uomo di Pechino, un umanoide che al posto di scienza e tecnologia ha sviluppato una magia altrettanto letale basata su poteri paranormali.

Nel finale Briskin vince le elezioni, ma non avrà vita facile: per dare speranza ai dormienti, dovrà affidarsi allo strampalato inventore Brent Mini con i suoi progetti per la colonizzazione di Urano, al limite della pura e semplice ciarlataneria.

Leggendo questo romanzo si deve tener conto che in Dick emerge spesso una vena satirica alimentata disordinatamente con le notizie d’attualità del periodo in cui l’autore si trovava a scrivere. Quando Dick era in vena, da questa pulsione satirica uscivano capolavori come I simulacri; quando la musa scioperava, ma Dick doveva comunque vendere un manoscritto per tirare a campare e pagare gli alimenti delle varie ex-mogli, gli uscivano romanzi come questo, un presidential novel non del tutto a fuoco, con tante idee interessanti non sviluppate e il solito ritmo indiavolato a tenere su la baracca. Restano i personaggi: l’umano e stoico Briskin, il cinico tenutario di bordelli orbitali bicefalo George Walt (a proposito, cos’è anche la crepa o fessura nello spazio cui allude il titolo? non sarà un doppio senso?), e il sinantropo Bill Smith, messo in mostra nella Terra del 2080 come un tempo ottentotti e indiani d’America nelle capitali europee…

Infine, se pensiamo che alle presidenziali del 1959 (quelle che opposero John F. Kennedy a Richard Nixon) Dick annullò la sua scheda votando per Martin Luther King, si capisce che non era affatto indifferente al problema dei diritti civili, cioè della discriminazione razziale/etnica. Su certe cose le idee le aveva molto ma molto chiare.

Umberto Rossi

Philip K. DickL’AUTORE

Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense. La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982 liberamente ispirato a un suo romanzo. In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

Nato a Chicago, con la sorella gemella Jane, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un’infanzia e un’adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita (Dick le rimase sempre legato, e decise di essere seppellito accanto a lei); dopo il trasferimento in California, frequentò l’Università di Berkeley, ma non concluse gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo(per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all’epoca obbligatorio), che lo portarono ad avere problemi col maccartismo di quegli anni. Iniziò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre ’48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se è possibile che abbia scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. Sicuramente la nascita della sua conoscenza e del suo amore per la musica classica precedette gli anni in cui lavorò come commesso nel negozio di dischi.

L’incontro con la fantascienza avvenne, forse per caso, e forse nel 1949 (ma il suo primo racconto, “Stability” Stabilità, pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica ne acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista Planet Stories. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. In questo periodo pubblicò i primi romanzi e una notevole quantità di racconti. Il matrimonio con Kleo andò in crisi quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l’ambientazione di diverse opere (tra tutte Cronache del dopobomba). Lì conobbe Anne Williams Rubinstein, che diventò la sua terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all’ottobre 1965). Era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativamainstream. Ma Dick visse ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Il fallimento come “nuovo” autore fu la goccia; il matrimonio andò a pezzi, Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965, e Dick si trasferì a San Francisco.

Dick assumeva anfetamina fin dai primi anni Cinquanta, sostanza che gli era stata prescritta dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l’anfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui lo scrittore soffriva occasionalmente. Man mano Dick sviluppò una vera e propria tossicodipendenza dalla sostanza, che lo agevolava nella stesura delle sue opere. L’abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni Sessanta, proprio mentre l’autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (Il cacciatore di androidi e Ubik). La rottura con la quarta moglie, Nancy Hackett (sposata dal 6 luglio 1966 al 1972), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett ) (15 marzo 1967), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick alla deriva; lo scrittore si trovò a vivere in una casa di sbandati, e la situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un’effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell’FBI; a tutt’oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l’esperienza canadese fu però un fallimento, dovuto al consumo eccessivo di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero pertossicodipendenti, la X-Kalay, un’esperienza breve che però lo aiutò chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni risalenti al suo percorso esistenziale di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo Un oscuro scrutare. Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all’incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick iniziò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un’esperienza mistica, Dick prese a scrivere l’Esegesi, una vasta raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico a partire dai quali scrisse la celebre Trilogia di Valis, punto d’arrivo della sua esperienza letteraria.

Morì a Santa Ana, in California, per collasso cardiaco, nel 1982, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano a dargli per la prima volta una certa sicurezza economica, e mentre era in lavorazione il primo film basato su una delle sue storie: Blade Runner, di Ridley Scott, che Dick non poté vedere completato, anche se riuscì a visitarne il set. (Biografia tratta da Wikipedia)