RoboCop compie 30 anni

Articolo di Omar Serafini500_RoboCop_logo

Vivo o morto, tu verrai con me!

Il 17 luglio 1987 usciva nei cinema statunitensi un film destinato a dare il via ad un media franchise rimasto nel cuore dei più: RoboCop.

locandinaIl Cyborg e il Robot

Ricordo ancora cosa provavo quando alle elementari vidi su un libro le prime foto di robot, che allora pur essendo a metà tra scienza e fantascienza erano già una realtà per i nostri tempi, ed il futuro era già presente. Il cinema ovviamente, che normalmente fa da precursore ad ogni cosa, non poteva certo tirarsi indietro.

Forse il primissimo robot della storia del cinema è apparso in Metropolis (1927), in cui notiamo già il desiderio di voler sostituire l’essere umano con qualcosa di molto simile ma al stesso tempo più perfetto (ovviamente sono punti di vista). E poi c’è stato il gigantesco Gort, il robot (interpretato da un usciere degli studios di Hollywood) che affiancava l’alieno sbarcato sulla Terra in Ultimatum alla Terra (1951), ma il robot utilizzato spesso come modello negli anni 50 fu quello che vediamo in Tobor (1954) e Il pianeta proibito (1955). Le forme dei robot poi riprendono ad avere quelle che lo facevano sembrare una sorta di clone umano, quindi già negli anni 60 il robot perde quell’interesse morbosamente legato alla curiosità scientifica e le sue forme cominciano a somigliare sempre maggiormente a quelle umane.

Se nel film Il Dormiglione (1973) Woody Allen finge solamente di essere un robot, Yul Brinner lo diventa in piena regola vestendo nuovamente i panni del pistolero nel capolavoro di Michael Crichton Il mondo dei robot (1973), per dare una caccia spietata ai protagonisti del film, all’interno di un parco di divertimenti totalmente popolato da robot e costituito da scenari artificiali che riproducono la realtà di alcuni periodi storici. Nel film Io e Caterina (1979) Alberto Sordi, subisce la gelosia della sua cameriera robotica, che mostra di avere sentimenti umani, e pur diventando pericolosa in alcuni frangenti , mostra già il primo paradosso mettendo a confronto la disumanità umana con gli “improbabili” sentimenti di un automa.

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Gli anni 80 saranno popolati da robot che diverranno quasi presenze fisse , in particolare nei film di fantascienza. In tal caso impossibile ignorare i due robot della trilogia di Star Wars, uno con forma umana e l’altro con una forma tipica da macchina (scimmiottati poi nella parodia “Balle Spaziali” di Mel Brooks nel 1987), e nemmeno il cattivissimo robot di Saturn III (1980) per non parlare dei ridicoli robot di Flash Gordon con una specie di fallo appuntito. Nella seconda metà degli anni 80 il robot subisce un evoluzione e diviene cyborg. Il robot continua ad esistere a mezzo di immagini graziose e tenere come quella di Numero 5, robottino polivalente di Corto Circuito (che ricorda un po’ il robot di Wall-E uscito nel 2008) mentre il cyborg ne diventa la versione più perfezionata ma talvolta malvagia come possiamo notare in Terminator (1984) di James Camerun.

Il Terminator del film (Arnold Schwarzenegger scelto sicuramente per il suo fisico) è un assassino perfetto che si mimetizza fra gli umani avendo non solo l’aspetto esteriore, ma persino sangue, carne e pelle (che ricopre uno scheletro metallico) umana, determinato a svolgere il suo compito fino alla fine, ossia quello di “terminare”, Sarah Connor, colpevole di aver partorito nel prossimo futuro il leader della resistenza che si batte contro le macchine che vogliono eliminare l’umanità dalla faccia della terra. Il film terminator con un cyborg assassino ha fatto storia ovviamente, ma quasi in maniera diametralmente opposta anche il cyborg che protegge la giustizia farà storia e il suo nome sarà RoboCop.

