Recensione: “Carnivori” (2017) di Franci Conforti

La fantascienza delle donnecover-2Siamo costretti a nutrirci di ciò che è stato vivo. Che forma avrà il destino quando, tra poco, gli eventi economici e politici faranno deflagrare le necessità sociali e la sensibilità verso la vita, quando il rispetto e il bisogno universale di sopravvivere saranno patrimonio comune? Che cosa accadrà nel momento in cui ci accorgeremo che il nuovo cibo universale, quello che non uccide e nutre in modo perfetto, è a un solo passo dall’universalità superiore della vita?

Titolo: Carnivori | Autrice: Franci Conforti | Romanzo vincitore del premio Kipple 2017 | Pagine: 208 | Pubblicato da Kipple Officina Libraria Anno: 2017 | EAN: 9788898953820 | Prezzo: cartaceo 15€ – eBook 2,99€

Dopo aver parlato di Octavia Butler, Pat Cadigan e delle donne al telecomando, torniamo alla fantascienza nostrana e contemporanea, con un’autrice che negli ultimi due anni si è fatta notare in diversi concorsi letterari: Franci Conforti. Vincitrice del Premio Odissea 2016 con una divertente ghost story (“Spettri e altre vittime di mia cugina Matilde”, Delos Digital), quest’anno è stata tra i finalisti del Premio Urania Mondadori e, nello stesso periodo, si è portata a casa un altro ambito trofeo: il Premio Kipple, bandito annualmente da Kipple Officina Libraria.

Il romanzo in questione si intitola “Carnivori” e, come suggerisce il titolo, tratta uno dei temi più attuali, sentiti e anche spinosi che ci siano: l’alimentazione. Più nello specifico, affronta domande intorno alle quali, oggi, pullula un complesso e inferocito dibattito: è giusto nutrirsi di altre forme di vita? È ipotizzabile un futuro in cui l’alimentazione umana non dipenderà più dalla controversa industria zootecnica?

L’opera si apre sulla protagonista, una militare statunitense di nome John Smith, che esce da un “istituto correttivo” accanto alla Base Aerospaziale di Vandenberg. Ha scontato solo parte della sua condanna, il resto le sarà condonato se prenderà parte a una missione molto particolare. Attraverso la storia di John Smith, assisteremo agli sviluppi di una particolare “guerra trofica” che potrebbe cambiare il concetto stesso di genere umano.

L’autrice ha scelto un tema potenzialmente esplosivo e lo ha fatto non solo con grande coraggio, ma con molta delicatezza, senza pregiudizi, valutando le conseguenze di diverse scelte e proiettandole in un’ottica fantascientifica. Questo aspetto impreziosisce il testo, che non diventa un semplice romanzo a tesi, ma un incessante punto interrogativo; un’esplorazione letteraria, ma anche etica, dell’”abisso” menzionato dall’autrice nella riflessione che apre il romanzo. Non si deve, insomma, concordare o meno sul concetto di base per apprezzare “Carnivori” (per dire, l’autrice e io la pensiamo in modo opposto); bisogna lasciarsi andare alla fantascienza e alla sua capacità di sondare il possibile senza dare facili risposte.

Da un punto di vista tecnico è un ottimo romanzo, dalla prosa pulita ed evocativa, capace di tratteggiare con cura la psicologia della protagonista e di sorprendere il lettore con sequenze dinamiche e ricche di suspense.

Insomma, brava a Franci Conforti che ha portato un tema importante nella fantascienza italiana contemporanea, e ha prodotto un’opera profonda e godibile da ogni punto di vista; e complimenti anche a Kipple Officina Libraria per aver premiato il testo, sicuramente un tassello significativo nel loro catalogo.

Elena Di Fazio