Recensione: “The Astronaut” (1962) di Hank Searls – (inedito in Italia)

Recensione di Mario Luca MorettiThe AstronautMyron Phipps è l’ingegnere capo della Conorco, una società aerospaziale che realizza, per conto della NASA, il Progetto Pluto, mirato a mandare in orbita scimpanzé ed esseri umani. Ma è anche il progetto spaziale più sfortunato mai visto. Dopo due fallimenti costati la vita al primate Wilco, uno dopo l’altro i candidati astronauti si ritirano. Come non bastasse, lo staffi di Myron è una collezione di patologie psicotiche, dalla schizofrenia alla mitomania alla paranoia, e le loro patologie incidono non poco sulla catena dei fallimenti. Lo stesso Myron soffre di vertigini. E Chauncey North, il dispotico presidente della Conorco, è solo la più assillante delle pressioni che subisce Myron. Alla fine un astronauta volontario viene selezionato: l’asso della II Guerra Mondiale Lucky Lucas, che si rivela un inaffidabile erotomane. Ma Myron – e in fondo il suo delirante staff – non mollano, la loro tenacia nel voler mandare un uomo nello spazio non cede di fronte a nulla.

Autore: Hank Searls | Titolo: The Astronaut | Anno di pubblicazione: 1962 | INEDITO IN ITALIA

Hank Searls è un ingegnere aeronautico che, a cavallo fra gli anni ’50 e ’60, scrisse una serie di romanzi incentrati su ipotetiche ma realistiche innovazioni e anticipazioni in ambito aeronautico e spaziale, imbevuti dell’euforia della corsa allo spazio tipica di quel periodo. Oltre al rigore scientifico, in questa serie Searls si è sempre mostrato attento al lato umano dei suoi personaggi.

The astronaut ha un tono comico insolito per l’autore, che però resta fedele alla sua tipica linea introspettiva. La combinazione riesce felicemente. Da una parte Searls inanella una serie di situazioni assurde, non saprei quanto credibili (lui era del mestiere…) ma senz’altro vivaci e spassose. Dall’altra scava nelle psicologie di Myron e dei suoi collaboratori, stralunati eppure umanissimi. E, come in altri suoi libi, riesce a farci appassionare alla loro missione,alla loro ostinata volontà di raggiungere e superare il cielo. E fra questi mi piace ricordarne due: Billingsley Schmucker, tecnico afflitto da un alter ego schizoide (un leprechaun!) che lo assale nei momenti più importuni, e Stanley Livingstone, uno scimpanzé, aspirante astronauta, talmente intelligente da poter comunicare con gli esseri umani, e alla fine molto più sensato e ragionevole di loro.

Se la carica rende i romanzi di Searls ancora attuali, nonostante la loro “arretratezza” nella ricerca spaziale, di The astronaut si può dire in più che abbia anticipato le tesi cospirazioniste intorno alla presunta falsità dei viaggi spaziali. Nel romanzo abbondano le mistificazioni inscenate dai militari e dagli scienziati della NASA. Lo stesso Myron ne architetta uno clamoroso, e la sua soluzione dà al libro un brillante colpo di scena finale.

Mario Luca Moretti

Hank-SearlsL’AUTORE

Hank Searls. Nato il 10 agosto 1922, è un autore e sceneggiatore americano. Fra i suoi romanzi “The crowded sky” (1960), che fu adattato in un film con Dana Andrews e Rhonda Fleming, “The penetrators” (1965, con lo pseudonimo Anthony Gray) e “The Pilgrim Project” (1964), che fu adattato nel film “Conto alla rovescia” (1968). Searls scrisse anche le novelisation dei film “Lo squalo 2” (1978) con Roy Scheider e Murray Hamilton, e “Lo squalo IV” (1987) con Michael Caine e Lorraine Gary.