RoboCop – Il futuro della legge (1987)

Nel 1987 Paul Veroheven dirige il suo secondo film e lo ambienta in un futuro dispotico in cui domina una società capitalistica (per non dire la plutocrazia) che è la filosofia di vita della OCP (Omni Consumer Product) una multinazionale che intende distruggere la vecchia Detroit per potervi poi ricostruire la nuova Delta City. A testimonianza del fatto che il potere del denaro supera qualsiasi valore umano l’OCP stipula un patto con l’amministrazione comunale riuscendo addirittura ad avere la polizia alle proprie dipendenze.

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Si tratta ovviamente di un opera satirica in cui il feroce cinismo dell’OCP non fa altro che fornire uno specchio della società reale , eseguendone in effetti una caricatura. Il sorriso falso dei media che agiscono come conduttori di un quiz televisivo e le continue pubblicità che ogni tanto appaiono insultando l’intelligenza di una popolazione ormai narcotizzata illustra un quadro futuristico (ma no troppo) drammatico. Addirittura quando il robot ED209 (Element Droid 209) per un malfunzionamento crivella di colpi il giovane (e ingenuo) consigliere Kinney alla prova del consiglio di amministrazione, tutti sembrano restare indifferenti, persino i suoi colleghi che fino a poco prima erano con lui, per non parlare del presidente dell’OCP sconvolto perché il suo sogno di creare Delta City viene minacciato da un simile fallimento (ED209 avrebbe dovuto eliminare la criminalità della vecchia Detroit).

A questo punto entra in scena Bob Morton (Miguel Ferrer) altro membro dell’OCP che scavalcando il Numero Due dell’OPC Dick Jones (Ronny Cox), promotore del progetto ED209, suscita l’interesse del “Vecchio” (così chiamato il Capo dell’OCP) per un nuovo progetto che accelererebbe i tempi. In mezzo a questa guerra di potere accidentalmente ci finisce l’agente Alex Murphy (Peter Weller) che nel tentativo di sventare una rapina alla banca finisce brutalmente ucciso dalla banda , capeggiata dal numero uno dei criminali della vecchia Detroit, Clarence Buddicker (Kurthwood Smith). Leggendaria da un punto di vista della violenza la sequenza in cui il povero Murphy viene fatto a pezzi nel corso dell’esecuzione, che inizia addirittura con la distruzione di una mano con una fucilata da parte del sadico Clarence, il quale si esibisce anche in una battuta di cattivo gusto: «…e dategli una mano!»

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La nuova partner di Murphy, Anne Lewis (Nancy Allen) dopo essere stata inizialmente messa fuori combattimento da uno della banda (e creduta morta) assiste impotente alla fucilazione del suo compagno e anche al colpo di grazie che Clarence gli sferra sparandogli alla testa. Nonostante tutto ciò Murphy diviene il corpo utilizzato da Morton per il suo progetto RoboCop. Inizialmente il sensazionalismo che il nuovo eroe offre, un androide che somiglia ad un cavaliere medievale con un armatura iper tecnologica (fatta di titanio e kevlar) il quale tira fuori dalla coscia una grossa pistola (che somiglia alla Desert Eagle che verrà usata da Anne Parillaud in Nikita, in realtà una Beretta 93R modificata), la Auto 9, che spara a raffica come una mitragliatrice. In breve tempo diviene il “giustiziere” figura cara alla cultura americana, la Kryptonite , per maniaci, stupratori e rapinatori, poi qualcosa cambia. Anne Lewis riconosce il movimento della rotazione della pistola a modi pistolero western che Murphy sembra aver conservato nella memoria e cerca di parlargli, ma il punto cruciale si ha quando nello sventare una rapina RoboCop, istintivamente, nel riconoscere forse Emil Antonowsky (Paul McCraw) ripete la stessa frase del loro primo incontro nell’acciaieria abbandonata, che fu teatro del suo delitto. RoboCop dice«Vivo o morto, tu verrai con me!», la stessa frase che aveva già detto al sospettato dopo aver sparato al suo complice Dougy (Neil Gummers), e lo stesso Emil lo riconosce a mezzo di quella frase cercando inutilmente una via di fuga. Da quel momento in poi RoboCop inizia a fare ricerche sugli altri membri della banda fino a giungere nel pieno di una trattativa di droga e di imbastire una battaglia contro tutti i malviventi presenti, uccidendo però tra i suoi omicidi solamente Steve Mihn (Calvin Jung). Fedele ai principi di poliziotti decide di arrestare solamente Clarence non prima però di averlo massacrato di botte, scoprendo che lavora nientemeno che per Dick Jones il Numero Due dell’OCP, stessa scoperta che aveva fatto Bob Morton prima di essere ucciso dallo stesso Clarence per conto di Jones, che si vendica così dell’affronto subito dal suo subalterno.

