Recensione: “Sfera orbitale” (Orbitsville, 1975) di Bob Shaw

Articolo di Massimo Luciani$_57Vance Garamond è il comandante di un’astronave della Starflight House ma la tirannica presidentessa della compagnia Elizabeth Lindstrom tratta tutti i suoi dipendenti come servi. Di conseguenza, capita che Vance venga utilizzato come baby-sitter per il figlio della presidentessa. Non è un lavoro da capitano ma in teoria è molto semplice tanto che Vance si distrae e un incidente porta alla morte del bambino.  Elizabeth è nota per aver ucciso persone per un capriccio perciò Vance sa bene che la vendetta nei confronti dell’uomo ritenuto responsabile della morte di suo figlio sarebbe terribile. Disperato, prima che qualcuno si accorga di quello che è successo corre a prendere moglie e figlio, sale sulla sua astronave e parte il più rapidamente possibile. Inseguito dalle altre astronavi della compagnia, Vance decide di fare rotta verso una stella in cui secondo qualcuno una volta c’era una civiltà aliena e trova una sfera di Dyson.

Titolo: Sfera Orbitale | Autore: Bob Shaw | Titolo originale: Orbitsville, 1975 | Primo volume della trilogia Orbitsville | Per tutte le edizioni del romanzo clicca QUI

Il romanzo “Sfera orbitale” (“Orbitsville”) di Bob Shaw è stato pubblicato per la prima volta nella rivista “Galaxy Science Fiction” a puntate tra il giugno e l’agosto 1974 e come libro nel 1975. È il primo romanzo del ciclo di Orbitsville. In Italia è stato pubblicato dall’Editrice Nord nel n. 55 di “Cosmo. Collana di Fantascienza” e all’interno del n. 8 dei “Tascabili Omnibus”.

Il concetto di una sfera che circonda completamente una stella per catturare tutta l’energia che essa emette è stato teorizzato dall’astronomo inglese Freeman Dyson nel 1959. Si trattava tuttavia di un concetto che Dyson ammise di aver sviluppato dopo aver letto il romanzo di fantascienza “Il costruttore di stelle” (“Star Maker”) di Olaf Stapledon, pubblicato per la prima volta nel 1937.

RBTSVLL1976“Sfera orbitale” viene spesso paragonato al romanzo “I burattinai” (“Ringworld”) di Larry Niven del 1970, ambientato su un Mondo Anello, ovvero una struttura a forma di anello che circonda una stella. Il confronto è dovuto più che altro alla fama di questo romanzo perché ci sono tante differenze rispetto a quello di Bob Shaw e a quel punto si potrebbero fare paragoni con altre storie basate su concetti del genere scritte in quegli anni.

In “Sfera orbitale”, una sfera di Dyson viene scoperta dall’equipaggio dell’astronave Bissendorf. La parte iniziale del romanzo, circa un terzo, è la storia del Capitano di quest’astronave Vance Garamond e della sua fuga assieme alla sua famiglia dalla vendetta delle dispotica e spietata Elizabeth Lindstrom.

In un futuro in cui i viaggi interstellari sono normali, la Terra rimane sovrappopolata perché un solo pianeta adatto alla vita umana è stato scoperto e colonizzato. Elizabeth Lindstrom non ha interesse a trovare altri pianeti da colonizzare perché guadagna enormi quantità di soldi controllando la colonizzazione di un singolo pianeta. Tutto questo cambia con la scoperta della sfera di Dyson.

Circa due terzi del romanzo sono dedicati alle prime esplorazioni di quest’immensa sfera, chiamata ufficialmente Lindstromland ma ufficiosamente chiamata Orbitsville. Bob Shaw sviluppa a modo suo questo concetto proponendoci l’idea della sfera di Dyson costruita da una specie aliena sconosciuta come una sorta di trappola per creature senzienti.

Orbitsville è stupefacente nella sua immensità ma proprio per questo finisce per diventare quasi banale. Le varie caratteristiche geografiche locali finiscono per essere sfumate quando si cerca di vederne una parte sufficientemente grande della sfera tutta assieme. Per i terrestri, lo spazio colonizzabile è come infinito perciò, venendo dai grossi problemi del pianeta madre, tutto sembra molto semplice, fin troppo.

RBTSVLLRVQ1982Scoprendo Orbitsville, il Capitano Vance Garamond vede una possibilità di salvare se stesso a la sua famiglia dalla vendetta di Elizabeth Lindstrom ma sa benissimo che non deve abbassare la guardia perché un tentativo di uccidere lui e la sua famiglia potrebbe essere compiuto con discrezione in qualsiasi momento.

Questa lotta per la sopravvivenza del Capitano Vance Garamond va avanti per tutto il romanzo. Bob Shaw aveva già inserito personaggi femminili negativi in alcune sue storie precedenti, in “Sfera orbitale” ce ne sono ben due. Elizabeth Lindstrom è sostanzialmente una psicopatica che si trova in una posizione di enorme potere ma c’è anche Aileen, la moglie del Capitano Vance Garamond, che è davvero stupida e per questo motivo rischia la vita sua e di suo figlio.

Bob Shaw curava molto i personaggi nelle sue storie e anche in “Sfera orbitale” sono ben sviluppati. C’è una robusta trama legata ad essi, quasi a compensare l’impersonale immensità di Orbitsville. Questo però finisce per togliere spazio all’esplorazione della sfera di Dyson in un romanzo che per gli standard di oggi è decisamente breve. Oggi capita di lamentarsi di romanzi troppo lunghi ma Shaw pubblicava i suoi romanzi in un mercato in cui lo standard era inferiore alle 200 pagine che in casi come questo sono invece poche.

Nonostante ciò, secondo me “Sfera orbitale” è un buon romanzo che dà un’intrigante visione sul tema della sfera di Dyson. Anche considerando che la storia legata a Orbitsville viene sviluppata nei due seguiti ne consiglio la lettura.

Massimo Luciani

Bob ShawL’AUTORE

Bob Shaw (Belfast, 31 dicembre 1931 – Manchester, 12 febbraio 1996) è stato un autore di fantascienza irlandese.  Nato e cresciuto a Belfast, nell’Irlanda del Nord, negli anni settanta si trasferì in Inghilterra con moglie e figli a causa dell’instabilità della situazione politica. Laureato in ingegneria meccanica, lavorò anche come giornalista prima di dedicarsi interamente alla letteratura fantascientifica, dal 1975. Lo scrittore italiano Vittorio Curtoni, che ha tradotto molte delle opere di Shaw, così parla della sua scrittura: « è uno dei pochi autori capaci di usare con creativa autorità la lingua inglese: la sua sintassi è complessa, armoniosa, costruita su scansioni di ricchezza insolita; il suo lessico è preciso, netto, direi quasi fotografico, del tutto lontano dalle vaghe imprecisioni che una lingua sintetica come l’inglese permette (anzi, stimola) » È stato co-presidente (insieme a Brian Aldiss ed Harry Harrison) del Birmingham Science Fiction Group. (Biografia da Wikipedia)

Recensione di Massimo Luciani pubblicata originariamente sull’ottimo blog NetMassimo.com:

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