Recensione: “Tempospirale” (2015) di Donato Altomare

Massimiliano GobboimageQuesto agile romanzo racconta una storia in cui paradossi temporali e nuove tecnologie fanno da sfondo a una vicenda erotica che non mancherà di coinvolgere il lettore grazie alla capacità affabulatoria dell’Autore.

Autore: Donato Altomare | Titolo: Tempospirale | Editore: Fratini Editore | Collana: Collana Corti Pop | Anno di pubblicazione: 2015 | Formato: brossura con alette | Pagine: 120 | ISBN: 978-88-6794-049-3 | Prezzo di copertina: 8€ | Copertina illustrata da Antonia Barbarossa.

Parlare di Tempospirale, l’ultimo romanzo di Donato Altomare edito da Fratini, è cosa semplice e difficile ad un tempo.

Facile poiché l’autore, giunto all’apice d’una maturità artistica invidiabile, ci regala una storia intrigante, ben equilibrata nei suoi diversi elementi, ed estremamente godibile grazie a una struttura agile, e a una prosa efficace e snella.

Difficile perché la vicenda che vi è narrata presenta diverse particolarità, e un respiro narrativo molto ampio. Partiamo dal tema di fondo, anzi dai temi: l’autore affronta con perizia e una buone dose di mestiere (il che non guasta mai), argomenti a tutta prima distanti; ovvero il fantastico fantascientifico, e una vena romantica connotata, fra l’altro, da una certa dose di sensualità (cosa di per se inusitata in produzioni congeneri). E qui sorge un primo problema di natura interpretativa – sempreché sia possibile tentare un simile approccio per un libro come questo – .

La domanda è: Tempospirale è un romanzo eminentemente di fantascienza, o, piuttosto, uno scritto con influssi letterari, come definirli, esotici? La risposta (non definitiva) potrebbe essere: sì; Tempospirale narra d’una vicenda di fantascienza, ma di tipo particolare, frutto d’una sapiente miscela fra le suggestioni del genere suddetto, e quelle, decisamente più calde, d’una love story per nulla scontata. In effetti, accanto ad un fantastico dal piglio escatologico che si traduce efficacemente in una sorta di classico moderno della SF, troviamo un sub plot (che poi tanto sub non è) dal timbro sentimentale pregno d’un eros, come dire, siderale.

Non basta, Altomare sordo ai richiami delle sirene del cyberpunk – che oramai rappresenta in ambito fantascientifico una sorta di politically correct – , ha il pregio di guardare oltre, superando l’empasse ideale rappresentata da certe forme di pessimismo cosmico ampiamente inflazionate.

L’autore, dotato d’una sensibilità letteraria a tutta prova e d’un registro narrativo garbato e vivace, intesse una storia multidimensionale (e il caso di dirlo), in cui s’intrecciano, amalgamandosi, emozioni e sensazioni da romanzo intimistico, il tutto condito da buone dosi di sottile ironia.

Da un punto di vista squisitamente fantascientifico, Tempospirale può rammentare pellicole come L’uomo bicentenario od opere celebri quali La macchina del tempo, e fa riferimento alle più moderne teorie inerenti la meccanica quantistica e i viaggi nel tempo.

Sul versante stilistico ci troviamo di fronte a un’opera capace di parlare al lettore con un linguaggio semplice (in apparenza) e diretto tipico del postmodernismo. Inoltre l’autore, da autentico affabulatore, ama sedurre il lettore con una prosa ammaliatrice, spesso traslucida, nella quale i “non detto”, e i “non visto” tramandano intensi profumi dal carattere fantasmagorico, facendo intuire interi cosmi immaginifici eppur pulsanti d’un vitalismo narrativo inestinguibile.

A suggello di tutto ciò un finale degno d’un giallo che vale a chiudere il cerchio, pardon, la spirale, in una dimensione di simmetria estetica pressoché perfetta.

Come a dire l’Alfa a l’Omega che si fondono annullandosi. Un epilogo che sorprende e commuove, e che lascia un sottogusto dolce – amaro nell’anima.

Massimiliano Gobbo

Donato AltomareL’AUTORE

Donato Altomare (Molfetta, 21 luglio 1951) è un autore di fantascienza italiano. Laureato in ingegneria civile presso l’Università di Bari, si avvicinò presto al fandom, dedicandosi poi alla scrittura. Ha vinto due volte il premio Urania: nel 2001 con il romanzo Mater Maxima, e nel 2008 con il romanzo Il dono di Svet.