Introduzioni Cosmo Oro: “Stelle come polvere” (The Stars, Like Dust, 1951) di Isaac Asimov

Riccardo VallaStelle come polvereIntroduzione di Riccardo Valla al volume STELLE COME POLVERE di ISAAC ASIMOV COSMO – CLASSICI DELLA FANTASCIENZA – Volume n. 3 (1972)

Isaac Asimov è una personalità di primo piano in due campi distinti: la fantascienza con cui ha iniziato, e la divulgazione scientifica cui oggi si dedica quasi esclusivamente, e se come narratore è uno dei pochi autori apprezzati senza condizioni anche dal pubblico che non legge fantascienza abitualmente, nel campo della divulgazione è uno degli autori più ammirati e seguiti, per la sua capacità di presentare in modo vivace e immediato, quasi narrativo, argomenti scientifici che normalmente sono oggetto di corsi universitari ad alto livello.

Scorrendo l’elenco dei volumi divulgativi da lui scritti, si ha il ritratto di una personalità eclettica, fornita di una prodigiosa capacità di sintesi, istintivamente portata ad andare alla radice delle cose, e con conoscenze che vanno dalla biochimica alla fisica atomica, all’astronomia, alla matematica, oltre a incursioni occasionali nel campo della storia e della storia della scienza. In ciascuna di queste discipline, Asimov mostra un bagaglio di conoscenze pari a quello di un professore universitario, e se si osserva la sua prolificità di scrittore c’è ancor più da restar stupiti: in alcuni anni ha scritto anche cinque libri, tutti di ottimo livello qualitativo, su cinque materie diverse, oltre racconti, articoli, conferenze…

Anche dalla biografia di Asimov appaiono doti esemplari: una costante maturità di intenti, una sorprendente chiarezza di indirizzi nel saper amministrare se stesso. Nato nel 1920 a Petrovich, un sobborgo di Smolensk, da una famiglia di ebrei russi che nel 1923 emigrò negli Stati Uniti stabilendosi a Brooklyn, la sua infanzia fu accompagnata dalle difficoltà economiche degli immigrati ma egli riuscì ugualmente a seguire un regolare corso di studi fino alla laurea (ottenuta con «puro eroismo», dicono i suoi conoscenti di allora).

Dopo la seconda guerra mondiale, Asimov conseguì la libera docenza: per alcuni anni fu professore di biochimica a tempo pieno, poi passò a professore associato e ancor oggi conserva quel titolo.

I suoi inizi di scrittore di fantascienza risalgono ai primi anni di università. Gli interessi comuni lo portarono a contatto con l’ambiente degli appassionati newyorkesi, e nel 1938 fu tra i fondatori di una delle prime associazioni di cultori di fantascienza, la Futurian Science Literary Society, insieme a persone come Frederik Pohl, Don A. Wollheim, Cyril Kornbluth, che allora muovevano i primi passi nel professionismo e che negli anni successivi sarebbero diventati delle importanti personalità nel campo della fantascienza americana.

The stars like dustI racconti di Asimov di quel periodo seguono gli indirizzi comuni alla fantascienza di allora. Il primo racconto pubblicato, Marooned Off Vesta, descrive i problemi del ritorno di alcuni naufraghi spaziali; Trends parla dell’ascesa di una dittatura antiscientifica a sfondo religioso (negli stessi anni, su temi simili a quest’ultimo, apparivano alcuni noti romanzi di altri autori: L’alba delle tenebre di Leiber, Rivolta 2100 e La sesta colonna di Heinlein).

Agli inizi della sua attività di scrittore, e fino all’inizio degli anni cinquanta, la personalità che ha maggiormente influenzato Asimov è quella di J.W. Campbell, dalla sua posizione di direttore della più importante rivista di quei tempi.

