Speciale P.K.Dick – “Lotteria dello spazio” | “Il disco di fiamma” (Solar Lottery, 1955)

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sPECIALE PkdLotteria dello spazioQuesto romanzo, il primo pubblicato da Dick negli Stati Uniti (nel 1955) è uscito in Italia solo tre anni dopo, diventando Il disco di fiamma. Questo cambiamento del titolo probabilmente è dovuto al fatto che tradurre l’originale Solar Lottery con “Lotteria solare” dava l’idea di gente che scommetteva sulle previsioni meteo o sulle macchie solari, mentre “Lotteria del sistema solare” era troppo lungo. Nel 2005 la Fanucci lo ripubblica come Lotteria dello spazio, che è una buona approssimazione (era ancora l’epoca d’oro della Fanucci, quella).

Comunque, a onore di chi sceglieva i titoli per i numeri di Urania nel 1958, va detto che l’idea di chiamare il romanzo Il disco di fiamma non era affatto scema, in quanto nel romanzo c’è un altro libro, scritto da un visionario del futuro, John Preston, una figura tra il genio e il ciarlatano, convinto che nel sistema solare ci sia un decimo pianeta (per l’appunto il Disco di fiamma) che potrebbe essere colonizzato. Per cui il primissimo titolo italiano non viene dal nulla, ma scaturisce dal romanzo stesso (come se avessero chiamato La cavalletta ci opprime la prima edizione dell’Uomo nell’alto castello…).

Ma torniamo alla storia raccontata da Dick che, non lo dimentichiamo, nel 1955 era alle prime armi. Sarà anche vero che aveva già scritto e pubblicato diversi racconti, e aveva finito un romanzo, La città sostituita (che però sarebbe stato pubblicato solo due anni dopo Lotteria), ma la sua produzione precedente a Solar Lottery oscillava tra fantascienza e fantasy, e il precedente romanzo era decisamente fantasy, anche se non della varietà Tolkien. Questo invece è il primo romanzo di fantascienza senza se e senza ma che Dick abbia scritto; l’opera di un principiante, ma di talento.

u531Thomas M. Disch, grande scrittore e grande critico, disse che Lotteria dello spazio è il miglior romanzo di A.E. Van Vogt; e questa battuta ha un cospicuo fondo di verità, perché effettivamente lo scrittore canadese fu una potente influenza sul Dick degli esordi, e compare addirittura in persona in un suo racconto (“Pulce d’acqua”, del 1964). Da van Vogt Dick riprende l’idea di una fantascienza avventurosa, con un ritmo narrativo frenetico, con mutanti dai superpoteri, imperi galattici, colpi di scena a ripetizione, la lotta incessante tra il potere assoluto e il desiderio di libertà dei singoli (che troviamo per esempio nelle Armi di Isher di Van Vogt, ma anche in Slan); troviamo anche protagonisti che non sanno di essere chi veramente sono (era così già in Non-A di Van Vogt, che risale al 1948; è un’idea che ha avuto una certa fortuna, visto che l’hanno risuscitata nei film con Jason Bourne).

Tutto il sistema solare, nel romanzo, è retto da un governo unico; al vertice del sistema, il Quizmaster, che non viene eletto, ma estratto a sorte con un sistema a prova di trucco. All’inizio della vicenda ci viene narrata proprio l’estrazione del nuovo Quizmaster, che sostituirà lo spietato e astuto Reese Verrick. Il nome sorteggiato è quello di Leon Cartwright, un uomo qualunque, un elettricista che per di più appartiene alla screditatissima società Preston, composta per lo più di gente dei ceti più bassi che crede fermamente nella necessità di cercare il Disco di fiamma e colonizzarlo, per dare una possibilità di libertà all’umanità. Infatti nel sistema solare dominato dal Quizmaster è in vigore un rigido sistema di caste, e il potere è saldamente nelle mani delle grandi multinazionali (no, questa non è esattamente fantascienza, oggi). Chi ha capacità tecnico-scientifiche appartiene ai ceti privilegiati, ma deve accettare di legarsi alle multinazionali con un giuramento di fedeltà che ha qualcosa di feudale. Anche il protagonista del romanzo, Ted Benteley, giura fedeltà, ma a Verrick, e lo fa credendo che sia ancora lui il Quizmaster; potrete capire che quando scopre come stanno le cose ci rimanga un po’ male.

