Serie TV: “3%” (2016) di Pedro Aguilera. Regia di César Charlone, Daina Giannecchini, Dani Libardi, Jotagá Crema

Articolo di Alessandra Cristallini3 pcGenere: fantascienza distopia | Anno: 2016 | Cast: Bianca Comparato, João Miguel, Michel Gomes, Rodolfo Valente, Rafael Lozano, Vaneza Oliveira, Viviane Porto, etc. | Stagioni: Una, 8 episodi (circa 45-55 min. ciascuno), ci sarà anche una seconda stagione | Trailer ufficiale al link: https://youtu.be/8yyzNQfaQR8

Note: disponibile su Netflix, è stata anche la sua prima serie tv prodotta in Brasile. Non è stata doppiata in italiano, se non capite il portoghese brasiliano vi consiglio di vederlo in inglese. I sottotitoli italiani esistono, ma con sommo rammarico devo dire di averli trovati molto, molto diversi dall’inglese. Sospetterei una traduzione diretta dal portoghese, se non fosse che ci sono evidenti errori di senso logico in molte frasi… la cosa rimane un mistero per me.

3% è ambientato in un futuro in cui il Brasile è diviso in due parti: la maggior parte della popolazione vive in povertà mentre il 3% vive nel lusso senza preoccupazioni dell’Offshore. Ogni anno chi compie 20 anni può provare a unirsi a questo 3% cercando di superare il Processo: una serie di test che determinano chi è migliore e più meritevole di unirsi all’elite. Il Processo è per molti una fonte di speranza, ma altri formano una ribellione segreta con il desiderio di cambiare lo status quo. Il primo episodio comincia con l’inizio del Processo di quell’anno, e la serie segue un gruppetto di ragazzi che formano strane alleanze e amicizie cercando di farcela. C’è Michele, una ragazza timida ma determinata e con dei segreti. C’è Joana, a cui non sembra che importi eppure risulta molto brava coi test. C’è Rafael, tanto fastidioso quanto bravo. C’è Marco, il discendente di una famiglia che, si dice, superi sempre il processo. C’è Fernando, un ragazzo molto intelligente su una sedia a rotelle. Non tutti loro entreranno a far parte del 3%, e spesso le persone muoiono durante il Processo…

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Se vi aspettate qualcosa tipo Hunger Games siete sulla strada sbagliata: non c’è niente di strettamente fisico in questi test, si concentrano sulla mente e la psicologia dei candidati, testando la loro intelligenza, le capacità deduttive e come lavorano sotto pressione. Alcuni test sono individuali, altri richiedono di lavorare in squadra, il che implica la presenza di capi, e che devono trovare il modo di collaborare a vicenda se vogliono proseguire… ed è proprio questo a essere molto interessante per il pubblico: tra il “come avrei risolto io questo problema?” e il “Io cosa avrei fatto al suo posto?” c’è un sacco di materiale per catturare il pubblico e tenerlo attaccato allo schermo, specialmente in certi episodi.
Ovviamente scopriamo anche qualcosa sul passato di ognuno: perché Joana si comporta così, che segreto nasconde Michele, perché Rafael è così arrogante ed egoista…

E scopriamo anche qualcosa su Ezequiel, l’uomo a capo del processo, un personaggio intrigante e pieno di conflitti interiori. Le location e i costumi sono semplici ma efficaci, e non nego che sia piacevole vedere così tante facce diverse e colori di pelle diversi.

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A livello di trama direi che funziona: essendo una serie tv ci sono episodi più intensi ed efficaci di altri, come il 2 e il 4 ad esempio. Non riesco a non menzionare che il finale per me ha qualcosa di… strano, soprattutto per uno dei personaggi. Il finale del pg in questione mi ha deluso un po’, la motivazione per il suo comportamento non era abbastanza efficace tenendo conto del suo passato. Se avevano bisogno che agisse in un certo modo avrebbero potuto trovare degli elementi più efficaci. So di essere molto vaga, ma non ho intenzione di spoilerarvi il finale! Anche se la sceneggiatura è non sempre ottima, la storia di per sé è interessante e i personaggi sono ben costruiti, ci si affeziona a loro e si vuole sapere come andrà avanti. Se vi interessano le distopie e le riflessioni sul costo delle utopie dategli una possibilità.

Alessandra Cristallini

Articolo pubblicato originariamente sul blog di Alessandra Cristallini Fragments of a hologram dystopia

https://fragmentsofahologramdystopia.wordpress.com/

Una risposta a “Serie TV: “3%” (2016) di Pedro Aguilera. Regia di César Charlone, Daina Giannecchini, Dani Libardi, Jotagá Crema”

  1. Ciao, Alessandra.

    3% è piaciuto molto anche a me.
    Se capisco cosa intendi sul finale, non sono molto d’accordo. La decisione definitiva che deve prendere è davvero difficile e io ho empatizzato molto col personaggio.

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