Recensione: “Stelle Umane” (2017) di Giulia Abbate

Recensione di Mario Luca MorettiTitolo: Stelle umane | Autrice: Giulia Abbate | Anno di pubblicazione: 2017 | Antologia di racconti | Editore: StreetLib | Formato: e-Book | EAN: 9788826016887 | Prezzo: 2,99€ | Pagine: 170

I racconti che compongono l’antologia sono:

Nove anni, racconto di fantascienza (sociale/distopica). Prefazione di Alberto Cola. Racconto pubblicato nel 2013 in “Crisis”, a cura di A.Cola e F.Troccoli, Della Vigna Edizioni

Il nostro seme inquieto, racconto di fantascienza (sociale). Prefazione di Gian Filippo Pizzo. Racconto pubblicato nel 2014 in “Terra Promessa” a cura di G.F.Pizzo, Edizioni Tabula Fati

Aspetta, mare nero, racconto fantastico‐horror. Prefazione di Alessandro Morbidelli. Racconto pubblicato nel 2014 in “Canti d’Abisso”, a cura di A.Morbidelli, Origami Editore

Frammento n.83, racconto di fantascienza (sociale/distopica). Prefazione di Alberto Panicucci. Racconto pubblicato nel 2014 in “La Maledizione e altri racconti dal Trofeo RiLL”, AAVV, Nexus

Calendario della semina, racconto di fantascienza (sociale). Prefazione di Francesco Grasso. Racconto pubblicato nel 2015 in “Ma gli androidi mangiano spaghetti elettrici?” a cura di Grasso, Minicangeli, Mongai, Della Vigna Edizioni

Mi basta il mirto! racconto fantastico‐horror. Prefazione di Roberto Chiavini. Racconto pubblicato nel 2015 in “La cattiva strada” a cura di G.F.Pizzo, Delmiglio Editore

Il gestionale racconto di fantascienza. Prefazione di Stefano Tevini. Racconto pubblicato nel 2016 in “Oltre Venere” AAVV, La Ponga Edizioni

Uno & trifasico racconto di fantascienza (sociale/distopica). Prefazione di Franco Giambalvo. Racconto pubblicato nel 2016 in “La Bottega del Fantastico #5” AAVV, Nuove Vie

Stelle meravigliose, racconto di fantascienza (sociale/distopica). Racconto inedito.

Giulia Abbate è una figura nota nell’ambito della fantascienza italiana. Autrice di diversi racconti pubblicati in varie antologie e del romanzo Nelson, è co-fondatrice dell’agenzia Studio 83, specializzata in servizi editoriali, e dall’anno scorso, dirige insieme a Elena di Fazio la collana Futuro Presente della Delos, specializzata in fantascienza sociale.

Stelle umane raccoglie diversi racconti di Abbate pubblicati negli anni scorsi. La prima cosa che colpisce è la somiglianza a livello tematico fra questi racconti e quelli diFuturo Presente. L’autrice infatti prende spunti da realtà e vicende strettamente attuali e contemporanee, legate alla politica, alla società e all’economia del giorno d’oggi, le sposta in epoche future (vicine o lontane), ed esaspera gli aspetti scientifici e tecnologici quanto basta da farli entrare nell’ambito della fantascienza.

A queste tematiche ne aggiunge un’altra che ricorre in quasi tutti i racconti di Stelle umane: quella dei legami familiari, della loro forza, ma anche della loro debolezza o assenza, delle loro ricerca o della loro sublimazione.

Abbate usa uno stile spesso allusivo ed evocativo, capace di alternare realismo nella descrizione di soprusi e sfruttamenti, e struggente tenerezza nel tratteggio di affetti consolidati o rimpianti per altri persi o trascurati, riuscendo con grande abilità a suggerire piuttosto che a declamare, e riesce sempre a evitare la trappola della filippica o del “catechismo”.

Così, in Nove anni affronta il tema dell’immigrazione, dal punto di vista di un malavitoso albanese, che fa una specie di autobiografia a beneficio dei suoi familiari, ai quali si rivolge con affetto e con rimpianto, dandoci al tempo stesso un’inquitetante fantastoria dell’Albania (e dell’Italia) del 21° secolo e una struggente mini-saga familiare, intensa e struggente.

Il nostro seme inquieto forse racchiude meglio le particolarità stilistiche dell’autrice. In un futuro dove il tempo e le attività degli individui sono rigidamente regolamentate – in seguito, pare, alle penurie dovute a un cataclisma naturale – il giovane Pietro manifesta contenuti ma evidenti segni di un ribellismo adolescenziale che in realtà nasconde progetti precisi e importanti. Abbate descrive con maestria il progressivo avvicinamento delle sorelle e dei genitori di Pietro alle sue intenzioni e alle sue motivazioni, gioca con allusioni e accenni, fra tocchi intimisti e momenti di vita quotidiana. La società e le sue regole appaiono come un’entità esterna ma sottilmente invadente, e i pregi del racconto stanno sia nella descrizione dell’aspetto “pubblico” della vicenda come in quello privato, ritraendo una famiglia viva e vitale, in cui non è difficile riconoscersi; ma è magistrale anche l’intreccio dei due aspetti, che arriva al lettore con sapiente gradualità e forza narrativa.