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Recatosi immediatamente, dopo l’arresto di Buddicker, da Jones scoprirà che oltre alle tre direttive innestate nel suo programma cerebrale (ordine pubblico totale; proteggere gli innocenti e far rispettare la legge) ve ne era una quarta segreta, conosciuta come “Direttiva 4”, che gli impedisce di agire contro un funzionario dell’OCP. Forte di questo potere Dick Jones fa attaccare RoboCop dal suo cane da guardia, l’ED209 che però collassa sui gradini di una scala interna non potendo inseguire il cyborg e denotando un chiaro limite delle sue capacità. RoboCop pur difeso moralmente dai suoi colleghi poliziotti, che lo vedono uno di loro, viene attaccato violentemente dalla SWAT, ma si salva solo grazie a Lewis che lo conduce alla acciaieria abbandonata dove tutto ha avuto inizio. Li per la prima volta Murphy del tutto cosciente di se, si toglie il casco e si prepara per lo scontro finale contro i qauttro membri della banda rimasti che lo stanano grazie ad un localizzatore. Spalleggiato dalla fedele alleata e amica RoboCop non teme i cannoni Kobra d’assalto di cui sono muniti i suoi nemici. Il primo a cadere sotto i colpi di Murphy è Joe Cox (Jesse D. Goens). Emil farà una fine orrenda, finendo prima con in furgone contro un contenitore di sostanza chimica che gli scioglierà letteralmente il corpo, per poi venire disintegrato dalla macchina in corsa di Clarence che non lo aveva visto inizialmente. Leon Nash (Ray Wise) riuscirà a seppellire tramite una gru il protagonista da pesante materiale metallico ma sarà ucciso dall’agente Lewis che pur ferita precedentemente da Clarence riuscirà a sparargli con il cannone Kobra. Pur mezzo sommerso da parti meccaniche metalliche Murphy riesce a vendicarsi di Buddicker trafiggendogli il collo con la l’interfaccia-punta metallica che gli esce del pugno e con la quale di solito si connette ai computer.

Nel finale RoboCop si reca nell’ufficio dell’OCP in piena riunione prima accusando e poi mostrando le prove che incriminano Dick Jones, ma l’uomo sentendosi perso prende in ostaggio il “Vecchio” (Dan O’ Herlihy) che non essendo il presidente OCP per nulla capisce subito cosa fare, licenzia seduta stante infatti Dick, facendo annullare la “Direttiva 4” e permettendo a RoboCop di trafiggerlo con i proiettili che lo spediscono fuori dal grattacelo e lo fanno precipitare nel vuoto. Quasi del tutto indifferente come se non fosse accaduto niente il vecchio chiede a RoboCop: «spari bene figliolo… come ti chiami?» e lui accennando un ghigno di soddisfazione risponde «Murphy!», facendo capire che l’uomo ha preso il sopravvento sulla macchina e che lui ha nuovamente coscienza di chi sia, riscrivendo in un certo senso le leggi codificate da Asimov circa la robotica.

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Gli effetti speciali stupendi sono di Rob Bottin e per animare il robot ED209 viene usata la tecnica del “passo uno” di Phil Tippet che si ispira alla stop motion di Ray Harryhousen (e Willis O’Brien prima di lui). Pare inoltre che Peter Weller sia stato scelto per il ruolo di RoboCop per via della particolare espressività delle sue labbra, le uniche cose che appaiono di RoboCop oltre al mento.

 

Influenze?

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Inutile dire che RoboCop ha avuto delle influenze notevoli nel cinema del cyborg ma in alcuni casi abbiamo film che volontariamente o no ricordano Alex Murphy nella sua versione robotica.

