Speciale P.K.Dick – “I nostri amici di Frolix 8” (Our Friends from Frolix 8, 1970)

SpecialePhilipDick[11]I nostri amici da Frolix 8Certe volte l’editoria italiana recepiva rapidamente i romanzi di Dick. Questo va a onore di chi all’epoca gestiva Galassia, che nel 1972 pubblicò I nostri amici di Frolix 8, anche noto come Nostri amici di Frolix 8 (in entrambi le traduzioni si perde l’allitterazione del titolo originale, Our Friends From Frolix 8, ma insomma non si può avere tutto). Il romanzo era uscito solo tre anni prima in America, pubblicato da Ace Books, una casa editrice specializzata in fantascienza che sfornava in quantità romanzi pulp senza pretese. Pagava poco ma pagava, e a Dick andava bene così, vista la sua vita privata piuttosto complicata.

Questo è stato considerato un romanzo minore; a leggerlo dà effettivamente l’impressione di esser stato scritto per esigenze di mercato, e infatti l’autore ne fu poco soddisfatto. Però Dick è sempre Dick: anche qui c’è un fuoco d’artificio di idee, di storie parallele lasciate a metà, di grandi invenzioni, la cui struttura e trama potevano permettere un lavoro molto più raffinato, se solo l’autore non l’avesse scritto (tanto per cambiare) in un paio di settimane e spedito all’editore senza starci tanto a pensar su.

Lo scenario sembra tutto sommato quello della fantascienza avventurosa degli anni Quaranta. Il mondo è diviso fra i Vecchi, gli esseri umani normali; i Nuovi, dalle straordinarie capacità intellettive, e gli Eccezionali, dotati di poteri paranormali. I Nuovi sono i padroni, la classe privilegiata; ai Vecchi restano solo i lavori meno gratificanti. Si tratta di un regime razzista, ma su basi scientifiche; i Nuovi sono effettivamente più intelligenti, grazie a una sorta di manipolazione genetica. A questa situazione si contrappongono i Clandestini, facendo propaganda, stampando opuscoli, e finendo nei campi di concentramento e nelle prigioni.

Cover by David PlourdeImprovvisamente si sparge la notizia del (presunto) ritorno di Thors Provoni, il misterioso ribelle dei Clandestini, che dieci ani prima si era allontanato a bordo della sua astronave per cercare aiuto nello spazio contro la dittatura dei Nuovi; ritorno che in effetti comincia a verificarsi, mutando così struttura in un romanzo “a tempo”, in cui i maggiorenti della Terra, e in modo particolare l’infido Willis Gram, responsabile della sicurezza su tutto il pianeta, cercano in tutti i modi di fermare il ritorno e nel frattempo sganciarsi da ogni responsabilità prima che scada l’ultimatum di Provoni.

L’annuncio provoca, come immediata reazione, la decisione di condannare a morte il pensatore dei Clandestini, Eric Cordon (autore degli opuscoli clandestini che vengono spacciati come fossero droghe); e di conseguenza un afflusso massiccio di cittadini verso il movimento, dando il via a una serie di conseguenze, tra cui l’entrata in gioco di Nick Appleton, un tranquillo risolcatore di gomme, infuriato anche per il fatto che il figlio Bobby non ha superato i test (truccati) ed è stato classificato come adatto solo a lavori statali (non è un Nuovo, che pretende?).

La trama si snoda su diversi fronti, con la storia d’amore fra Nick e la giovane Charlotte, una Clandestina, che alla fine del romanzo morirà uccisa in un incidente, guidando in modo spericolato una vettura volante per salvare Nick dall’arresto e dalla morte ordinati da Gram. Il romanzo è un susseguirsi di colpi di scena, che si susseguono a ritmo indiavolato, che vedono coinvolte tutte le parti in causa e che spesso sono contradditorie fra di loro: l’assalto alla stamperia dei Clandestini e poi la liberazione di tutti i detenuti politici, compresi quelli nei campi di concentramento; i tentativi di fermare Provoni, e la scoperta che assieme a lui viaggia un gigantesco alieno, una specie di ameba che si nutre di energia, e che come tutti i suoi simili, interviene nei mondi a rischio, dove la scienza comincia a dare segni di possibili distruzioni interplanetarie.

