Speciale P.K.Dick – “Valis” (Valis, 1981)

SpecialePhilipDick[11]Valis edizione Italiana MondadoriC’è un certo pregiudizio, anche tra gente che Dick lo ama e lo ha letto, verso i romanzi che ha scritto dopo il 1970. Qualcuno dice che era impazzito, qualcuno dice che era bruciato dalla droga, qualcuno dice che la conversione religiosa gli aveva fatto male. Altri sono convinti che Dick aveva sparato tutte le cartucce, che i suoi capolavori sono i romanzi degli anni Sessanta, che come scrittore era finito. Non gli credete. La cosa che dispiace, quando si pensa che Dick è morto a 52 anni, è che continuava a scrivere e stava progettando un ennesimo romanzo. Non è morto avendo detto tutto quel che aveva da dire; affatto. Avrebbe potuto sorprenderci ancora. Prova ne è la più o meno nota “Trilogia di VALIS”, che uscì nei primissimi anni Ottanta. Dico subito che a considerarla una trilogia fu Dick per primo, nonostante i tre romanzi non abbiano gli stessi personaggi, non continuino la stessa storia, appartengano a tre generi diversi. Eppure per lui era una trilogia, e chi siamo noi per obiettare?

VALIS è il primo volume, scritto nella seconda metà degli anni Settanta, con una lunga gestazione (cosa insolita per Dick, che di solito scriveva i suoi romanzi in due settimane, lavorando di notte e dormendo di giorno) e diversi ripensamenti. Si pensi solo che Radio Libera Albemuth, uscito postumo alla metà degli anni Ottanta (ci torneremo), era una primissima versione di VALIS. Provate a leggerli tutti e due, e vedrete che differenze ci sono; il lavoro di riscrittura fu veramente imponente. Il libro uscì nel 1981 per i tipi di Bantam; in Italia uscì solo nel 1993 da Mondadori. Ovviamente viene da chiedersi a cosa stava pensando la nostra industria editoriale nel frattempo…

valisProbabilmente il motivo del ritardo sta nella stranezza, per quei tempi, del romanzo. Troppo poco fantascientifico per gli editori e le collane specializzate; troppo fantastico per l’editoria “seria” Fortemente ispirato a vari episodi della vita di Dick negli anni ’70, VALIS è incentrato sull’amicizia tra un alter ego letterario dell’autore, che come lui fa lo scrittore e come lui si chiama Phil Dick (l’io narrante del romanzo), e un perdigiorno sballato di nome Horselover Fat (il vero protagonista). Il secondo è convinto di essere stato contattato da Dio, o meglio da una rete di intelligenza divina chiamata VALIS (Vast Active Living Intelligence System); quest’ultima avrebbe scaricato nel suo cervello un’enorme quantità di informazioni che Fat non sa come interpretare, e per questo chiede l’aiuto di Phil. Buona parte del romanzo è una tragicomica indagine teologica che funziona come un giallo: Dio è lo scomparso, e i due detective dilettanti devono rintracciarlo, decifrando gli indizi più improbabili. Ovviamente, come sempre accade nei romanzi di Dick, c’è anche la possibilità che VALIS sia una balla e che Fat sia semplicemente impazzito di dolore per il suicidio della sua amica Gloria. Nella migliore tradizione narrativa americana, poi, che risale a Henry James e prima ancora a Hawthorne, non c’è da fidarsi neanche del narratore, perché Horselover Fat potrebbe essere null’altro che l’altra metà di una personalità schizoide scissa, quella dello stesso Dick, autore del libro. Phil allora sarebbe la sua metà ragionevole e letteraria, mentre Fat corrisponderebbe a quella sballata e mistica.

Trilogia di Valis - Edizione FanucciL’inchiesta dei due protagonisti è sempre sull’orlo di una rivelazione clamorosa (viviamo nell’illusione di duemila anni di storia, in realtà ci troviamo ancora a Roma nel 70 dopo Cristo, prigionieri dell’Impero che non è mai crollato) regolarmente smentita o trasformata in una nuova verità della quale la precedente era solo un’ombra.

Inframmezzata alla narrazione, una serie di citazioni del libro che Horselover Fat starebbe scrivendo, l’Esegesi, commento infinito all’esperienza mistica nella quale Dio avrebbe colpito Fat con un misterioso raggio rosa, versione psichedelica della visione dei mistici cristiani. I frammenti altro non sono che parti dell’Esegesi che Dick stesso aveva scritto per davvero, cercando di decifrare le proprie esperienze mistiche (o psicotiche) del febbraio-marzo 1974. Ma essi complicano il romanzo, nella misura in cui implicano l’idea che sia Phil Dick ad essere un’invenzione di Horselover Fat (quest’ultimo nelle primissime pagine sostiene di star scrivendo in terza persona per dare oggettività alla propria vicenda), e non viceversa.

