Recensione: “Il pianeta Sangre” (The Men in the Jungle, 1967) di Norman Spinrad

Recensione di Mario Luca MorettiIl Pianeta SangreDa tre secoli, Sangre è governato e dominato dalla crudele e corrotta Confraternita del Dolore, una casta quasi sacerdotale dedita alla tortura, all’omicidio, allo schiavismo e persino al cannibalismo. Bart Fraden intuisce che su questo pianeta remoto esistono le possibilità di una rivoluzione, poiché il popolo è tiranneggiato e vittima delle peggiori brutalità. Instaura quindi una specie di guerra, per buona parte psicologica, contro i dominatori e in particolare contro la città capitale di Sangre. Sono episodi pieni di avventura e di tensione. Ma lo stesso Bart, man mano che la sua guerra progredisce, è costretto a prendere atto delle conseguenze disastrose che potrebbero nascere dal suo desiderio di condurre un popolo a una vita migliore. Sangre potrebbe costargli più che la vita: potrebbe distruggere la sua anima…Un libro fuori del comune, per lettori preparati ad affrontare circostanze e verità fuori del comune.

Titolo: Il pianeta Sangre | Autore: Norman Spinrad | Titolo originale: The Men in the Jungle, 1967 | Per tutte le edizioni italiane clicca QUI | Per tutte le edizioni del romanzo clicca QUI

Se esiste un autore controverso nell’ambito della fantascienza, questo è Norman Spinrad. Il suo romanzo Jack Barron e l’eternità (Bug Jack Barron, 1969) fu discusso nel Parlamento inglese, ad esempio, e rischiò di essere bandito dal Regno Unito, mentre Il signore della svastica (The iron dream, 1972) fu proibito in Germania per alcuni anni. Nonostante abbia vinto vari premi e sia stato due volte presidente della SFWA, il suo ultimo romanzo, Osama and the gun fu autopubblicato come ebook nel 2007 dopo i rifiuti degli editori americani, uno più scandalizzato dell’altro, a detta di Spinrad.

Pianeta Sangre (The men in the jungle, 1967) è il suo terzo romanzo ed è ancor oggi di stupefacente attualità.

The artist is not credited, no visible signature on the artworkAmbientato in un imprecisato futuro in cui lo spazio è colonizzato e suddiviso in vari stati, racconta di un trio di avventurieri dediti alla rivoluzione come professione: il politico Bart Fraden, la sua amante Sophia, il militare Willem Vandenberg. Dopo aver preso il potere nella Fascia degli Asteroidi e averlo perso per una coalizione delle grandi superpotenze del Sistema, i tre cercano un pianeta su cui riproporre il loro schema “rivoluzionario” e approdano sul pianeta Sangre, dove gli esseri umani vivono in una spaventosa gerarchia detta Ordine Naturale, al cui vertice sta la Confraternita del Dolore, che ha imposto un sistema basato sul sadismo e sul cannibalismo, vero e proprio cardine della scala alimentare. Non senza disgusto, Fraden si adegua al sistema architettando con Vandenberg un piano fatto di tradimenti, doppi e tripli giochi, condizionamenti propagandistici e infine di una guerriglia volta al rovesciamento della Confraternita e del suo leader, Moro. Ma più di una volta i suoi piani gli sfuggiranno di mano.

Il romanzo di Spinrad riesce a mescolare umorismo satirico e nefandezze che dire splatter è poco. Ispirandosi forse alla Modesta proposta di Jonathan Swift, Spinrad non solo porta in scena (e senza allusioni) atrocità come l’infanticidio e il cannibalismo, ma si spinge ben oltre costruendo una società (“distopica” è un eufemismo) in cui il totalitarismo giustifica e teorizza apertamente il sadismo più efferato e il sopruso del forte contro il debole, con un condizionamento che fa impallidire per efficacia ed estremismo quello di 1984 di Orwell.

