Recensione: “Necrospirante” (2016) di Clelia Farris

NecrospiranteNessuno sa bene cosa siano i necrospiranti. Neppure loro stessi. L’unica cosa che sa Antine è che è molto meglio starne alla larga. Per questo non è molto contento quando si sveglia e si ritrova in mezzo al deserto, dolorante, con una di quelle creature che gli sta succhiando il sangue. E scappare neanche a parlarne, perché una corda apparentemente indistruttibile lo lega a quel mostro. Da Clelia Farris, vincitrice del Premio Fantascienza.com e del Premio Odissea, un nuovo romanzo ricco di idee, di personaggi che escono dalla pagina e di tanta sana avventura.

Titolo: Necrospirante | Autore: Clelia Farris | Anno di pubblicazione: 2016 | Collana: Odissea Digital Fantascienza n. 26 | Editore: Delos Digital | ISBN: 9788825400007 | Pagine: 293 | Romanzo finalista al Premio Urania | Formato: ebook | Prezzo: 3,99€ | Copertina di Daniele Gay

Clelia Farris è, nella fantascienza letteraria italiana, una vera e propria creatura aliena. Schiva e riservata già dai tempi dei suoi primi successi, quando vinse l’allora premio Fantascienza.com con l’acclamato “Rupes Recta”, all’irrompere dell’universo social è rimasta ugualmente appartata: di lei non si trova traccia se non nei titoli dei libri e dei racconti che ha scritto e pubblicato in questi anni. Forse non è un caso se, lontana da quel grande “divoratore di energie” che è Facebook, Farris si è imposta tra le penne di punta della fantascienza italiana.

Al di là dei successi nei concorsi letterari, la scrittrice sarda si è sempre distinta per alcune caratteristiche: una cifra stilistica personale, che la rende unica e riconoscibile; una produzione mirata, asciutta, mai ridondante; un immaginario inedito o comunque rielaborato perché sia più originale possibile.

La fantascienza delle donneDopo averci portato sulla Luna (“Rupes Recta”), nel Sud-Est Asiatico (“Nessun uomo è mio fratello”) e in Egitto (“La pesatura dell’anima”, “La giustizia di Iside”), con “Necrospirante” Farris ci trascina in una Terra distopica sommersa dal deserto, dove i resti della nostra civiltà perduta vanno cercati sotto la sabbia e il sole.

In questo mondo dai connotati post-apocalittici si apre la vicenda principale del romanzo: il giovane Antine si sveglia nel deserto, legato da una corda indistruttibile a una cosiddetta necrospirante. Aliena, zombie, vampira? La convivenza forzata fra i due e il loro viaggio ci accompagneranno alla scoperta del peculiare universo costruito dall’autrice, che si disvela un po’ alla volta, senza alcuna forzatura e soprattutto senza tracce di infodump.

Da un punto di vista stilistico il romanzo è ineccepibile: pulito, finemente cesellato, ligio alle regole e al tempo stesso poetico. Qua e là Clelia Farris dissemina elementi divertenti e gustosissimi inseriti in un contesto più che serio (l’abbigliamento di Antine all’inizio della storia, o il geniale personaggio La Bocca), mentre ci fornisce indizi sempre parsimoniosi sul nuovo mondo di cui racconta, le sue regole, il suo passato.

Tutto questo è sempre stato un pregio dell’autrice, che lascia al lettore il compito di mettere insieme i pezzi, le immagini, i retroscena; lo è anche in questo caso, sebbene l’impostazione del romanzo lo renda a tratti lento, come se carburasse un po’ alla volta prima di dare gas.

Una volta abituati al particolare ritmo del testo, riusciamo finalmente a respirarne le atmosfere a pieni polmoni e ad apprezzarne la grande forza immaginifica. Sebbene non ci siano riferimenti immediatamente riconoscibili, il mondo desertico descritto nel romanzo è proprio la Sardegna dell’autrice (ne accenna in un’intervista su La Bottega del Barbieri), così come lei stessa suggerisce un tema portante comune a tutte le sottotrame dell’opera: l’incontro-scontro col diverso, l’alieno, intenso in senso intimo e universale al tempo stesso.

“Necrospirante” è un romanzo molto particolare, magnetico e suggestivo, fra Tanith Lee e Ray Bradbury; un nuovo tassello nel percorso di un’autrice di cui speriamo di leggere ancora tanto e che, anche questa volta, non ha deluso le aspettative.

Elena Di Fazio

L’AUTRICE

Clelia Farris è nata a Cagliari nel 1967, dove si è laureata in psicologia con una tesi di epistemologia. Nel 2004 ha vinto il premio letterario Fantascienza.com con l’acclamato romanzo Rupes Recta, giunto alla seconda ristampa, e tre anni dopo ha vinto la prima edizione del Premio Odissea con Nessun uomo è mio fratello.  Con Kipple ha pubblicato altri due romanzi, La pesatura dell’anima e La giustizia di Iside, ambientati in un Egitto alternativo. Ha pubblicato diversi racconti su Fantasy Magazine e Robot. Nel 2015 per Future Fiction ha pubblicato il racconto Chirurgia creativa. Avvicinabile per gli argomenti e il modo di affrontarli a Ursula Le Guin, è da molti considerata tra i migliori autori della fantascienza italiana del decennio.