Cover by Chris Moore Il romanzo termina, comunque, con una sconfitta generale per tutti i protagonisti: morto Cordon, morta Charlotte, definitivamente separato dalla moglie Nick, anche per Provoni e il suo amico Morgo non c’è gloria o gioia: il loro primo atto è distruggere i Nuovi, lesionando le loro strutture cerebrali riducendoli così a vegetali.

Una cosa comunque va sottolineata: anche in questo romanzo minore, ci sono momenti da antologia. La scena dello spaccio degli opuscoli cordoniti, se al posto della stampa clandestina e proibita ci mettete la droga, qualsiasi droga, è realismo allo stato puro. Qualcosa che Dick conosceva bene, data la sua dipendenza dalle anfetamine, e la sua frequentazione di tossici e spacciatori nell’ultimo scorcio degli anni Sessanta, fino alla sua precipitosa fuga dalla casa di San Rafael dopo la mitica e mai del tutto spiegata effrazione del novembre 1971 – la quale, a sua volta, potrebbe anche avere a che fare con l’ambiente della droga, o drug scene, come lo chiamano gli americani. E questo ci riporta a una considerazione che, se uno non si limita a leggere due o tre romanzi di Dick ma entra ben dentro l’opera del gran Californiano, viene spontanea: forse i suoi tanti romanzi sono come capitoli di un’unica storia, folle, sgangherata, allucinata, a momenti comica a momenti tragica, una storia assolutamente californiana, ma ormai cosa c’è a questo mondo che non sia California? Forse Dick bisogna leggerselo tutto e basta, senza stare lì a fare classifiche.

Umberto Rossi

Philip K. DickL’AUTORE

Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense. La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982 liberamente ispirato a un suo romanzo. In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

Nato a Chicago, con la sorella gemella Jane, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un’infanzia e un’adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita (Dick le rimase sempre legato, e decise di essere seppellito accanto a lei); dopo il trasferimento in California, frequentò l’Università di Berkeley, ma non concluse gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo(per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all’epoca obbligatorio), che lo portarono ad avere problemi col maccartismo di quegli anni. Iniziò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre ’48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se è possibile che abbia scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. Sicuramente la nascita della sua conoscenza e del suo amore per la musica classica precedette gli anni in cui lavorò come commesso nel negozio di dischi.

L’incontro con la fantascienza avvenne, forse per caso, e forse nel 1949 (ma il suo primo racconto, “Stability” Stabilità, pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica ne acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista Planet Stories. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. In questo periodo pubblicò i primi romanzi e una notevole quantità di racconti. Il matrimonio con Kleo andò in crisi quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l’ambientazione di diverse opere (tra tutte Cronache del dopobomba). Lì conobbe Anne Williams Rubinstein, che diventò la sua terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all’ottobre 1965). Era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativamainstream. Ma Dick visse ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Il fallimento come “nuovo” autore fu la goccia; il matrimonio andò a pezzi, Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965, e Dick si trasferì a San Francisco.

Dick assumeva anfetamina fin dai primi anni Cinquanta, sostanza che gli era stata prescritta dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l’anfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui lo scrittore soffriva occasionalmente. Man mano Dick sviluppò una vera e propria tossicodipendenza dalla sostanza, che lo agevolava nella stesura delle sue opere. L’abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni Sessanta, proprio mentre l’autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (Il cacciatore di androidi e Ubik). La rottura con la quarta moglie, Nancy Hackett (sposata dal 6 luglio 1966 al 1972), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett ) (15 marzo 1967), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick alla deriva; lo scrittore si trovò a vivere in una casa di sbandati, e la situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un’effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell’FBI; a tutt’oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l’esperienza canadese fu però un fallimento, dovuto al consumo eccessivo di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero pertossicodipendenti, la X-Kalay, un’esperienza breve che però lo aiutò chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni risalenti al suo percorso esistenziale di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo Un oscuro scrutare. Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all’incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick iniziò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un’esperienza mistica, Dick prese a scrivere l’Esegesi, una vasta raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico a partire dai quali scrisse la celebre Trilogia di Valis, punto d’arrivo della sua esperienza letteraria.

Morì a Santa Ana, in California, per collasso cardiaco, nel 1982, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano a dargli per la prima volta una certa sicurezza economica, e mentre era in lavorazione il primo film basato su una delle sue storie: Blade Runner, di Ridley Scott, che Dick non poté vedere completato, anche se riuscì a visitarne il set. (Biografia tratta da Wikipedia)