Nel film The Eliminators (1986) di Peter Manoogan abbiamo un Mandroid (Patrick Reynolds) un uomo per metà cyborg in quanto le sue gambe, un braccio e parte del viso sono meccaniche. Le gambe inoltre possono essere staccate per poi montare il corpo superiore su una sorta di mini cingolato. Questo cyborg inizialmente utilizzato per i viaggi nel tempo dovrà compiere un ulteriore missione in cui dovrà intercettare lo scienziato che voleva ucciderlo. All’avventura prenderanno parte i consueti personaggi stereotipo: La bella scienziata Nora Hunter (Denise Crosby); L’avventuriero e conduttore di un mezzo di trasporto che serve ai protagonisti chiamato Harry Fontana (Andrew Prine). E alla combriccola si unisce anche un ninja (che va molto di moda in questo periodo), chiamato Kuji (Konan Lee), che sarebbe il figlio del dottor Takada (Ted Horino), un altro scienziato che aveva cercato di aiutare il Mandroid finendo ucciso.

Vedo una similitudine anche o se vogliamo un influenza anche nella corazza indossata da Charlie Sheen per il film Il Replicante (1987), in quanto il giustiziere protagonista , ucciso a coltellate dal gelosissimo Nick Cassavetes, e ritornato in vita per aiutare la sua amata con fattezze diverse , indossa un armatura che lo fa sembrare una specie di cyborg non molto dissimile a RoboCop.

RoboCop in altri contesti

RoboCop diverrà anche un giocattolo e anche il protagonista di una serie di videogame ciascuno uscito in seguito ad ogni film, (RoboCop, RoboCop 2, RoboCop 3) a parte forse RoboCop 3D e RoboCop vs Terminator usciti molto più tardi rispetto ai film. RoboCop diviene già nel 1988 un cartone animato di 12 puntate prodotto dalla Marvel Production.

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RoboCop 2 (1990)

Tra la fine del 1989 e l’inizio del 1990, come ci si poteva aspettare, esce RoboCop 2 diretto da Irvin Kershner. Stavolta RoboCop deve vedersela con Cain (Tom Noonan) uno spacciatore di droga filosofo, che diffonde la la Nuke, una potentissima droga che provoca una dipendenza fortissima fino al punto che la gente diventa violentissima pur di averla. Gli assistenti di Cain sono la bella e sensuale Angie (Galyn Garg) e Hob (Gabriel Damon), un ragazzino con una maturità criminale fuori dal comune, che potrebbe essere il successore di Cain, e che dimostra una sensibilità umana solamente in un occasione, quando Cain punisce l’agente traditore Duffy di fronte a lui costringendolo a guardare mentre lo viviseziona. Intanto l’OCP versa in gravi difficoltà economiche ma il problema sta per essere risolto in quanto Detroit a causa di una clausola se non riesce a trovare una certa somma di denaro in breve tempo diverrà di proprietà dell’OCP il cui leader, sempre “Il Vecchio”, non ha rinunciato al progetto del capitolo precedente. Un sindaco agguerrito (Willard Pigh) ma fondamentalmente debole, soprattutto da un punto di vista economico si oppone al progetto della multinazionale che nel frattempo ha tra le file una scienziata spietata, Juliette Faxx (Belinda Bauer).

robocop21Intanto RoboCop nel suo primo scontro con Cain ha la peggio, e la sua banda dopo essersi servita di una mitragliatrice di grosso calibro e di un magnete lo smonta pezzo per pezzo rimandandolo indietro alla stazione di polizia che scioperava. Riassemblato solo per non perdere il favore del popolo Murphy viene talmente sommerso dalle direttive che compromettono le sue capacità arbitrarie fino a quando comincia a comportarsi come uno squilibrato.

