Da anni una stazione spaziale ruota intorno al pianeta Solaris, che non si sa nemmeno di cosa sia fatto. Può un oceano di plasma essere l’ambiente nel quale vive un’intelligenza superiore a quella dell’uomo? E’ possibile una comunicazione mentale fra il pianeta senziente e noi? Se lo domandano, angosciati o addirittura terrorizzati, i componenti della missione che deve chiarire l’enigma Solaris: le loro vite private sono sconvolte, apparizioni misteriose si materializzano nella stazione, i morti tornano a ossessionare i vivi. Da questo magistrale romanzo il regista sovietico Andrej Tarkovsky ha tratto un film che qualcuno ha definito “la risposta a 2001”.
Titolo: Solaris | Titolo originale: Solaris, 1961 | Autore: Stanisław Lem | Per le edizioni italiane del romanzo clicca QUI | Per tutte le edizioni clicca QUI
In un lontano futuro, Solaris è un pianeta in cui è avvenuto l’unico incontro fra l’uomo e una creatura vivente aliena. Il pianeta infatti è ricoperto da un gigantesco oceano, gelatinoso e rossastro, che all’apparenza è un essere vivente, forse pensante, che produce immani e fantasiose costruzioni, cangianti e dall’esistenza breve, chiamate, a seconda del loro aspetto e strutture, mimoidi, simmetriadi e asimmetriadi. Il mistero della sua natura e del suo comportamento sono talmente fitti che una disciplina è nata, la solaristica, che espone continueamente nuove teorie, nessuna dimostrata o comprovata. Cent’anni dopo la sua scoperta, lo psicologo Kris Kelvin raggiunge Solaris e la stazione scientifica sospesa sopra l’oceano. Qui incontra gli scienziati Snaut e Sartorius, dal comportamento al limite della paranoia, e apprende che un altro, Gibarian, è morto suicida. Dopo altri incontri con personaggi forse allucinatori ma dall’apparente fisicità, comunque creati in qualche modo dall’oceano, volta capace di entrare nella mente dei suoi ospiti umani, Kelvin incontra una “copia” della moglie Harey, anch’essa suicidatasi anni prima, e dovrà fare i conti tanto con i propri fantasmi quanto con l’inspiegabile potenza dell’oceano di Solaris. Łem racconta che, diversamente dal suo solito, iniziò a scrivere il suo dodicesimo romanzo senza sapere il finale, anzi senza sapere come andare avanti dopo la scena del primo incontro fra Kelvin e Snaut; il romanzo in pratica si scrisse da solo, continua Lem, incontrando difficoltà solo per il finale.
Solaris è uno dei romanzi più famosi, letti e commentati di tutta la narrativa fantascientifica, forse il più famoso fra quelli di uno scrittore europeo. E in effetti si tratta di un capolavoro a tutti gli effetti, aldilà dei confini del genere.
Łem prende uno dei temi classici della sf (l’incontro fra l’uomo e l’extraterrestre), e spinge alle sue estreme conseguenze l’assunto di John W. Campbell secondo cui un extraterrestre deve pensare bene come un uomo ma non come un uomo.
E infatti non sapremo mai chi o cosa è l’oceano di Solaris. Non capiamo mai le ragioni del suo comportamento. Kelvin non capisce come faccia l’oceano a entrare nella sua mente e a riprodurne i ricordi più dolorosi, nè come e perchè produca quelle sue fantasmogoriche architetture. Uno dei grandi pregi del romanzo è la forza con cui ci trasmette lo smarrimento dell’uomo di fronte a una realtà che è incomprensibile perchè non è umana, e non soggiace alle nostre leggi e spiegazioni. Da questo punto di vista si può parlare, più che di “sense of wonder”, di una specie di “sense of oddity”: i personaggi si perdono davanti alla mancanza di punti di riferimento che offre loro l’oceano di Solaris, si trovano più che estranei e inesperti davanti a una realtà che non ha alcun aggancio con il loro sapere.
Fondamentale in questo senso il lungo episodio in cui Kelvin studia solo una parte della monumentale letteratura scientifica su Solaris, perdendosi in una ridda di ipotesi inconcludenti. E fa parte dell’abilità letteraria di Łem non solo evitare la pedanteria, ma trasformare un elenco didascalico in un labirinto fascinoso e fantasioso.
Se mi si passa la definizione, nel descrivere il rapporto fra Kelvin e Harey riesce a costruire una specie di “realismo psicologico dell’impossibile”; prima intavola una situazione irreale – l’incontro con una persona morta e rediviva che è anche un rimorso della propria coscienza – e la descrive con grande acume introspettivo, immaginando le possibili reazioni e i conflitti interiori di fronte a una situazione di fatto fantastica, priva di confronti (come tutto il resto di Solaris). Con un tocco di suprema ironia Kelvin lo chiama “fantasma” come a cercare un punto di riferimento, ma poi si corregge usando il termine “creazione F”, quello usato dalla solaristica per questo tipo di fenomeni, frequenti fra i visitatori del pianeta.
Nell’ottavo capitolo intitolato “Potwory” (“Mostri” nella traduzione italiana di Eva Bolzoni) Łem riferisce le descrizioni raccolte nella solaristica dei fenomeni naturali prodotti dall’oceano, i già citati mimoidi, simmetriadi e asimmetriadi. Sono racconti di una potenza visionaria straordinaria e trascinante, di un’inventiva potente, dal fascino pittorico sorprendente In un genere che ha fatto della ricreazione della natura uno dei propri punti di forza, Łem si rivela fra i più grandi anche sotto quest’aspetto.
Mario Luca Moretti
L’AUTORE
Stanisław Lem (Leopoli, 12 settembre 1921 – Cracovia, 27 marzo 2006) è stato uno scrittore polacco, autore prolifico e brillante che coniugò il genere della fantascienza con il romanzo filosofico. Uno dei suoi romanzi più celebri è Solaris. Nel 1972 il regista sovietico Andrej Tarkovskij ne ha tratto l’omonimo film, il cui grande successo lo ha reso popolare al di fuori della sua patria. I suoi libri, alla sua scomparsa nel 2006, erano stati tradotti in almeno 41 lingue e venduto oltre 27 milioni di copie, facendone uno degli scrittori europei di fantascienza più letti al mondo.