Cover Melvyn GrantLa macelleria abbonda in Pianeta Sangre, e in maniera qua e là ripetitiva, ma sarebbe sbagliato fermarsi a questo aspetto. Nel tratteggiare i tre protagonisti terrestri del romanzo Spinrad disegna un’analisi del potere, dei suoi meccanismi, delle sue falsità e manipolazioni che ancor oggi lascia stupefatti per la sua aderenza a vicende che possiamo vedere nelle cronache politiche attuali, vicine e lontane. Fraden e Vandenberg e Sophia sono lestofanti, fedeli o infedeli l’uno all’altro e al popolo che sfruttano e manipolano a seconda delle circostanze, ma Spinrad non ne fa macchiette o simboli, bensì personaggi a tutto tondo. Li carica di sfumature, ambiguità, sentimenti; sono megalomani, ma hanno cedimenti al rimorso e alla pietà, per quanto fugaci e secondari rispetto ai loro progetti. Ma proprio per questo riesce a renderli, se non simpatici, umani, non così lontani dalla nostra conoscenza. Ma alla fine questo aggiunge un ulteriore brivido alla schiena del lettore: nonostante la sublimazione in un mondo fantastico, rendersi conto che figure del genere non sono mostri alieni, ma nostri vicini, di quelli che magari finiscono con il guidare la politica.

Non si può dire che Spinrad sia un raffinato stilista. La sua scrittura è avvincente, ma diretta e rapida, tipicamente popolare. L’unica sofisticheria è forse l’uso sapiente delle ellissi. Eppure è capace di monologhi interiori di grande profondità e tensione emotiva. E allo stesso tempo sa costruire scene di massa di grande potenza visiva e descrittiva. E i momenti in cui descrive l’estasi megalomaniaca di Fraden sono ricchi di un loro spaventoso pathos.

Uncredited cover art, no visible signatureSpinrad fu fra i primi scrittori a introdurre l’erotismo nella sf. E anche qui risulta spaventoso e convincente come descrive la passione ambigua fra Fraden e Sophie, fatta forse anche d’amore, ma prima ancora di ambizione, sfruttamento reciproco, fedeltà interessata. Si discute spesso del legame fra sesso e potere, ma le pagine di Spinrad riescono a essere più esplicite ed esaurienti di tanti trattati al riguardo.

Nella guerriglia guidata da Fraden e Vandenberg contro Moro, diversi critici hanno visto una metafora della guerra del Vietnam. Personalmente penso che il discorso di Spinrad sia più ampio e riguardi in genere i movimenti di guerriglia e liberazione che hanno caratterizzato il 20° secolo. La sua visione è del tutto disincantata, non meno pessimista della sua concezione della politica. I guerriglieri di Pianeta Sangre sono strumentalizzati da capipopolo che sostituiscono una propaganda con un’altra, che li usano come carne da cannone per una guerra che mira a sostituire un regime totalitario con un altro, una forza armata non meno brutale e ottusa dei soldati regolari che combattono. Si può condividere o meno una visione così secca e desolante, ma di certo diventa facile capire le ostilità raccolte da un autore così provocatorio e stimolante.

Mario Luca Moretti

SpinradL’AUTORE

Norman Richard Spinrad (New York, 15 settembre 1940) è un autore di fantascienza statunitense. Spinrad, nato a New York nel 1940, ha conseguito un titolo di Bachelor of Science presso il City College of New York. Successivamente ha viaggiato molto per gli Stati Uniti, il Messico e l’Europa, vivendo a Los Angeles, San Francisco e Londra. Da alcuni anni risiede a Parigi. Nel 1990 si è sposato con la scrittrice N. Lee Wood da cui ha divorziato nel 2005 senza avere figli. Ha pubblicato la sua prima storia breve nel 1963 diventando uno scrittore a tempo pieno a partire dal 1966. Oltre all’attività di romanziere ha anche scritto sceneggiature per la televisione americana tra cui un episodio delle serie classica di Star Trek. È stato in passato presidente della Science Fiction and Fantasy Writers of America (SFWA). Il suo romanzo Il signore della svastica (The Iron Dream, 1972) fu per anni bandito in Germania perché presentato come opera di un Adolf Hitler ucronico che, anziché darsi alla politica, emigra negli anni ’20 negli Stati Uniti dove trova lavoro prima come illustratore di copertine di pulp magazine poi come scrittore di fantascienza. Fantasia sadica e razzista travestita da science fiction, il romanzo riscosse un enorme successo. Ovviamente Spinrad voleva denunciare le pulsioni autoritarie e fascistoidi tipiche della fantascienza degli inizi e, dopo otto anni, il bando censorio della Repubblica Federale Tedesca fu annullato. Anche un’altra sua opera, Jack Barron e l’eternità (Bug Jack Barron, 1969), ha ricevuto forti critiche da parte di un membro del Parlamento Inglese.