Recensione: “Zona di Clonazione” (The Clone Zone, 1991) di Robert Silverberg

Articolo di Alessandro Pin1477089366In un futuro prossimo il Sud America è una potenza mondiale grazie al perfezionamento delle tecniche di clonazione umana. Cile, Bolivia e Perù sono unificate sotto l’unico nome di Terra-Alvarado dal regime dittatoriale del Leader Maximus, Alvarado. Il dottor Mondschein viene mandato in esilio come capro espiatorio in seguito alle contestazioni pubbliche contro la clonazione. Dopo 25 anni, viene inaspettatamente richiamato in patria. L’americano Robert Silverberg, maestro della letteratura di fantascienza colta e umanistica, è stato per 3 volte vincitore del premio Hugo, 4 del premio Nebula e fa parte della “Science Fiction and Fantasy HALL OF FAME”.

Autore: Robert Silverberg | Titolo: Zona clonazione | Titolo originale: The Clone Zone, 1991 | Novelette | Prima edizione italiana: 2016 | Traduzione: Dafne Munro | Copertina di: Angela Graci | Edizione italiana: Urban Apnea Edizioni (2016) | Collana: Commons Apnea #1

“L’aeroporto era nuovissimo. Luminoso, abbagliante, come nelle più grandi capitali del mondo, e per un attimo Mondschein pensò che l’aereo fosse atterrato per errore a Rio oppure a Buenos Aires. Subito dopo però, notò degli indizi rivelatori, il grasso unto sui bordi delle poltrone, la polvere spugnosa dietro le facciate luccicanti, e capì che doveva essere nella Terra di Alvarado.”

Un eminente scienziato, esiliato da anni dalla sua patria per aver “osato” e “giocato” con la biologia, andando oltre l’etica e la morale, ritorna dietro un’altolocata richiesta d’aiuto per far fronte a una minaccia che punta dritto al cuore del Sovrano. Un manipolo di sovversivi militari coglie l’occasione per “assoldarlo” tra le proprie fila, gente che vuole cambiare l’ordine delle cose, ovvero un dispotico governo gestito da innumerevoli cloni del Sovrano, creati a suo tempo dallo stesso scienziato. Silverberg narra una storia intrigante, elegante, politica (e quindi attualissima) e psicologica; descrive infatti le sensazioni dell’esule che torna a casa e trova tutto cambiato da come se lo ricordava, dopo i tanti anni di esilio. Una società che camuffa, che normalizza e assimila al passato, e che non perde tempo nel voler portare dalla propria parte lo scienziato, richiamato ufficialmente dal Sovrano che lo cacciò per far fronte alla Paura di essere spodestato da uno dei suoi cloni. Il tema della vendetta permea il racconto, inizialmente incuriosendo il lettore per poi sorprenderlo sul ruolo che lo scienziato sceglierà di interpretare, quello del separatista o del collaborazionista.

Affascinante e dallo stile asciutto e conciso, con descrizioni minimali, ma essenziali che contestualizzano efficacemente lo scenario, Zona clonazione rispetta lo stile unico che solo Robert Silverberg conosce, attraverso brillanti e incalzanti dialoghi, che rendono la narrazione una gioia per il lettore, seppur di breve, ma intensa durata. Una storia che sarebbe piaciuta molto a Philip Dick.

Alessandro Pin

Robert SilverbergL’AUTORE

Robert Silverberg, (New York, 15 gennaio 1935) è uno scrittore di fantascienza, curatore editoriale e sceneggiatore statunitense, ripetutamente vincitore, tra gli altri riconoscimenti, dei premi Hugo e Nebula. Silverberg fu sin dall’infanzia un vorace lettore e cominciò a scrivere per riviste fantascientifiche dall’adolescenza. Studiò alla Columbia University, continuando a scrivere fantascienza. Il primo romanzo pubblicato, nel 1955, fu un libro per ragazzi, La pattuglia dello spazio (Revolt on Alpha C). L’anno seguente vinse il suo primo premio Hugo, in qualità di “migliore scrittore esordiente” e facendosi così conoscere come una delle giovani promesse della letteratura fantascientifica. Per sua ammissione, nei quattro anni successivi scrisse un milione di parole all’anno per il mercato fantascientifico. Nel 1959 quello stesso mercato crollò e Silverberg si riciclò in altri campi, dai racconti storici alla pornografia soft. Nella metà degli anni sessanta gli scrittori di fantascienza cominciarono ad avere ambizioni letterarie maggiori. Frederik Pohl, editore di tre riviste fantascientifiche, offrì carta bianca a Silverberg, purché avesse scritto per lui. Così l’autore tornò alla fantascienza, approfondendo lo studio del suo primo amore letterario. I libri che scrisse in questo periodo sono considerati dai critici lontani anni luce dai suoi primi lavori. Già da Violare il cielo (To Open the Sky, 1967), una serie di racconti in cui una nuova religione aiuta le persone a raggiungere le stelle, la differenza fu sostanziale. Mutazione (Downward to the Earth, 1970) fu probabilmente il primo libro fantascientifico post coloniale, in cui si sentiva l’eco di Joseph Conrad. Fra gli altri lavori del periodo non possiamo dimenticare Vertice di immortali (To Live Again, 1969), in cui le personalità dei morti possono essere trasferite;Monade 116 (The World Inside, 1971), uno sguardo su un futuro sovraffollato; e Morire dentro (Dying Inside, 1972), un racconto su di un telepate che perde i suoi poteri. (Wikipedia)

Recensione pubblicata originariamente sul blog Destinazione Cosmo di Alessandro Pin

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