Recensione: “Dove sparivano le navi” (The Sea Beasts, 1971), di Arthur Bertram Chandler

Antonio Ippolitou612In quell’immenso arcipelago che è l’oceano Pacifico cominciano a sparire le navi. Non transatlantici o grandi petroliere, niente di sensazionale, niente che meriti più di un trafiletto. Ma c’è un giornalista australiano a mettere insieme, di trafiletto in trafiletto, una serie preoccupante di indizi: piccoli mercantili, traghetti, panfili privati, pescherecci, vecchie carrette conradiane non arriveranno mai a destinazione. Qualcuna viene trovata alla deriva senza anima viva a bordo; ma la maggior parte si è come volatilizzata nella breve rotta da isola a isola, da atollo ad atollo. E’ un ritorno alla pirateria? Una qualche nuova e fatale turbolenza atmosferica? O uno dei tanti, leggendari mostri marini che sale dagli abissi in cerca di vittime umane? Il solo modo di sapere la verità, di andare a fondo di queste coincidenze forse puramente casuali, è di prendere una vecchia carretta e incrociare con pazienza nelle acque sospette. La pazienza non del pescatore, ma dell’esca.

Titolo: Dove sparivano le navi | Autore: Arthur Bertram Chandler | The Sea Beasts, 1971 | Per tutte le edizioni clicca QUI

Bertram Chandler fu un capitano di marina dedicatosi alla fantascienza; gli dobbiamo affascinanti romanzi di avventura spaziale, come quelli racconti nel volume Biblioteca di Urania n° 4 “Le vie della frontiera”. Si tratta forse di romanzi marinareschi trasferiti nello spazio, ma va bene così.

SeaBeastsPeccato che questo “Dove sparivano le navi” sia ai limiti della pubblicabilità, e per diversi motivi: intanto si tratta di un raccontino gonfiato alle dimensioni di romanzetto; poi non c’è fanta- e c’è ben poca –scienza (come dice Deneil su aNobii; su Goodreads nemmeno una recensione!), in una trama bislacca, tutta riassunta nella copertina (notare la figuretta bianca sullo sfondo). Thole fa del suo meglio per abbellire il volume, anche se partendo da un marsuino con spada imbragata sul muso non si può andare lontano (ma è davvero il punto focale della storia); così come i curatori di Urania, decisamente ondivaghi nello scegliere i testi da pubblicare, sanno però sempre creare titoli suggestivi come “Dove sparivano le navi”.

Peccato però che non si tratti di astronavi, e nemmeno di navi vere e proprie, ma di bagnarole di cui anche l’autore perde presto le tracce: la trama fa abbastanza acqua, per rimanere in tema (che fine hanno fatto tutte le persone rapite in precedenza?); per concludersi in un finale frenetico e fumettistico, dove si apprezza la profusione di termini marinareschi, ma si perde il senso della trama, fino a un’ultima pagina che potrebbe essere interessante ma è imbarazzante.

Eppure Bertram Chandler è un narratore di cui fidarsi: la trama si segue volentieri; tocchi di classe britannica, o quanto meno australiana, non mancano, come la resistenza a oltranza del protagonista alle avances della giornalista, sua attraente compagna di naufragio (mentre nella baracca a fianco marito e moglie samoani fin da subito fanno del loro meglio per ripopolare l’isola: popoli privi di autocontrollo?); il brutale macchinista deride la giornalista come “Lady Clara Vere de Vere”, il che mi ha permesso di conoscere una bella poesia di Tennyson; maliziosi i delfini, sempre a un passo dal violentare la bella giornalista (violenteranno e faranno a pezzi invece la povera samoana, in una scena davvero horror).. discreta la traduzione, anche se i riferimenti religiosi da noi vengono regolarmente persi: se Bible Bill, fanatico religioso, chiama un delfino “Noah”, varrebbe la pena sapere che significa Noè, almeno in nota; e il “libro delle Rivelazioni” altro non è che l’Apocalisse neotestamentaria.

Antonio Ippolito

86216L’AUTORE

Arthur Bertram Chandler (Aldershot, 28 marzo 1912 – 6 giugno 1984) è stato uno scrittore di fantascienza e un comandante di navi australiano. Ha scritto anche con gli pseudonimi George Whitley, George Whitely, Andrew Dunstan e S.H.M. È famoso nel mondo della fantascienza per aver creato la serie del comandante Grimes (famoso anche come l’Horatio Hornblower dello spazio) ambientata in una futuristica frontiera della bolla di espansione nello spazio da parte della razza umana. Nato ad Aldershot, Inghilterra, Chandler ha navigato per tutto il mondo sui mezzi più disparati (dalle navi a vapore sino ai trasporti truppa). Nel 1956 emigrò in Australia dove proseguì nel comando delle navi, stavolta mercantili, sotto la bandiera australiana e neozelandese, fino al suo ritiro in pensione avvenuto nel 1974. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1984, Chandler scrisse diversi romanzi e storie brevi, talvolta scrivendo sotto gli pseudonimi di George Whitley od Andrew Dunstan. Molti dei romanzi hanno un tema nautico trasposto verso le “navi dello spazio” del futuro. Ha pubblicato oltre 40 romanzi della fantascienza ed oltre 200 romanzi brevi. Nel 1985 Gordon Benson ne scrive la biografia: A. Bertram Chandler: Master Navigator of Space.