L’unica possibilità per Murphy è quella di essere disattivato rischiando così di morire o una scarica ad alto amperaggio che potrebbe comunque ucciderlo. Murphy rischia la vita per tornare se stesso ed affronta Cain che non muore ma rimane gravemente ferito e così la dottoressa Foxx decide di usarlo per fabbricare RoboCop 2, più grande e più potente del predecessore. Tuttavia Cain è controllabile solamente tramite la sua dipendenza alla Nuke che la dottoressa usa come zuccherino per imporgli obbedienza. Il sindaco di Detroit pur di non darla vinta all’OCP si rivolge alla banda di Cain ormai gestita da Angie, ma soprattutto da Hob, libero dall’influenza della Nuke a differenza della prima, ma RoboCop 2 irrompe nel corso della trattativa e compie un massacro uccidendo anche Angie (con le sue stesse mani, quando capisce che non potrà più averla) e Hob ( che colpito da proiettili vaganti sarà assistito da Murphy nei suoi ultimi momenti di vita in una scena molto toccante), per poi presenziare all’inaugurazione del primo palazzo della nuova Detroit. Nel finale assistiamo allo scontro tra i due RoboCop, ovvero tra Murphy e Cain il quale ha il suo punto debole nella dipendenza alla droga. Dopo che Murphy gli estrae il cervello e lo schiaccia, il “Vecchio” su suggerimento di un membro della OCP pensa di dare la colpa alla dottoressa Faxx. L’agente Lewis nelle ultimissime battute esprime il pensiero del pubblico quando dimostra risentimento per il fatto che il capo dell’OCP la faccia ancora franca e Murphy simpaticamente risponde: «siamo solo umani…»

Da non tralasciare la situazione drammatica che si viene a creare in cui Murphy vorrebbe rientrare in contatto con la famiglia (la moglie e il figlio) ma viene comunque allontanato dalla sua consorte che non lo riconosce come tale e ne è spaventata ma poi quando lei comincia ad accarezzare l’idea di tornare con il marito lui persuaso che le farebbe solo del male illudendola la induce a toccare le sue labbra, facendole notare che sono fredde come quelle di un cadavere, cercando con questa terapia d’urto di far si che ella smetta di pensare a lui e di rifarsi una nuova vita.

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RoboCop 3 (1993)

In RoboCop 3 assistiamo a molti cambiamenti. La regia passa a Fred Dekker mentre il ruolo di protagonista passerà da Peter Weller e Robert Burke.

L’OCP simbolo del capitalismo e del male è stata rilevata dalla Kanemitsu Superprodotti, una multinazionale giapponese, che comunica le sue direttive al rappresentante della vecchia OCP (Rip Torn) e assolda dei mercenari, capitanati da Paul McDaggert, che hanno il compito di sfrattare le persone dalle loro case mandandole per strada per poter così demolire le case senza difficoltà . RoboCop diviene ancora un ostacolo quando mostra di operare scelte umane, nella fattispecie quando rinuncia ad inseguire i ribelli che si oppongono alle prepotenze dittatoriali della Kanemitsu, per aiutare l’amica Lewis finita accidentalmente nel territorio dei terribili Splatterpunks salvandole la vita. Ben presto Murphy e Lewis si accorgono che i ribelli sono nel giusto e cercando di difenderli affrontano i mercenari, e nel fare ciò Lewis perde la vita, colpita a morte da McDagget, mentre Murphy, ancora una volta vittima della “Direttiva 4”, viene gravemente danneggiato. Vittima dell’ennesimo lavaggio del cervello viene aiutato da una ragazzina che fa parte della resistenza, che si mostra una mente geniale e dalla dottoressa (la bellissima Jill Hennesy) incaricata della sua manutenzione. In questo capitolo compare un cyborg più perfetto e più tecnologico, il ninja Otomo (Bruce Locke), apparentemente solamente un bodyguard per Kanemitsu (Mako) poi si rivelerà essere una produzione in serie.

robocop_3_-_deAnche Robocop sarà perfezionato, sarà infatti modificato, gli verrà posizionata una nuova arma al braccio che spara come un cannone (con cui distrugge il primo Otomo incontrato) e una sorta di componente ausiliaria che gli permette di volare, grazie al quale aiuterà nel finale le sue due amiche vendicandosi di McDagget, che muore nell’esplosione del palazzo che era sede dell’OCP e che simboleggiava il dominio del capitalismo. Inoltre grazie alla capacità di volare aiuta i cittadini onesti e i poliziotti (che si erano a questi uniti) che decidono di prendere parte alla rivolta battendosi contro i mercenari e i criminali e teppisti della città assoldati per dar mano forte a questi ultimi quando i poliziotti si dimettono. Nel finale Kanemitsu sembra capire che finché RoboCop veglierà su Detroit la città sarà intoccabile.

