Serie TV: “Ai confini della realtà” (The Twilight Zone, 1959)

Articolo di Omar SerafiniQuesta scheda di approfondimento è legata al podcast di FantaSCIentiFIcast  “Ai confini… del Rinoceronte! – FantascientifiCast 055” che potete ascoltare cliccando QUItwilight_zone

Ai confini della realtà è senza dubbio la serie antologica che ha riscosso maggior successo nella storia della fantascienza televisiva. Malgrado non ci siano personaggi o ambientazioni ricorrenti alle quali affezionarsi, lo stile e la qualità degli episodi hanno catturato la fantasia di moltissimi appassionati, tanto da essere considerata oggi una delle migliori serie mai realizzate. Ai confini della realtà è opera di Rod Serling: oltre ad averla ideata, Serling ha anche sceneggiato la maggior parte degli episodi prodotti, infondendo alla serie la sua personale visone del mondo.

Narrazione d’apertura

C’è una quinta dimensione oltre a quelle che l’uomo già conosce, è senza limiti come l’infinito e senza tempo come l’eternità. È la regione intermedia tra la luce e l’oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l’oscuro baratro dell’ignoto e le vette luminose del sapere. È la regione dell’immaginazione, una regione che si trova… ai confini della realtà.

Fortune telling machineAnalisi

Quando nel 1957 Serling iniziò a gettare le basi di quello che sarebbe stato il suo lavoro più importante e impegnativo, era già un affermato scrittore per la TV. Alle sue spalle aveva tre Premi Emmy e una lunga serie di successi. Da un punto di vista professionale Serling poteva certamente ritenersi soddisfatto, ma non lo era altrettanto da un punto di vista creativo. In numerose occasioni le sue sceneggiature avevano subito pesanti modifiche imposte dagli sponsor, sempre preoccupati di offendere alcune fasce di potenziali clienti. Nel migliore dei casi le modifiche si limitavano a cambiare l’ambientazione della storia, o alcuni nome dei personaggi, ma altre volte venivano richiesti cambiamenti più sostanziali. Ad esempio, una compagnia di assicurazioni pretese l’eliminazione del suicidio di uno dei protagonisti, dato che i casi di suicidio generano spesso dispute legali da un punto di vista assicurativo. L’ingerenza degli sponsor era molto più limitata nelle serie di ambientazione fantastica, dato che i temi venivano percepiti come del tutto estranei alla realtà. Queste considerazioni Serling a sviluppare una serie televisiva antologica di ambientazione fantasy e fantascientifica.

Nel 1957 Serling presentò la sua idea all’emittente statunitense CBS, accompagnandola con la sceneggiatura per un eventuale episodio pilota, intitolato The Time Element. La CBS era estremamente scettica riguardo alle potenzialità della serie e The Time Element venne presto archiviato. L’anno seguente la sceneggiatura fu utilizzata per un’altra serie antologica prodotta dalla CBS, intitolata Westinghouse Desilu Playhouse (1958-60). Preoccupati di un’eventuale reazione negativa da parte del pubblico, i dirigenti della CBS decisero comunque di inserire un commento finale, per fornire una possibile spiegazione razionale degli eventi narrati. Il commento fu aspramente criticato, ma l’episodio fu uno dei più seguiti dell’intera stagione, e Serling ottenne il via per la produzione di Ai confini della realtà. Il 2 ottobre del 1959, la serie debuttò sugli schermi statunitensi con un nuovo episodio pilota, intitolato La barriera della solitudine.

Nel corso degli anni che seguirono, la serie subì fortune alterne. Seppure con indici d’ascolto sempre rispettabili, Ai confini della realtà aveva sempre difficoltà a trovare degli sponsor che comprendessero appieno lo spirito della serie. All’inizio del quarto anno di produzione, la CBS decise di allungare la durata degli episodi, che da mezz’ora diventò un’ora, nella speranza di conquistare una fetta più consistente di pubblico. Sfortunatamente, questa decisione si rivelò controproducente: spesso gli episodi da un’ora non erano altro che storie da mezz’ora prolungate per occupare tutto il tempo disponibile. L’immediatezza e la vitalità delle stagioni precedenti ne risultavano compromesse, e la qualità delle storie andò peggiorando. Per la sua quinta e ultima stagione la durata degli episodi fu riportata alla mezz’ora originale, ma questo non fu sufficiente. Lo stesso Serling iniziava a essere a corto d’idee, e in diverse occasioni i nuovi episodi non erano altro che copie sbiadite di altre storie già realizzate in precedenza. Alla fine della quinta stagione, lo scarso successo di pubblico decretò la chiusura definitiva della serie.

