Distopie e Apocalissi Italiane del XXI Secolo: “L’onnipotente” (2011) di Michele Vaccari

Distopie e Apocalissi Italiane del XXI SecoloDistopie e apocalissil-onnipotente-sugarpulpFiglio di un pezzo grosso della politica italiana, Santo Bustarelli ha il destino segnato: sarà ancora più potente del padre. Non mira però a diventare ministro o presidente del consiglio, vuole di più, vuole il potere dei poteri. Vuole ascendere al soglio di Pietro, essere papa, disporre dei beni della Chiesa e delle anime dei fedeli. Una volta ordinato sacerdote, Santo dispiega metodi di propaganda inauditi. Apre le prime discoteche cristiane al mondo e le sue prediche in diretta televisiva hanno un seguito oceanico. Allo stesso tempo stringe sotterranei accordi con la mafia e con i produttori di armi, controlla i traffici di droga e addestra un esercito di diseredati pronti a scatenare per lui l’Apocalisse. All’apparenza è un moralizzatore, in realtà è un individuo abbietto che brucia le tappe della carriera ecclesiastica partendo da Chiavari, in Liguria, per arrivare in Vaticano. Dove il vecchio papa comincia a tremare. L’onnipotente” è un romanzo intenso e scandaloso scritto senza mezze misure. Un assalto scagliato contro chi ha dimenticato che al centro della Chiesa deve stare la fede e non le cose del mondo. Ma anche, e soprattutto, una rappresentazione di cosa accade quando il potere mira solo al suo accrescimento. Si tratta di una fame pericolosa, che è il marchio dei nostri anni.

Titolo: L’onnipotente | Autore: Michele Vaccari | Editore: Laurana Editore | Collana: Rimmel narrativa italiana | Anno edizione: 2011 | Pagine: 221 | Brossura | EAN: 9788896999035

Ai tempi in cui lessi questo L’Onnipotente, pubblicato nel 2011 da Laurana Editore e attualmente ultima opera letteraria di Michele Vaccari, mi chiesi se nella lettura avessi profuso la dovuta attenzione. Arrivato all’ultima pagina, infatti, rimasi perplesso, con l’amaro in bocca. Trascorso ormai qualche anno, e “ispirato” dalla messa in onda su Sky del serial The Young Pope, diretto da Paolo Sorrentino, mi sono tornate in mente tutte quelle potentissime immagini, sapientemente descritte dal giovane scrittore genovese, che in qualche modo mi hanno riportato all’opera del celebre cineasta napoletano.

Grazie a una spiccata e originale padronanza della lingua italiana, Vaccari è capace di riversare nelle pagine tutta una serie di descrizioni e dialoghi che sono letteralmente scolpiti nella mente del lettore, come se si stesse assistendo a un’opera visiva e non letteraria. Nel far questo, Vaccari eccede nell’utilizzo di uno stile abbastanza pesante e pomposo. Periodi interminabili, spesso senza punteggiatura, con iperboli linguistiche che si aggrovigliano apparentemente senza capo né coda, salvo poi dover tornare indietro per riprendere il filo del discorso e costatare che, nonostante tutto, la profusione di parole e frasi rimane perfettamente in piedi, ma in equilibrio precario. Oppure, come credo di aver fatto in qualche occasione, si passa avanti e pazienza se non si è colto il senso. Alla fine la storia risulta interessante, finanche coinvolgente, e i protagonisti vengono ben caratterizzati, anche se a volte paiono troppo caricaturali, eccessivi.

L’Onnipotente narra le gesta – appunto – di un potente, figlio di potenti, che ambisce al soglio di Pietro, massima aspirazione per chi ha nell’ambizione, nell’attitudine al comando e nella brama di potere la propria ragione d’essere. Diventare Papa per governare le coscienze dei fedeli e, in prospettiva, il mondo intero. Per far questo il protagonista mette scientemente da parte la sua di coscienza. Cosa che per altro gli viene facile, poiché sembra non averne mai avuta una realmente cristiana. Tutto suo padre: politico di razza che persegue il fine e si sbarazza dei mezzi. E così Santo Bustarelli, nome chiaramente allegorico, al fine di perseguire il suo scopo, mette da parte qualsiasi tipo di scrupolo, portando avanti dentro le mura vaticane e in un’Italia i cui giovani sono persi tra alcol, droga, sesso e degenerazione, una malcelata politica di prevaricazione, eliminazione dell’avversario e circuizione delle anime fragili. Tecniche di evidente ispirazione mafiosa, mutuate dalla malavita più spietata e dalla politica più corrotta. Senza negarsi, neanche lui, qualsiasi tipo di eccesso e dissoluzione.

Provate a leggerlo, ma con attenzione.

Thomas Mytom Pitt