Speciale P.K.Dick – “I simulacri” (The Simulacra, 1964)

SpecialePhilipDick[11]sPECIALE PkdI SimulacriThe Simulacra esce in America nel 1964, in un periodo di autentica iperproduttività per Dick, che all’epoca consumava anfetamine in quantità per reggere ritmi forsennati. Non a caso il romanzo nasce cannibalizzando un racconto uscito nello stesso anno, “Uno show originale”. Da noi viene tradotto assai presto, uscendo l’anno dopo.

Dei Simulacri un conoscitore profondo dell’opera di Dick come Andrew M. Butler si chiede: “Emozionante, una trama che è tutto un colpo di scena, ma è veramente coerente?” Ebbene, la coerenza di questo romanzo non è tanto nella trama, ma nel mondo messo su dall’autore con materiali di risulta della fantascienza “sociologica” degli anni ’50, usati con una sostanziosa dose d’ironia e considerevole intuito politico per raffigurare in modo stravolto e sarcastico l’America kennediana, verso la quale Dick non aveva alcuna soggezione, a differenza di due sindaci di Roma di qualche anno fa (il manoscritto fu ultimato il 28 agosto del 1963, quindi mesi prima dell’attentato di Dallas).

Quelli che immagina Dick non sono gli USA ma gli USEA, Stati Uniti d’Europa e d’America, nati dalla fusione in piena guerra fredda tra gli Stati Uniti e i loro più fidi alleati (di allora), cioè la Germania di Adenauer. Dal momento della fusione, si sono succeduti diversi presidenti, tutti vecchi e decrepiti, tanto che i cittadini li chiamano invariabilmente Der Alte (il vecchio), e tutti tedeschi; ma chi conta veramente, chi governa i cuori, chi è veramente amato dal popolo tedesco-americano è la splendida First Lady, Nicole Thibodeaux, bellissima, raffinatissima, coltissima, elegantissima, un misto di Jackie Kennedy (e come lei mora) ed Evita Peron (e come lei provvista di un carisma che scatena un autentico feticismo).

La società descritta da Dick è pesantemente gerarchizzata: l’ibrido politico tra l’autoritarismo tedesco e la spettacolarizzazione a stelle e strisce è il dominio della telegenica Nicole, che intrattiene ed educa (e manipola) i cittadini a reti unificate, e la divisione della cittadinanza tra due caste, i Ge, privilegiati a conoscenza dei segreti di stato, e i Be, che li ignorano e non contano niente. L’unica via di fuga è l’emigrazione su altri pianeti, impedita dal governo e discretamente pericolosa, perché per lasciare la Terra ci si deve mettere nelle mani di trafficanti privi di scrupoli. Ma pochi fanno questa scelta, perché la maggior parte dei cittadini maschi sono soggiogati dal carisma e dal sex appeal di Nicole, figura castrante di magna mater dominatrice.

Per lo più si cerca di sfondare nel settore dello spettacolo, perché la first lady, che appare quotidianamente in televisione con i suo seguitissimo talk show, cerca sempre nuovi talenti artistici esordienti (possibilmente eccentrici come il suo protégé Richard Kongrosian, pianista classico telecinetico e schizofrenico). E in tutti gli USEA si organizzano concorsi per aspiranti star, come i musicisti dilettanti Al Miller e Ian Duncan, due sfigati il cui unico talento è suonare, soffiando in brocche di terracotta, non tradizionali motivetti country, bensì le musiche di Bach. I due arriveranno alla Casa Bianca e avranno il loro momento di gloria quando verranno ascoltati dalla First Lady in un provino dove si gioca tutta la loro vita. Ma il risultato sarà di scoprire accidentalmente che il presidente è un androide, e che anche Nicole è fasulla, essendo nient’altro che un’attrice assunta per rimpiazzare l’originale First Lady, morta decenni prima (e questi sono i segreti di stato).