In Asimov c’è una forte tendenza a servirsi dei meccanismi narrativi del romanzo poliziesco (Asimov è anche autore di alcuni romanzi gialli e, nella sua produzione fantascientifica, molti racconti e un romanzo – quest’ultimo una delle sue opere migliori, forse la migliore in senso assoluto: Abissi d’acciaio – sono «gialli») e fu probabilmente Campbell a incoraggiarlo verso il tipo complesso di narrativa, le trame macchinose, i rovesciamenti improvvisi del ciclo della Fondazione e della serie di racconti robotici. Al confronto con opere semplici e lineari come Le acque di Saturno (1952) o È una magnifica giornata (1955), i racconti robotici appaiono sforzati e artificiosi.

Possono dare un’idea dell’influenza di Campbell su Asimov due noti aneddoti del 1941. All’inizio dell’anno, Asimov aveva portato a Campbell un racconto. Secondo ragione, che parlava di un robot intelligente, montato su una stazione spaziale, che rifiutava di credere nell’esistenza della Terra e nel fatto che i robot fossero costruiti dagli uomini. Quando Campbell gli comunicò che il racconto era accettato per la pubblicazione, Asimov si recò da lui e lo trovò con in mano un foglio. Su quel foglio Campbell aveva scritto tre regole cui, secondo lui, un robot doveva conformarsi per non costituire un pericolo per il suo costruttore: un robot non può recar danno a un essere umano, un robot deve obbedire agli ordini, un robot deve proteggere la propria esistenza eccetera.

Asimov afferma che le famose «leggi della robotica» sono state inventate da Campbell: Campbell ha sempre affermato che gli erano venute in mente perché erano implicite nel racconto: comunque le tre leggi sono alla base di tutta la serie di racconti robotici di Asimov, che le sviluppò in tutte le possibili conseguenze sulla «psicologia» dei robot.

Isaac_AsimovIn una visita successiva, Campbell stava leggendo alcuni versi di Emerson: «Se le stelle apparissero una volta sola ogni mille anni, allora si che gli uomini crederebbero e adorerebbero, e conserverebbero per molte generazioni il ricordo della città di Dio!»

– Secondo te, – gli chiese Campbell a bruciapelo – cosa succederebbe alla gente se potesse vedere le stelle solo una volta ogni mille anni?

Asimov scosse le spalle.

– Diventerebbero pazzi! – esclamò Campbell. – E adesso vai a casa e scrivi il racconto.

Il suggerimento di Campbell fu accolto da Asimov per scrivere Cade la notte, il celebre racconto che descrive un pianeta che ruota in un sistema di sei soli ed è immerso perpetuamente nella luce; a causa di un eclisse, ogni duemila anni sul pianeta «cade la notte», scatenando la follia degli abitanti e la distruzione della civiltà.

Intanto Asimov, dopo essersi laureato in chimica, era entrato come ricercatore alla Naval Aircraft Factory. dove già lavoravano altri celebri autori di fantascienza come Heinlein e de Camp (c’era la seconda guerra mondiale, e molti autori scrittori furono comandati a impieghi militari). In quegli anni, la lettura dell’opera di Edward Gibbon, Declino e caduta dell’impero romano, suggerì ad Asimov di scrivere un racconto che parlasse dell’ascesa di un secondo impero galattico dopo il crollo del primo.

Inizialmente, Asimov intendeva scrivere un singolo racconto, ma Campbell gli propose di scrivere un ciclo cronologico di racconti, come avevano già fatto negli anni trenta E.E. Smith e lo stesso Campbell, e come stava facendo Heinlein nei racconti della «storia futura». Il ciclo di Asimov, che faceva perno su un’organizzazione, la Fondazione Hari Sheldon, votata ad accorciare la durata del medioevo tra i due successivi imperi, apparve in alcune riprese tra il 1942 e il 1949; negli anni immediatamente seguenti, Asimov ne utilizzerà lo scenario per scrivere tre altri romanzi che si collocano cronologicamente prima dello sfaldamento dell’impero galattico: Patria dei cieli (1950), Stelle come polvere (1951) e Correnti dello Spazio (1952).