La storia si snoda nell’ambiente della controcultura californiana, tra sballati di ogni genere, santoni, visionari, scrittori di fantascienza (dietro gli amici di Fat, Kevin e David, è facile riconoscere i due autori K.W. Jeter e Tim Powers), registi sperimentali (come Eric Lampton, il cui film Valis echeggia L’uomo che cadde sulla terra di Nicholas Roeg) e musicisti elettronici (Brent Mini, un ritratto semiserio di Brian Eno), per non parlare dei gatti morti (la querelle teologica in merito al felino defunto di Kevin è uno degli episodi più irresistibili mai uscito dalla macchina da scrivere di Dick).

Valis DickMentre i primi commentatori (tra cui Rabkin), disorientati dalla fittissima serie di citazioni da testi sacri e teologici, ritennero questo romanzo più il parto di una mente malata che letteratura degna di un’analisi attenta e circostanziata (anche a causa di chiusure ideologiche), nel tempo si è cominciato a prendere sul serio questo primo capitolo della Trilogia di Valis, anche da parte di chi era stato inizialmente scettico (come per esempio Darko Suvin). Si è notato che con il meccanismo del doppio narratore Dick comincia a prendere le distanze dalla propria esperienza mistica (processo che si completerà nel terzo romanzo della serie, La trasmigrazione di Timothy Archer), e che con l’insistita citazione di un testo “inesistente” (l’Esegesi di Fat) si avvicina a tematiche tipiche della letteratura postmoderna (il libro nel libro, l’indecidibilità dello status finzionale dei personaggi). Particolarmente importante per una comprensione del testo l’oscillazione irrisolta tra diverse ipotesi di lettura (pazzia di Phil o di Fat? Irrealtà del primo o del secondo? Esperienza mistica o allucinazione psicotica?), che rimanda a un classico della letteratura statunitense, il Giro di vite di Henry James.

Umberto Rossi

Philip K. DickL’AUTORE

Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense. La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982 liberamente ispirato a un suo romanzo. In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

Nato a Chicago, con la sorella gemella Jane, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un’infanzia e un’adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita (Dick le rimase sempre legato, e decise di essere seppellito accanto a lei); dopo il trasferimento in California, frequentò l’Università di Berkeley, ma non concluse gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo(per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all’epoca obbligatorio), che lo portarono ad avere problemi col maccartismo di quegli anni. Iniziò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre ’48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se è possibile che abbia scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. Sicuramente la nascita della sua conoscenza e del suo amore per la musica classica precedette gli anni in cui lavorò come commesso nel negozio di dischi.

L’incontro con la fantascienza avvenne, forse per caso, e forse nel 1949 (ma il suo primo racconto, “Stability” Stabilità, pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica ne acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista Planet Stories. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. In questo periodo pubblicò i primi romanzi e una notevole quantità di racconti. Il matrimonio con Kleo andò in crisi quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l’ambientazione di diverse opere (tra tutte Cronache del dopobomba). Lì conobbe Anne Williams Rubinstein, che diventò la sua terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all’ottobre 1965). Era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativamainstream. Ma Dick visse ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Il fallimento come “nuovo” autore fu la goccia; il matrimonio andò a pezzi, Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965, e Dick si trasferì a San Francisco.

Dick assumeva anfetamina fin dai primi anni Cinquanta, sostanza che gli era stata prescritta dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l’anfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui lo scrittore soffriva occasionalmente. Man mano Dick sviluppò una vera e propria tossicodipendenza dalla sostanza, che lo agevolava nella stesura delle sue opere. L’abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni Sessanta, proprio mentre l’autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (Il cacciatore di androidi e Ubik). La rottura con la quarta moglie, Nancy Hackett (sposata dal 6 luglio 1966 al 1972), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett ) (15 marzo 1967), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick alla deriva; lo scrittore si trovò a vivere in una casa di sbandati, e la situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un’effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell’FBI; a tutt’oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l’esperienza canadese fu però un fallimento, dovuto al consumo eccessivo di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero pertossicodipendenti, la X-Kalay, un’esperienza breve che però lo aiutò chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni risalenti al suo percorso esistenziale di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo Un oscuro scrutare. Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all’incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick iniziò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un’esperienza mistica, Dick prese a scrivere l’Esegesi, una vasta raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico a partire dai quali scrisse la celebre Trilogia di Valis, punto d’arrivo della sua esperienza letteraria.

Morì a Santa Ana, in California, per collasso cardiaco, nel 1982, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano a dargli per la prima volta una certa sicurezza economica, e mentre era in lavorazione il primo film basato su una delle sue storie: Blade Runner, di Ridley Scott, che Dick non poté vedere completato, anche se riuscì a visitarne il set. (Biografia tratta da Wikipedia)