SLRLTTRGLL2003Verrick, da parte sua, non accetta di perdere la poltrona (no, neanche questa è fantascienza, di per sé), e comincia a organizzare l’assassinio di Cartwright, perché nel sistema politico descritto nel romanzo è lecito far fuori il Quizmaster in carica per prenderne il posto. In realtà uccidere il capo è estremamente difficile, se non impossibile, in quanto si circonda di telepati in grado di capire al volo se qualcuno che si avvicina ha cattive intenzioni. Verrick però ha un asso nella manica: non manderà un killer umano a eliminare Cartwright, bensì un androide telecomandato, un essere artificiale nel quale si può incarnare a distanza un reale essere umano, come se si trovasse effettivamente nel corpo sintetico. Verrick ha una squadra di suoi dipendenti, tra cui Benteley, che a turno “entrano” mentalmente nell’androide e lo guidano, in modo da disorientare i telepati del Quizmaster con i ripetuti cambi di mente. Come se il killer fosse affetto da un incessante moltiplicazione di personalità, per cui i telepati non fanno in tempo a penetrarne una che già quella viene sostituita da un’altra.

Come vedete, è il classico piatto ricco di Dick, e ho anche cercato di semplificarlo. Il romanzo tutto sommato è stagionato bene, perché da un lato le convenzioni e le trovate della fantascienza della Golden Age a rileggerle oggi hanno un gusto vintage che tutto sommato affascina; dall’altro, messe in mano a un talento incontrollabile come quello di Dick, prendono una piega tutta loro; e comunque, la storia è un continuo fuoco d’artificio di trovate che sicuramente impedisce di annoiarsi. Te lo leggi e te lo rileggi, sempre con gusto.

Se ai produttori di Hollywood non si spegnesse il cervello ogni volta che devono fare un film di fantascienza, questo è il romanzo che dovevano far adattare. Anche con Tom Cruise o Matt Damon, via!

Umberto Rossi

Philip K. DickL’AUTORE

Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense. La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982 liberamente ispirato a un suo romanzo. In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

Nato a Chicago, con la sorella gemella Jane, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un’infanzia e un’adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita (Dick le rimase sempre legato, e decise di essere seppellito accanto a lei); dopo il trasferimento in California, frequentò l’Università di Berkeley, ma non concluse gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo(per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all’epoca obbligatorio), che lo portarono ad avere problemi col maccartismo di quegli anni. Iniziò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre ’48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se è possibile che abbia scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. Sicuramente la nascita della sua conoscenza e del suo amore per la musica classica precedette gli anni in cui lavorò come commesso nel negozio di dischi.

L’incontro con la fantascienza avvenne, forse per caso, e forse nel 1949 (ma il suo primo racconto, “Stability” Stabilità, pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica ne acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista Planet Stories. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. In questo periodo pubblicò i primi romanzi e una notevole quantità di racconti. Il matrimonio con Kleo andò in crisi quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l’ambientazione di diverse opere (tra tutte Cronache del dopobomba). Lì conobbe Anne Williams Rubinstein, che diventò la sua terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all’ottobre 1965). Era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativamainstream. Ma Dick visse ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Il fallimento come “nuovo” autore fu la goccia; il matrimonio andò a pezzi, Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965, e Dick si trasferì a San Francisco.

Dick assumeva anfetamina fin dai primi anni Cinquanta, sostanza che gli era stata prescritta dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l’anfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui lo scrittore soffriva occasionalmente. Man mano Dick sviluppò una vera e propria tossicodipendenza dalla sostanza, che lo agevolava nella stesura delle sue opere. L’abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni Sessanta, proprio mentre l’autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (Il cacciatore di androidi e Ubik). La rottura con la quarta moglie, Nancy Hackett (sposata dal 6 luglio 1966 al 1972), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett ) (15 marzo 1967), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick alla deriva; lo scrittore si trovò a vivere in una casa di sbandati, e la situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un’effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell’FBI; a tutt’oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l’esperienza canadese fu però un fallimento, dovuto al consumo eccessivo di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero pertossicodipendenti, la X-Kalay, un’esperienza breve che però lo aiutò chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni risalenti al suo percorso esistenziale di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo Un oscuro scrutare. Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all’incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick iniziò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un’esperienza mistica, Dick prese a scrivere l’Esegesi, una vasta raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico a partire dai quali scrisse la celebre Trilogia di Valis, punto d’arrivo della sua esperienza letteraria.

Morì a Santa Ana, in California, per collasso cardiaco, nel 1982, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano a dargli per la prima volta una certa sicurezza economica, e mentre era in lavorazione il primo film basato su una delle sue storie: Blade Runner, di Ridley Scott, che Dick non poté vedere completato, anche se riuscì a visitarne il set. (Biografia tratta da Wikipedia)