La produzione narrativa di Asimov continua con La fine dell’Eternità (1955), Abissi d’acciaio (1953), Il sole nudo (1956) e con alcuni romanzi per adolescenti scritti con lo pseudonimo Paul French. Inizia in questi anni la sua produzione di libri scientifici, che negli anni successivi assorbirà una parte sempre maggiore del suo tempo: con il 1960 cesserà virtualmente l’attività di Asimov narratore. Egli curerà solo più alcune collezioni di romanzi e racconti (una di autori russi, una di premi Hugo), scriverà un occasionale romanzo basato su una sceneggiatura cinematografica. Viaggio allucinante, qualche racconto breve.

TSLDStelle come polvere si svolge nello scenario dell’impero galattico cui succederà la Fondazione Hari Sheldon: uno scenario ispirato dall’impero romano e dall’ipotesi che, a grandi linee, la Storia si ripeta. Con questo romanzo si conferma il passaggio di Asimov alla maturità e alla sua precisa personalità di narratore capace di fondere i temi della «vecchia guardia» degli anni quaranta – l’epoca d’oro del meraviglioso scientifico, la fase della scienza e delle azioni complesse, forti, cerebrali – con la nuova tendenza degli anni cinquanta verso racconti più sommessi in cui tecnologia ed emozioni umane hanno pari importanza.

Alla base di questo nuovo Asimov c’è uno sforzo genuino di anticipazione del futuro come situazioni umane, usi, abitudini giornaliere, e l’occhio dell’autore esamina i suoi personaggi con uno sguardo ironico e chiaro, ma anche comprensivo e appassionato, senza cedere alla tentazione di farne degli eroi a tutti i costi, ma assaporando la gioia di riscoprire le semplici emozioni e le semplici cose della vita.

Questo perché Asimov è soprattutto un grande scrittore. Come osserva Damon Knight a proposito di Le acque di Saturno.

«Uno scrittore meno grande avrebbe trasformato, per trovare qualcosa da dire, i protagonisti in piccoli eroi di cartapesta: occhi duri, labbra serrate, spalle da qui a là. I personaggi di Asimov sono invece persone simpatiche, umane, meravigliose perché non fanno nulla di straordinario.

«E uno scrittore meno grande, parlando del lungo viaggio verso Saturno, quello che trasforma il racconto da un bozzetto a un’epopea, l’avrebbe scandito con ammutinamenti, lastre squarciate, parassiti nelle vasche idroponiche e Dio sa che altro. Asimov riscopre la bellezza dei viaggi spaziali, la loro mistica euforia. Tra tutti gli scrittori che hanno descritto viaggi immaginari come questo, quanti hanno cercato di far risplendere sotto gli occhi del lettore il pianeta Saturno, di mostrarlo come il mostruoso gioiello che è in realtà?

«Leggendo quest’opera ci si accorge di quanto melodramma ci sia nella comune fantascienza, e quanto sia scarso il vero eroismo. Asimov fa sentire fisicamente le distanze, il freddo, la vastità infinita, e il coraggio di quelle piccole figure umane che lottano contro l’immenso scenario degli spazi.»

Un giudizio, questo di Damon Knight, che può valere esattamente anche per Stelle come polvere.

Riccardo Valla

Isaac AsimovL’AUTORE

Isaac Asimov, nato in Russia nel 1920, ha sempre vissuto negli Stati Uniti fino al 1992, anno della sua morte. È autore di libri famosissimi raggruppati in tre cicli: i romanzi dell’Impero (Paria dei cieli, Stelle come polvere, Le correnti dello spazio), i romanzi della Fondazione (Preludio alla Fondazione, Fondazione anno zero,Cronache della galassia, Il crollo della galassia centrale, L’altra faccia della spirale, Fondazione e Terra) e quelli dei Robot (Abissi d’acciaio, Il sole nudo, I robot dell’alba e I robot e l’Impero, romanzo in cui i vari cicli convergono). Ha pubblicato i romanzi autonomi Viaggio allucinante, Destinazione cervello, Neanche gli dèi e Nemesis. L’autobiografia è in due volumi: In Memory Yet Green e Joy Still Felt, solo il primo dei quali tradotto in italiano con il titolo di Io, Asimov. Asimov è celebre anche per i suoi moltissimi saggi di divulgazione tra cui Il corpo umano.

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