Recensione: “Parvati” (2015) di Piero Schiavo Campo

Recensione di Mario Luca MoretticoverParvati di Piero Schiavo Campo – Edizioni Imperium – collana fantascienza (dall’autore Premio Urania / Mondadori 2012) È possibile innamorarsi di una cantante assistendo a una trasmissione della TV olografica? È quello che capita a Johnny Cow, non ancora leggendario eroe, quando gli appare Jane Ross, un angelo arrabbiato. La ragazza vive su un pianeta colonizzato da millenni dall’antica razza dei metamorfici; a Johnny Cow non resta che imbarcarsi su un’astronave e fare rotta per Parvati. Per conquistare Jane sarà costretto a sfidare mostri con molte teste, nutrirsi di disgustose vivande, affrontare un viaggio per mare che lo porterà nella capitale del più potente clan dei metamorfici. Tratto da una favola russa, Parvati aggiunge un pizzico di ironia al solido intreccio di un racconto di pura fantascienza spaziale. Piero Schiavo Campo, laureato in fisica, dal 2004 tiene un corso sui nuovi media presso l’università di Milano Bicocca. Ha scritto diversi saggi, tra cui la parte relativa all’astrofisica e alla cosmologia di un libro di testo per le scuole (Ceriani, Sangiorgio, Schiavo Campo, Modelli e realtà, Marietti Scuola). Nel campo della fantascienza, ha vinto il premio Urania / Mondadori 2012 con il romanzo L’uomo a un grado kelvin (Urania 1600).

Autore: Piero Schiavo Campo | Edizioni Imperium, Sesto San Giovanni | Anno pubblicazione: 2015 | Prezzo: 6,50 € | ISBN: 9788899143459 | Racconto

Per la sua novella Parvati Piero Schiavo Campo si è ispirato alla fiaba russa Ivan Bovino, presente nella raccolta di Aleksandr Afanasjev.

Schiavo Campo la riadatta in chiave sf, la sposta in un’epoca imprecisata, raccontandoci in un lungo prologo il viaggio di lavoro di un rappresentante di commercio italiano nella città americana di Atlanta. In un bar l’italiano assiste al concerto di un’affascinante cantante, Jane Ross, e incontra suo marito, Johnny Cow (la trasposizione di Ivan Bovino). Da qui, con un espediente da romanzo ottocentesco, inizia la narrazione in prima persona di Johnny, vale a dire una space-opera senza freni.

Per inseguire la sua amata Jane, Johnny si sposta sul lontano pianeta Parvati (che ci vuole, basta farsi assumere su un’astronave). Su Parvati Johnny incontra il popolo dei metamorfici e in mezzo a loro vive avventure di ogni genere fra duelli, giganti, esseri multi-teste, regge imponenti, prove iniziatiche e molto altro. Johnny Cow (o Schiavo Campo, fate voi) racconta il tutto con spassoso umorismo, ma anche con una sicurezza narrativa che sfocia in una gradevolissima sfrontatezza, basata sul principio dell’accumulo e del rincaro di dosi strabilianti.

Su Parvati lo scorrimento del tempo e la sua percezione sono diverse che sulla Terra. Schiavo Campo mutua questo aspetto dalla fiaba originale e lo usa per affrontare uno dei suoi temi preferiti: il viaggio nel tempo e i suoi paradossi. Lo fa con originalità ma anche con l’estro e l’intelligenza dimostrata in altri racconti (a cominciare da quel piccolo capolavoro che è Pizza napoletana).

Mario Luca Moretti

Piero Schiavo CampoL’AUTORE

Piero Schiavo Campo (Palermo, 10 marzo 1951) è uno scrittore e blogger italiano. Nato a Palermo, ha vissuto in Lombardia e in particolare a Milano, dove si è laureato in astrofisica nel 1976. Dopo la laurea ha vinto una borsa di studio del CNR presso l’Istituto di Radioastronomia di Bologna. Nel1981 ha lasciato la ricerca per occuparsi di software. Dal 2004 è docente a contratto presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, dove insegna Teoria e tecniche dei nuovi media, un corso del primo anno della laurea triennale in Comunicazione e psicologia. Come scrittore ha esordito vincendo il premio Urania Mondadori con il romanzo L’uomo a un grado kelvin, pubblicato nella collana Urania nel 2013. Sul suo blog personale (The Twittering Machine) pubblica racconti, brevi saggi scientifici e recensioni di libri.