Introduzione di Sandro Pergameno al romanzo NEUROMANTE (Neuromancer, 1984) di William Gibson COSMO – CLASSICI DELLA FANTASCIENZA – Volume n.80 (Ottobre 1986)
Nato e cresciuto negli Stati Uniti ma residente ora a Vancouver, in Canada, con la moglie e il figlio, William Gibson viene considerato forse il più dotato di talento tra i nuovi scrittori emergenti nel campo fantascientifico.
Autore di due romanzi (questo Neuromante e Count Zero, che pur non essendo un seguito diretto del primo è ambientato nello stesso futuro alcuni anni dopo) e di un ‘ottima antologia di racconti, Burning Chrome (che raccoglie tutte le sue storie finora pubblicate), Gibson è uno scrittore molto controverso: molto amato e molto odiato dal pubblico e dalla critica è già celebre e carico di allori. Con questo Neuromante ha vinto infatti tutti i massimi premi fantascientifici: il premio Hugo, il premio Nebula, e anche il premio in memoria di Philip Kindred Dick.
Le sue storie, vivide e avvincenti, dal passo rapido e sicuro, scritte in uno stile chiaro e moderno, intenso ed estremamente visuale, sono un misto di romanticismo New-wave e di eccellente estrapolazione tecnologica. Le sue vicende, originali e trascinanti, si svolgono tutte in un mondo molto particolare e affascinante: una Terra non molto distante nel nostro futuro, un mondo sofisticatissimo di computer e di alta tecnologia, ricco di personaggi loschi e straordinari, bizzarri e coloriti («cowboy» cibernetici, donne guerriere, psicotici e pazzi deliranti, punk e morti redivivi), che ricorda in un certo senso l’ambientazione cupa e surreale delle storie di Philip Dick e soprattutto l’atmosfera di Bladerunner, la bellissima trasposizione cinematografica che Ridley Scott ha fatto de Il cacciatore di androidi, uno dei romanzi più riusciti di Dick.
In più abbiamo poi un pizzico di sapore «punk», che dà un tocco di novità al tutto. Il futuro in cui si svolge la vicenda descritta in Neuromante non è poi tanto lontano dal nostro presente: solo poche decadi ci dividono dalla Terra in cui si muove Case, il protagonista del romanzo. Eppure si tratta di un mondo estremamente diverso dal nostro: la tecnologia si muove molto rapidamente e i cambiamenti sociali e ambientali che hanno luogo nella nostra cultura crescono con una progressione esponenziale. Gibson ci mostra come sarà distorto il nostro futuro se i mutamenti continueranno con questa tendenza. Neuromante è una vista, uno sguardo al sottobosco criminale del ventunesimo secolo mentre interfaccia con l’elevato mondo delle ricche e potenti corporazioni del domani.
Case, il protagonista, si muove in un mondo di cupa delinquenza e di elevatissima tecnologia computerizzata, di droghe e di traffico nero di organi umani, di trapianti e di sfrenata ricchezza, di popolosi quartieri poveri e malfamati, un mondo di cyborg e di tetre strade notturne, di metropoli illuminate da un cielo grigiastro per le colorate luci al neon e gli ologrammi dei locali più pericolosi e degradati.
Case è un «cowboy» d’interfaccia, un uomo che con la mente riesce a entrare e muoversi nell’incredibile mondo delle matrici dei computer, il cosiddetto «cyberspace», dove la sua essenza disincarnata può frugare nelle banche-dati delle ricchissime corporazioni che dominano la Terra e rubare le informazioni che gli sono state richieste dai suoi mandanti.
Il romanzo narra la sua storia, la storia di un uomo che ha commesso un grave errore di ingordigia e rischia un destino cui preferirebbe la morte: il suo sistema nervoso viene danneggiato in maniera da impedirgli di entrare ancora nel misterioso mondo del «cyberspace». Naturalmente gli viene anche offerta un ‘ultima possibilità e starà a lui giocarsela bene.
C’è molta scienza, molta estrapolazione scientifica in questo romanzo, sotto forma di tecnologia applicata, ma viene sempre presentata come parte integrante di una vicenda che si muove a passo furioso ed è davvero avvincente con tutta la sua tensione e le sue sorprese. La storia è poi estremamente visuale: Gibson ha un vero dono per immaginare le scene così che sembra quasi di «vedere» questo romanzo come si potrebbe vedere un film. L’effetto è straordinario, effervescente, bello e a volte agghiacciante nella sua immediatezza e vividità, ma sempre toccante. E i personaggi di Gibson sono unici e veri: non macchiette stereotipate, ma solide, sostanziose figure umane da cui è impossibile non lasciarsi coinvolgere emotivamente.
Altri scrittori prima di Gibson hanno trattato di punk e di altri strani personaggi futuristici; moltissimi poi hanno scritto del mondo dei computer. Gibson non ha inventato il «cyberspace:», né tantomeno i cyborg o le metropoli future cupe e decadenti. È innegabile però che l’insieme che egli riesce a creare è un tutto unico e inconfondibile, splendido per la caratteristica chiarezza delle sue visioni future, per lo stile vivido e fluente, e per l’intensità d’esperienza che riesce a trasmettere, un’intensità raramente uguagliata in tutta la fantascienza.
Sandro Pergameno
L’AUTORE
William Ford Gibson (Conway, 17 marzo 1948) è uno scrittore e autore di fantascienza statunitense naturalizzato canadese, considerato l’esponente di spicco del filone cyberpunk. Nacque il 17 marzo 1948 a Conway, nella Carolina del Sud (USA). Suo padre era un benestante imprenditore che aveva fatto successo installando impianti igienici all’Oak Ridge National Laboratory, l’installazione militare dove fu creata la prima bomba atomica. Il giovane William studiò in un collegio di Tucson, Arizona, dove venne a contatto con la mentalità hippy, rimanendone affascinato. Espulso dal collegio per aver fatto uso di marijuana, rientra a casa (la famiglia si era trasferita in Virginia), entrando in contrasto coi familiari, che disapprovavano il suo stile di vita. All’età di diciannove anni si trasferì in Canada per evitare l’arruolamento per il Vietnam. Nel 1977 si laureò in letteratura inglese a Vancouver, dopodiché partì per l’Europa, dove visse viaggiando per un anno grazie alla piccola rendita fornita dalle proprietà lasciategli dai genitori, che gli consentiva, come disse lui stesso, “di fare la fame confortevolmente”. Rientrò a Vancouver, città nella quale vive ancor oggi, per permettere alla moglie di completare gli studi universitari. (Biografia da Wikipedia)