Rod SerlingUna volta conclusa la serie, Serling tentò di proporre la sua idea ad altre emittenti televisive. Tuttavia, dato che la CBS deteneva i diritti sul nome Ai confini della realtà, fu costretto ad apportare alcune piccole modifiche alla formula originale. La nuova serie, intitolata Mistero in galleria, fu acquistata dalla Universal e debuttò sulla NBC l’8 novembre 1969. Ciascun episodio di Mistero in galleria conteneva due o tre storie, accompagnate a volte da brevi frammenti riempitivi. La serie non raggiunse mai la qualità o la popolarità di Ai confini della realtà, probabilmente perché l’apporto creativo di Serling era estremamente limitato rispetto a quanto era avvenuto in precedenza. Nel 1973 si concluse Mistero in galleria e due anni più tardi Serling morì. Nel 1983 la Warner Bros produsse un film ispirato alla serie e successivamente la CBS la riportò sul piccolo schermo con dei nuovi episodi. Come spesso accade, nessuna di queste reincarnazioni riscosse lo stesso successo dell’originale, e la nuova serie televisiva venne chiusa nel 1989 dopo sole tre stagioni. L’ultima produzione di Ai confini della realtà risale al 1994, quando, utilizzando due sceneggiature scritte da Serling per la vecchia serie, fu realizzata Ai confini della realtà – I tesori perduti, uno speciale di due ore distribuito in Italia dapprima in videocassetta e poi trasmesso da TMC.

La serie originale di Ai confini della realtà è considerata oggi un classico della fantascienza televisiva. Tuttavia, dei 156 episodi realizzati, solo una parte possono definirsi realmente di fantascienza. In effetti, Ai confini della realtà tende a sfuggire a qualunque classificazione. La sua natura antologica conserva una completa libertà di ambientazione e di genere: all’interno della serie è possibile trovare l’horror, il giallo, la fantasy e anche la fantascienza nel senso più stretto del termine.Inoltre, il fatto che i protagonisti fossero diversi di episodio in episodio, lasciava in dubbio la conclusione fino all’ultimo instante, dato che non era necessario, e neanche comune, un lieto fine. Spesso le storie si concludevano con un imprevedibile quando memorabile finale a sorpresa. Naturalmente, la varietà di situazioni e di stili si riflette anche nella qualità degli episodi, non tutti riusciti. In molti casi la trama si basava su presupposti troppo semplicistici, e in altre occasioni lo stesso Serling cadeva vittima dei pregiudizi e della mentalità dell’epoca. D’altra parte, gli episodi migliori conservano ancora oggi intatta la loro forza narrativa. La qualità della fotografia e l’ottima caratterizzazione dei personaggi compensano perfettamente le limitazioni di mezzi e di effetti speciali. Se non un classico della fantascienza, Ai confini della realtà è certamente un classico della TV.

locandinaEdizione Italiana

La RAI trasmise per la prima volta Ai confini della realtà il 14 aprile del 1962, quando la serie originale stava concludendo il suo terzo anno di programmazione. La trasmissione italiana della serie è stata piuttosto travagliata e circa metà degli episodi sono rimasti inediti nel nostro paese. Dal 1962 al 1970, la RAI ha trasmesso complessivamente solo 25 episodi, scelti tra le prime quattro stagioni. In particolare, sei di questi appartenevano alla quarta stagione e avevano la durata di un’ora. Gli episodi trasmessi dalla RAI furono in seguito replicati dalla TV Svizzera Italiana, sia da TMC. Nei primi anni 80 la serie approdò su Italia 1; in questa occasione, e nelle repliche che seguirono, vennero trasmessi 78 episodi da mezz’ora provenienti dalle prime tre stagioni. Tutti gli episodi precedentemente trasmessi dalla RAI vennero riproposti, tranne i sei dalla durata di un’ora.

CREDITS

Titolo originale: The Twilight Zone – Paese di produzione: USA – Anno: 1959 – Stagioni/Episodi: 5/ 156 (138 episodi da 30′ + 18 episodi da 60′ – b/n) – Creata da: Rod Serling – Prodotta da: Rod Serling, Buck Houghton – Effetti speciali: Virgil Beck, Bob Waugh – Trucco: William Tuttle – Musiche: Bernard Herrmann, Marius Constant, Jerry Goldsmith.

Cast fisso. Ospite, narratore: Rod Serling (Emilio Cigoli).

Omar Serafini

Questa scheda di approfondimento è legata al podcast di FantaSCIentiFIcast  “Ai confini… del Rinoceronte! – FantascientifiCast 055” che potete ascoltare cliccando su: