Speciale P.K.Dick – “Radio Libera Albemuth” (Radio Free Albemuth, 1985)

SpecialePhilipDick[11]sPECIALE PkdRadio Libera AlbemuthViene pubblicato solo nel 1985, tre anni dopo la morte di Dick. Il motivo è presto detto: Phil l’aveva scritto a metà anni Settanta, poi non ne era rimasto soddisfatto e l’aveva lasciato nel cassetto, dove venne ritrovato da Paul Williams e dagli eroi della Philip Kindred Dick Society. Dick se ne era disinteressato perché gran parte del materiale (molto del quale autobiografico) era poi stato usato nella scrittura di VALIS. Non a caso bisogna aspettare il 1996 perché Radio Free Albemuth esca in Italia col titolo che ancora ha.

Ma allora questo romanzo è null’altro che una prima versione di VALIS, magari neanche tanto riuscita? Se così fosse potrebbe interessare praticamente solo agli addetti ai lavori e ai maniaci di Dick. La verità è che nel processo di riscrittura che portò l’autore da Radio Libera Albemuth a VALIS le modifiche furono così tante e sostanziali che in pratica abbiamo a che fare con due romanzi diversi; entrambi tra le cose più belle scritte da Dick, e su questo concordano numerosi critici (pure Darko Suvin, uno che non si accontenta facilmente).

Vale quindi la pena di addentrarsi comunque nella vicenda di Phil Dick, il narratore della storia, che parla del suo amico immaginario Nicholas Brady. Immaginario, ma estremamente simile al vero Dick: a leggere le prime trenta pagine del romanzo si ha l’impressione di scorrere la sua biografia. La grande differenza è che mentre il “vero” Dick è diventato un autore di fantascienza poco prima di compiere i trent’anni, Brady fa il commesso di un negozio di dischi (mestiere che Dick effettivamente fece per diversi anni) e poi diventa produttore per una piccola casa discografica specializzata in folksinger.

Radio Free AlbemuthVa soprattutto sottolineata una cosa: si tratta di un romanzo distopico. Siamo nella tradizione di Zamjatin, di Orwell, di Alvaro (anche l’Italia ha le sue distopie), di Huxley. La vicenda ruota attorno alla vicenda di Brady, tipico sballato abitante della libertaria e anticonformista Berkeley (il polo progressista e rivoluzionario della California), ma anche attorno al sinistro presidente Ferris F. Fremont, espressione della famigerata Orange County (la contea a sud-est di Los Angeles protervamente repubblicana e reazionaria: l’altra faccia della California). Fremont viene eletto alla fine degli anni ’60 e avvia una campagna contro una misteriosa organizzazione segreta chiamata Aramcheck, con arresti facili e deportazioni in campi di concentramento. Nel frattempo Nicholas comincia a ricevere enigmatici messaggi da un’entità che definisce VALIS (un acronimo che sta per “vasto sistema di intelligenza vivo e attivo”), sulla cui natura architetta le ipotesi più strampalate (dalla voce divina a esperimenti telepatici da parte dei russi). Si capisce gradualmente che qualsiasi cosa sia VALIS, la sua missione è di proteggere Nicholas e il suo amico Phil – anche e soprattutto dalle macchinazioni di Fremont, che pare determinato a incriminarli e sbatterli dentro. Nicholas per tutta risposta decide di registrare un disco che contenga messaggi subliminali (sull’esempio di certe canzoni di Beatles, Led Zeppelin e Rolling Stones) che possano aprire gli occhi agli americani sulla natura malvagia e corrotta del presidente. Ma arriva il momento tragico in cui VALIS, che ha sede su un satellite artificiale, viene distrutto dal governo e i due amici vengono arrestati. Phil racconta di seguito la sua prigionia, nonché l’esecuzione di Nicholas. Il cupo finale viene illuminato dal suono della canzone di Nicholas ascoltata alla radio da un gruppo di ragazzi, che – quando la trasmissione viene interrotta – attaccano a cantarla in coro.

Oltre alla dimensione autobiografica, questo romanzo trae molta della sua energia da una fitta serie di riferimenti alla storia americana, e non solo. Il diabolico Ferris F. Fremont (le cui 3 F iniziali ovviamente equivalgono a 666, il Numero della Bestia) somiglia molto a Richard Nixon, anche lui californiano, e anche lui ben pronto a farsi strada diffamando i suoi concorrenti.

RFAlbemuthFRRadio Libera Albemuth è fondamentalmente un grande affresco del declino e dello spegnersi della controcultura americana, scritto non a caso poco dopo l’epoca di Nixon, ma paurosamente presago della controriforma ben più accanita e organizzata che si sarebbe scatenata con la presidenza di Ronald Reagan a partire dal 1980 (del resto Reagan era californiano come Nixon, fu addirittura governatore dello stato, anche se tra i due non correva buon sangue…). In poche altre opere di Dick si vede come la religione non sia affatto un oppio che aiuti lo scrittore a dimenticare la situazione sociopolitica in cui vive, ma una lente che gli permette di esaminare gli aspetti più inquietanti della realtà americana.

Dal punto di vista letterario, è estremamente interessante la scissione dello scrittore in due personaggi (come sarà poi, in modo più scoperto e al tempo stesso ambiguo, nel successivo VALIS), che porta l’io narrante Phil a distaccarsi schizofrenicamente dal proprio vissuto, proiettato sull’alter-ego Nicholas. Ed è anche interessante notare come in questo romanzo scritto nel 1976 l’organizzazione fantasma Aramcheck anticipi la mania dei complotti e delle società segrete che furoreggia di questi tempi…

Umberto Rossi

Philip K. DickL’AUTORE

Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense. La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982 liberamente ispirato a un suo romanzo. In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

Nato a Chicago, con la sorella gemella Jane, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un’infanzia e un’adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita (Dick le rimase sempre legato, e decise di essere seppellito accanto a lei); dopo il trasferimento in California, frequentò l’Università di Berkeley, ma non concluse gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo(per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all’epoca obbligatorio), che lo portarono ad avere problemi col maccartismo di quegli anni. Iniziò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre ’48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se è possibile che abbia scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. Sicuramente la nascita della sua conoscenza e del suo amore per la musica classica precedette gli anni in cui lavorò come commesso nel negozio di dischi.

L’incontro con la fantascienza avvenne, forse per caso, e forse nel 1949 (ma il suo primo racconto, “Stability” Stabilità, pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica ne acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista Planet Stories. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. In questo periodo pubblicò i primi romanzi e una notevole quantità di racconti. Il matrimonio con Kleo andò in crisi quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l’ambientazione di diverse opere (tra tutte Cronache del dopobomba). Lì conobbe Anne Williams Rubinstein, che diventò la sua terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all’ottobre 1965). Era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativamainstream. Ma Dick visse ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Il fallimento come “nuovo” autore fu la goccia; il matrimonio andò a pezzi, Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965, e Dick si trasferì a San Francisco.

Dick assumeva anfetamina fin dai primi anni Cinquanta, sostanza che gli era stata prescritta dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l’anfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui lo scrittore soffriva occasionalmente. Man mano Dick sviluppò una vera e propria tossicodipendenza dalla sostanza, che lo agevolava nella stesura delle sue opere. L’abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni Sessanta, proprio mentre l’autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (Il cacciatore di androidi e Ubik). La rottura con la quarta moglie, Nancy Hackett (sposata dal 6 luglio 1966 al 1972), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett ) (15 marzo 1967), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick alla deriva; lo scrittore si trovò a vivere in una casa di sbandati, e la situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un’effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell’FBI; a tutt’oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l’esperienza canadese fu però un fallimento, dovuto al consumo eccessivo di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero pertossicodipendenti, la X-Kalay, un’esperienza breve che però lo aiutò chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni risalenti al suo percorso esistenziale di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo Un oscuro scrutare. Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all’incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick iniziò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un’esperienza mistica, Dick prese a scrivere l’Esegesi, una vasta raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico a partire dai quali scrisse la celebre Trilogia di Valis, punto d’arrivo della sua esperienza letteraria.

Morì a Santa Ana, in California, per collasso cardiaco, nel 1982, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano a dargli per la prima volta una certa sicurezza economica, e mentre era in lavorazione il primo film basato su una delle sue storie: Blade Runner, di Ridley Scott, che Dick non poté vedere completato, anche se riuscì a visitarne il set. (Biografia tratta da Wikipedia)