Per la prima volta inoltre si spezza una lancia a favore dei media, in particolare nella scena in cui Eva LaRue (diventata celebre negli ultimi anni come agente Boavista in CSI: Miami) lascia la sua postazione nella diretta dello studio TV, visibilmente irritata, rifiutandosi di diffondere la falsa notizia che RoboCop sarebbe il responsabile di alcuni fatti criminosi.

La serie TV (1993)

RoboCop diviene una serie TV di 22 episodi per una sola stagione, ma lo scarso successo penso sia dovuto alle modifiche di molte caratteristiche dei film. Tanto per cominciare non vi sono omicidi e RoboCop (qui interpretato da Richard Eden) trova sempre il modo di catturare i cattivi senza far loro del male, in modo che nell’episodio successivo essi possano di nuovo ricomparire.

robocop-serie-tv-01-gInoltre l’OCP a differenza di quella del passato, composta da persone senza scrupoli sembra governata da ingenui e ignoranti che non sembrano rendersi conto di quello che accade. Compare inoltre la figura Diana (Andre Roth) segretaria dell’OCP che non è altro che una personalità trasferita nel super computer che governa Metronet, la rete informatica della città.

Altro personaggio femminile rilevante della serie è quello di Lisa Madigan (Yvette Nipar).

Il remake: RoboCop (2014)

Quando ho visto il poster del nuovo RoboCop non ho avuto una bella sensazione, anzi tutt’altro, e ho pensato «ecco l’ennesimo titolo preso in considerazione per la mancanza di idee», poi ho cominciato a pensare che tutto sommato poteva esserci qualcosa di buono in questo lavoro sebbene l’immagine mostrava un RoboCop nero invece che il classico grigio metallico. In realtà è stato peggio di quanto credessi, perché questo “nuovo” RoboCop annienta il vecchio personaggio e la vecchia storia. Il dramma prende il posto dell’azione e tutta la satira e il desiderio di vendetta (o giustizia) non esistono più.

Locandina 2014Innanzitutto il povero Murphy (Joel Kinneman) rimasto sotto shock per aver scoperto la sua nuova condizione inizia a correre lungo un campo di riso cinese, e il che mi ha fatto avere una sensazione molto vicina al ridicolo, ma niente paura, viene spento e cade rovinosamente nell’acqua che ricopre la terra, ma questo è solo l’inizio perché ho come l’impressione che lo sceneggiatore e il regista odiano a tal punto il personaggio di RoboCop da volerlo demolire e distruggere in tutti i modi possibile e ad ogni occasione.

Gli capita di tutto, viene smembrato per ben due volte (in una sequenza che ci ricorda molto un film horror) dallo scienziato che lo ha creato, si spezza un arto per poter uscire da una situazione pericolosa e così via. Insomma perché se odiavano tanto Roboop ne hanno fatto un remake? Ma forse non è questione di disprezzo ma solo di presunzione , perché come avvenuto per il film Nightmare (2010) il credere di migliorare un film rispetto a quello di origine porta a peccare di arroganza, creando un lavoro che non somiglia al predecessore (senza quale non esisterebbe il remake) ne a creare qualcosa che vive da sola.

Qui la situazione è un po’ diversa perché Murphy viene devastato dall’esplosione della sua auto in un attentato che riesce in parte, e una volta tramutato in RoboCop è perfettamente cosciente (a differenza del film di origine in cui solo in un secondo momento acquisisce la coscienza umana), e solo dopo viene man mano reso sempre più incosciente prima facendo si che la macchina prenda il sopravvento nei momenti di scontro con il nemico, poi viene repressa sempre maggiormente la sua memoria fin quando non riconosce più moglie e figlio, per poi in un secondo momento riacquisire di nuovo la sua umanità. I cattivi di questo film sia il boss locale Vallon che i due poliziotti corrotti che lo spalleggiano sono anonimi, poco caratterizzati o comunque quasi del tutto assenti nel corso del film. Il comandante del commissariato viene identificata come complice dei misfatti ma anche qui sembra che la cosa non sia presa molto in considerazione dalla sceneggiatura ne dalla regia. Ci sono inoltri diversi cambiamenti molto importanti: Lewis non è più una donna “maschiaccio” e risoluta ma un uomo di colore.

