Recensione: “Quando scoppiò la pace | La guerra della pace” (The Peace War, 1984) di Vernor Vinge

Massimo Lucianiu1012Paul Naismith può sembrare uno degli aristocratici esistenti nella società quasi feudale emersa nei decenni successivi alla guerra e alle epidemie ma presto Wili Wàchendon si accorge che è molto di più. L’uomo è coinvolto nelle attività dei Riparatori, che sviluppano tecnologie clandestinamente, cercando di non essere scoperti dall’Autorità di Pace. Wili diventa l’apprendista di Naismith e comincia a imparare nozioni di matematica sempre più avanzate. Pian piano, comincia a contribuire alle ricerche dei Riparatori e arriva il momento in cui viene coinvolto in piani che riguardano anche le bolle, campi di forza sferici che isolano completamente ciò che vi è contenuto.

Autore: Vernor Vinge | Titolo: La Guerra della Pace (tradotto anche come “Quando scoppiò la pace”) | Anno di pubblicazione originale: 1984 | Titolo originale: The Peace War

Il romanzo “Quando scoppiò la pace”, conosciuto anche come “La guerra della pace” (“The Peace War”) di Vernor Vinge è stato pubblicato per la prima volta nel 1984. In Italia è stato pubblicato da Mondadori come “Quando scoppiò la pace” nel n. 1012 di “Urania” e come “La guerra della pace” nel n. 291 dei “Classici Urania” e nel n. 158 di “Urania Collezione” nella traduzione di Vittorio Curtoni.

“Quando scoppiò la pace” inizia la serie chiamata Realtime o anche Bobble, un riferimento alle bolle, i campi di forza la cui invenzione finisce per dare inizio a una guerra che devasta il mondo. Le bolle vengono usate come armi per imprigionare installazioni nemiche e rappresentano barriere impossibili da attraversare.

Dopo la guerra, l’Autorità di Pace è emersa per imporre una sorta di governo mondiale ai sopravvissuti. Il prezzo è una forte limitazione a qualsiasi altra autorità e il divieto di compiere ricerche scientifiche e tecnologiche. Tuttavia, gruppi di Riparatori continuano con i loro sviluppi in laboratori clandestini.

uc158In questo scenario che può essere definito post-apocalittico, il giovane Wili Wàchendon incontra il misterioso Paul Naismith e, grazie al suo potenziale, ne diventa l’apprendista. La parte iniziale di “Quando scoppiò la pace” è dedicata all’istruzione di Wili e ciò permette a Vernor Vinge di fornire informazioni su quel futuro, sull’Autorità di Pace, sulla guerra e le epidemie che hanno portato a quella situazione e sulle bolle.

Questa parte iniziale è lenta e a volte pesante, strutturata in un modo che dà l’impressione di un già visto dato che c’è un giovane con un passato disagiato che trova un mentore che lo aiuta a sviluppare uno straordinario potenziale. Serve un po’ di pazienza per arrivare al punto in cui il ritmo accelera fortemente entrando nella fase in cui c’è anche molta azione.

È però chiaro fin dall’inizio che “Quando scoppiò la pace” è un romanzo basato molto sulle idee, che riguardano autorità e progresso scientifico e tecnologico e i rapporti tra di essi con una particolare importanza per i problemi etici collegati a essi. Il mondo descritto nel romanzo è la conseguenza dell’abuso di tecnologie causato da una sete di potere che ha corrotto le persone che hanno finito per causare una catastrofe globale.

La storia è in qualche modo uno scontro tra filosofie con l’Autorità di Pace, che ritiene che l’unico modo per evitare altre guerre sia avere il monopolio della tecnologia, e i Riparatori, che conducono ricerche clandestine. È spesso uno scontro di intelligence perché le due fazioni cercano di spiarsi a vicenda ed è uno scontro mentale nel senso che ognuna delle due fazioni cerca di avere la meglio usando l’intelligenza.

L’Autorità di Pace non ha problemi a usare la violenza ma cerca di limitarla ai casi in cui la ritiene necessaria. Da questo punto di vista Vernor Vinge è sottile nel costruire una storia in cui non ci sia un banale scontro tra i buoni Riparatori e la cattiva Autorità della Pace ma esplora le motivazioni di entrambe le parti.

The Peace WarAlla fine, un agente dell’Autorità di Pace deve ammettere che c’è una tirannia, pur giustificandola come il prezzo per avere la pace e sostenendo che è meno feroce di tutte le altre della storia. Il potere finisce per corrompere e per mantenerlo i detentori possono giustificare un uso crescente della forza.

Il discorso etico diventa perfino troppo vasto per un romanzo non particolarmente lungo. Ad esempio, nella California futura in cui è ambientato razzismo e sessismo sono normali e i problemi sociali meriterebbero maggior spazio per essere sviluppati ma non ce n’è a sufficienza. In particolare però è lo sviluppo dei personaggi a essere sacrificato allo sviluppo delle idee per cui solo pochissimi di essi hanno un minimo di profondità.

Il risultato è un romanzo che decisamente non è perfetto ma secondo me dal punto di vista dello sviluppo delle idee di base e in particolare di quello dei problemi etici “Quando scoppiò la pace” è eccezionale. Per questo motivo ne consiglio la lettura.

Massimo Luciani

VERNOR VINGEL’AUTORE

Vernor Vinge è nato nel 1944 a Waukesha, nel Wisconsin, e fino al 2002 ha insegnato matematica alla San Diego State University. Tra i suoi romanzi ricordiamo Il mondo di Grimm (Grimm’s World, 1969), Naufragio su Giri (The Witling, 1976), La guerra della pace o Quando scoppiò la pace (The Peace War, 1984) e I naufraghi del tempo (Marooned in Realtime, 1986), tutti pubblicati in “Urania”. Inoltre Universo incostante (A Fire Upon the Deep, 1992; premio Hugo 1993) e Quando la luce tornerà (A Deepness in the Sky, 1999; premio Hugo 2000). Con Alla fine dell’arcobaleno (Rainbows End 2006; premio Hugo 2007, n. 1561), descrive il mondo del prossimo futuro come in un documentario scientifico. Vinge è anche autore di importanti racconti brevi, raccolti nel volume The Collected Stories of Vernor Vinge (2002).

Recensione di Massimo Luciani pubblicata originariamente sull’ottimo blog NetMassimo.com:

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