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Ma allora chi comanda veramente? Un misterioso consiglio che dà ordini alla falsa Nicole? I vertici della polizia, guidata dallo spietato Wilder Pembroke? Il gioco di realtà artificiali e ingannevoli è qui risolto, si fa per dire, in un labirinto di imposture e messe in scena politiche, dove ogni figura di potere si rivela essere un simulacro, e ciò che funziona è il sistema massmediale dove forse tutti, dominatori e dominati, vivono nell’illusione di sapere cosa stanno facendo.

Finché non si decide di riportare dal passato, con una sonda temporale, il gerarca nazista Hermann Goering, in un avventurato tentativo di evitare a posteriori lo sterminio degli ebrei. Ma il contatto con il Terzo Reich scatena qualcosa di irrazionale e di brutale nella mente dei potenti degli USEA, e innesca un disastro politico inarrestabile.

Forse non del tutto compreso da noi per l’innumerevole serie di riferimenti più o meno evidenti alla situazione politica americana dei primi anni ’60, I simulacri resta una delle opere fondamentali e illuminanti di Dick per la ricchezza delle intuizioni sulla società postmoderna massmediale. (Ma questi USEA dove tutti vogliono andare in televisione e dove il presidente è un pupazzo, non ci ricorda una stagione recente della nostra storia italiana?)

Umberto Rossi

Philip K. DickL’AUTORE

Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense. La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982 liberamente ispirato a un suo romanzo. In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

Nato a Chicago, con la sorella gemella Jane, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un’infanzia e un’adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita (Dick le rimase sempre legato, e decise di essere seppellito accanto a lei); dopo il trasferimento in California, frequentò l’Università di Berkeley, ma non concluse gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo(per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all’epoca obbligatorio), che lo portarono ad avere problemi col maccartismo di quegli anni. Iniziò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre ’48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se è possibile che abbia scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. Sicuramente la nascita della sua conoscenza e del suo amore per la musica classica precedette gli anni in cui lavorò come commesso nel negozio di dischi.

L’incontro con la fantascienza avvenne, forse per caso, e forse nel 1949 (ma il suo primo racconto, “Stability” Stabilità, pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica ne acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista Planet Stories. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. In questo periodo pubblicò i primi romanzi e una notevole quantità di racconti. Il matrimonio con Kleo andò in crisi quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l’ambientazione di diverse opere (tra tutte Cronache del dopobomba). Lì conobbe Anne Williams Rubinstein, che diventò la sua terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all’ottobre 1965). Era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativamainstream. Ma Dick visse ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Il fallimento come “nuovo” autore fu la goccia; il matrimonio andò a pezzi, Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965, e Dick si trasferì a San Francisco.

Dick assumeva anfetamina fin dai primi anni Cinquanta, sostanza che gli era stata prescritta dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l’anfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui lo scrittore soffriva occasionalmente. Man mano Dick sviluppò una vera e propria tossicodipendenza dalla sostanza, che lo agevolava nella stesura delle sue opere. L’abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni Sessanta, proprio mentre l’autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (Il cacciatore di androidi e Ubik). La rottura con la quarta moglie, Nancy Hackett (sposata dal 6 luglio 1966 al 1972), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett ) (15 marzo 1967), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick alla deriva; lo scrittore si trovò a vivere in una casa di sbandati, e la situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un’effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell’FBI; a tutt’oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l’esperienza canadese fu però un fallimento, dovuto al consumo eccessivo di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero pertossicodipendenti, la X-Kalay, un’esperienza breve che però lo aiutò chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni risalenti al suo percorso esistenziale di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo Un oscuro scrutare. Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all’incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick iniziò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un’esperienza mistica, Dick prese a scrivere l’Esegesi, una vasta raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico a partire dai quali scrisse la celebre Trilogia di Valis, punto d’arrivo della sua esperienza letteraria.

Morì a Santa Ana, in California, per collasso cardiaco, nel 1982, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano a dargli per la prima volta una certa sicurezza economica, e mentre era in lavorazione il primo film basato su una delle sue storie: Blade Runner, di Ridley Scott, che Dick non poté vedere completato, anche se riuscì a visitarne il set. (Biografia tratta da Wikipedia)