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L’OCP si chiama OmniCorp. Gli ED209 esistono già e impiegati dall’esercito in missioni all’estero si chiamano ED10 e sono accompagnati dagli ED08 dalla forma umanoide. La moglie (Abbie Cornish) di Murphy non viene tenuta all’oscuro ma addirittura è lei stessa a firmare per la trasformazione del marito convinta dai medici che sia l’unico modo per ridargli una vita dignitosa. L’armatura è inizialmente simile a quella originale , poi viene definito ridicolo e gli viene appioppata quella nera, salvo poi nel finale ritornare grigia e non si capisce il perché. Invece dell’auto ordinaria della polizia guida una moto fatta solo per lui il che non so perché lo fa assomigliare a Batman. Inoltre la pistola non è più quella che devasta i corpi con raffiche di proiettili, ma una che funziona con proiettili elettrici, e comunque il cyborg possiede anche un mitra. La sequenza della fabbrica della droga in cui Murphy fa irruzione è davvero breve e insignificante e le sparatorie sono ridotte ad una sorta di videogame di cui si capisce poco o niente. In effetti in realtà il film sembra incentrato su tre celebri attori.

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Gary Oldman è lo scienziato coscienzioso e umano che aiuta RoboCop ad ogni occasione, molto lontano dal su personaggio schizzato o feroce di Leon (1994) o L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz (1995), ma molto più vicino al commissario Gordon interpretato per Batman. Michael Keaton è Sellars, il cattivo principale che chiede e ottiene di fondere uomo e macchina per poter poi vendere i suoi robot anche negli USA, e mentre a differenza del capitolo originale in cui RoboCop rappresentava un livello evolutivo non indifferente, qui viene presentato come un passo indietro e nasce solamente perché Sellars vuole dare un volto umano alle macchine in quanto non riesce a distribuire sul mercato americano le sue creature, nonostante sia aiutato dal conduttore televisivo che ci porta al terzo personaggio importante della pellicola, Samuel L. Jackson, che rappresenta forse nel film la cattiva informazione o il potere di manipolazione dei media. Questi tre attori rubano lo scenario al protagonista perché sono gli unici ad avere carisma e personalità, riducendo Alex Murphy ad un poveretto il cui amore per la famiglia viene minato dagli interessi di persone potenti. Il fatto che non si veda azione nella prima ora non aiuta il film a sembrare qualcosa di diverso da una versione moderna della storia di Frankestein.

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Un altro nemico di RoboCop, oltre al cinico Sellars, sembra essere il suo addestratore, o per lo meno quello che lo dovrebbe approvare, Maddox (che guarda caso è interpretato da Jackie Earle Haley che interpretò Freddy Krueger nel remake di Nightmare, un altro lavoro che secondo me pecca di presunzione cambiando molte cose rispetto all’originale), che invece della “Direttiva 4” è protetto dalla “Risorsa Rossa”. Nel film sono presenti alcuni omaggi al film di origine, la musica che compare solo nelle fasi iniziale, il tentativo di Lewis di parlare a RoboCop la prima volta che lo incontra nel corridoio da solo, la frase-trademark «Vivo o morto, tu verrai con me!» che qui Murphy dice a Sellars mentre nella vecchia versione lo diceva in due occasioni diverse ad Emil. Quello che non ho ben capito è cosa dovrebbe rappresentare lo scontro tra il senatore che non vuole adoperare macchine, e Sellars il quale vorrebbe invece introdurre automi in città a scopo di lucro. Forse è una metafora dittatoriale che ci mostra come in realtà gli interessi economici siano di gran lunga più importanti ai valori umani e sentimentali.

Sicuramente questa nuova versione di RoboCop privata della satira del primo capitolo, della violenza spettacolare (quasi da fumetto splatter) e degli effetti speciali artigianali (sostituiti da quelli della computer grafica) non ha nulla a che vedere con gli altri RoboCop di origine.

Questo è quello che succede quando si cerca di adattare un cult divenuto classico a costumi sociali attuali senza avere nessuna passione o idee e , ne rispetto per l’opera precedente… due ore di noia assoluta.

Omar Serafini