Speciale P.K.Dick – MR LARS SOGNATORE D’ARMI (The Zap Gun, 1967)

SpecialePhilipDick[11]

sPECIALE Pkds-l1600Cercate di immaginare questa scena: il redattore della Pyramid Books, una casa editrice specializzata in fantascienza, che alla metà degli anni Sessanta dichiara di essere pronto a comprare un romanzo intitolato Space Opera, e un altro che per titolo abbia The Zap Gun (che vuol dire “pistola a raggi”, il termine che un bambino americano userebbe per definire un’arma giocattolo dall’aspetto fantascientifico). Jack Vance si dichiara pronto a scrivere Space Opera; Philip K. Dick, che di soldi ne aveva sempre bisogno, scrive The Zap Gun. Gli autori di fantascienza erano, e in gran parte sono, professionisti pronti a tutto pur di portare a casa l’assegno; più artigiani che artisti. Poi capita uno come Dick che oltre a essere un bravo artigiano era anche un artista vero e proprio, ma gli capitava spesso (specie negli anni Sessanta) di scrivere solo per i soldi, e questo è il caso del presente romanzo, che però ha una storia di pubblicazione da approfondire.

Per scrivere The Zap Gun Dick ricicla un romanzo breve che aveva pubblicato in due puntate, una nel novembre del 1965, la seconda nel gennaio del 1966 sulla rivista Worlds of Tomorrow. Essere professionisti voleva anche dire non buttar mai via niente, e saper riutilizzare un racconto, un abbozzo, degli appunti. (Un altro scrittore di fantascienza ben noto, Isaac Asimov, insegnava agli aspiranti scrittori che pure se un racconto te lo rifiutano dieci volte non te ne devi mai sbarazzare; prima o poi qualcosa ci farai.) La versione su rivista però si chiamava Project Plowshare, che vuol dire “progetto aratro”: citazione del libro di Isaia, nell’Antico Testamento, dove si parla di trasformare le spade in aratri.

Questo succede nella società del 2004 come la immagina Dick: la guerra fredda continua, in apparenza, però in realtà Est e Ovest si sono accordati per smettere di investire somme colossali in armamenti. Entrambi i blocchi fingeranno di sviluppare nuove armi, poi però troveranno usi pacifici di queste nuove mirabolanti tecnologie. In realtà le super-armi sono fasulle, e i dispositivi “pacifici” che se ne ricavano sono semplicemente gadget esteticamente gradevoli che vanno di moda e per questo sono venduti ai consumatori. Due dei personaggi sono proprio disegnatori, o meglio stilisti di armi: Lars Powderdry lavora in Occidente, mentre Lilo Topchev in Oriente, divisi dalla politica, ma uniti dalla comune professione. E poi Lars avverte una forte attrazione sessuale per Lilo.

ZPGN1978I due stilisti possono incontrarsi quando appare un misterioso satellite che non appartiene né all’URSS né agli USA. Sarà di origine aliena? Come sia sia le due superpotenze decidono che in certi casi è meglio darsi una mano, e concordano che sarà meglio prepararsi al peggio, quindi chiedono ai due sognatori di armi di entrare in trance insieme per ideare un’arma che però funzioni veramente (è grazie a una trance innescata da allucinogeni che gli stilisti di armi riescono a immaginare le loro creazioni).

L’incontro tra Lars e Lilo però non è che vada bene più di tanto, visto che lei tenta di accopparlo; poi però, fallita la trance, decide di scappare con lui in Occidente perché nel blocco comunista non le perdoneranno il fallimento. A causa di ciò Maren, la compagna di Lars, si suicida. Dopo di ciò la trama, nella miglior tradizione dickiana, deraglia completamente, tra viaggi nel tempo, droghe, fumetti, complotti e cospirazioni, colpi di scena spettacolari, fino alla risoluzione nella quale la soluzione verrà suggerita dal vecchio Orville, un’intelligenza artificiale che un tempo era il sistema di guida di un missile.

Non è proprio il miglior Dick, ma ha i suoi momenti: come al solito, anche nelle fasi meno ispirate della sua carriera, Phil riusciva sempre a tirare fuori quelle dieci pagine che non t’aspetti e ti fanno comunque contento di leggerlo. Va aggiunto che mentre scriveva questo romanzo dalle tonalità grottesche e comiche, Dick era alle prese con un’opera di ben altro spessore, e cioè La penultima verità; e aggiungiamoci il divorzio da Anne Rubinstein, la sua seconda moglie (con la quale aveva avuto la sua prima figlia, Laura).

Chiudo ricordando che The Zap Gun uscì in Italia con quel titolo abbastanza discutibile (decisamente brutto) nel 1970 su Galassia; che è stato ripubblicato più volte, e che ora lo stampa Fanucci, sempre col titolo decisamente brutto. Peccato. Comunque anche il fatto che sia ancora in stampa vorrà dire qualcosa. E poi se andate a vedere scoprite che il traduttore è nientemeno che Carlo Pagetti, e anche questo vorrà pur dire qualche cosa, no?

Umberto Rossi