Frammento n.83 (il numero è un’autocitazione?) affronta il tema della sopravvivenza delle minoranze etniche. Scritto come una relazione universitaria, il racconto parte da un frammento poetico dell’inizio del 24° secolo, unico esempio rimasto della scomparsa civiltà aliena degli Esseni. Breve e fulminante, Abbate riesce a suggerire l’incomprensione di fondo che divide le due culture, con i loro comportamenti reciprocamente incomprensibili e la loro incpacità di comunicare.

Calendario della semina tratta le modificazioni genetiche in agricoltura e dello strapotere delle multinazionali, sempre più influente sui mass-media e sui governi. Attraverso le vicende della militante Cecilia Ferro e di sua sorella Delia, Abbate costruisce un mosaico potente, alternando vari punti di vista, mischiando resoconti giudiziari, verbali di interrogatori, comizi, lettere personali. Eppure ne esce un racconto tanto drammatico nel descrivere la violenza di un potere avido, quanto commovente nel mostrare la forza e la tenacia del legame fra Cecilia e Delia. Il finale è un tocco di grande inventiva, dove la fede ecologista sfocia in un suo peculiare sense of wonder.

Mi basta il mirto! è una specie di racconto d’azione con venature horror, incentrato sulla strana amicizia fra una guardia giurata e un immigrato albanese. Nell’arco di una notte vivranno un’avventura sanguinosa e tremenda. È un racconto, ironico, veloce, basato sul contrasto fra la “strana coppia” e una periferia spettrale e miserabile, dove l’atrocità sembra quasi normale.

Il Gestionale è l’ironico racconto di una coppia di sposi, liberi profesionisti , che si trova alle prese con un sistema gestionale capace di riprodursi e di riprodurre cose e persone, quasi come una singolare variante delle stampanti 3D. Raccontato in prima persona dalla protagonista, comincia con un tono improntato sull’ironia quotidiana (i problemi di lavoro, i rapporti col marito Fabio e il fratello informatico Filippo) e scivola sempre più in un tono da incubo, per concludersi in un finale di allucinata efficacia

Uno e trifasico è forse il titolo più complesso e ambizioso della raccolta. Il protagonista è Elvex450, androide dalla programmazione militare che vive in una specie di comunità con gli altri modelli Elvex (maschili) ed Ella (femminili), tutti a loro volta numerati. Elvex450 è alla ricerca di affetti e identità. Li cerca nei suoi simili, e un po’ anche negli esseri umani, chiamati però spregiativamente “besciamelle”. Se nello psicologo dr. Fingerling vede una specie di figura paterna, a rendere ancor più difficili i suoi tentativi, ci sono le continue programmazioni e riprogrammazioni cui 450 viene sottoposto, come tutti gli altri Elvex ed Ella del resto. Abbate cambia però punti di vista, sia agiungendo altri personaggi, sia ripartendo con una nuova identità di Elvex450. Questa struttura a mosaico può forse disorientare il lettore, ma la sua frammentarietà è invece funzionale a cominicare il senso di alienazione del mondo di 450, come pure il suo disperato ma mai domato anelito di identità e appartenenza.

Stelle meravigliose è l’unico inedito dell’antologia. Si ispira alle tragicomiche e pruriginose vicende di scandali sessuali che hanno travolto la politica italiana alcuni anni fa. Il protagonista è l’ambizioso Icaro, politico della stessa area dell’onnipotente Premier, che approfitta di uno scandalo di prostituzione in cui il suo leader è staot travolto per tentare di prendere il suo posto. Il racconto è diviso in due capitoli. Il primo è un ironica, ma allucinata parodia del mondo televisivo, con i suoi talk-show kitsch e paradossali, in cui Icaro fa un tentativo di denigrare il Premier scendendo nel suo territorio. Il secondo capitolo è il rientro graduale alla realtà di Icaro, ambientato in una periferia romana allucinata, ma che rappresenta in fondo quell’umanità da cui Icaro, e il mondo della politica che rappresenta, si è alienato. Stavolta i legami riaffiorano come una specie di nostaliga, ricordi di persone alle quali Icaro è legato, ma che allo stesso tempo gli appaiono lontane.

Aspetta, mare nero è il mio racconto preferito di Stelle umane, e per questo l’ho tenuto per ultimo. Si distacca nettamente dagli altri, non fosse altro per il suo genere, più marcatamente fantastico e horror che fantascientifico. La “stranissima coppia” di protagonisti è composta dall’io narrante, un vampiro (che si sta sbarazzando in mare del cadavere di una vittima uccisa sulla spiaggia) e da una sirena, che protesta per la violazione del suo regno, e rivendica un suo atavico ruolo di Madre. È un racconto di grande fascino visivo e linguistico, calato in un’atmosfera onirica e misteriosa, ricco di immagini e di colori, dove il mare e la luna sono personaggi vivi, non solo sfondo di un dialogo che assume valenze mitologiche e catartiche.

Mario Luca Moretti

Giulia AbbateL’AUTRICE

Editor e coach di scrittura, Giulia Abbate è cofondatrice di Studio83, agenzia di servizi editoriali specializzata nel sostegno agli autori esordienti. Ha esordito nel 2011 con Lezioni sul domani, antologia di racconti di fantascienza. Ha pubblicato recensioni su portali di genere (Continuum, MilanoNera, ThrillerCafé) e racconti apparsi in varie antologie (Fuga da mondi incantati, Crisis, Canti d’abisso, Terra promessa, Occhi di Tenebra, La cattiva strada, Le Variazioni Gernsback e altre). Nata a Roma nel 1983, dal 2004 vive a Milano. Ha due figlie.