Recensione: MICHELE E L’ALIANTE SCOMPARSO (2016) di Maurizio Cometto

Articolo di Massimo Luciani9788865308998-michele-e-l-aliante-scomparsoRaggiunta una certa età i bambini venivano portati dai loro padri a fare una passeggiata alla spianata del Contrario. Ma quando tornavano qualcosa in loro era cambiato. FINALISTA PREMIO ODISSEA 2016Un aliante giocattolo che sparisce in mezzo al cielo. Il richiamo di un rapace proveniente da un’altra dimensione. Pianti di bambini che si odono in fondo a una voragine dentro uno sgabuzzino. Cosa lega tutti questi fenomeni? Solo la signora Lena lo sa. Lei vive nel retrobottega della sua ferramenta, e attraverso la tenda di perline spia la vita di Vallascosa. Conosce tutti i segreti del paese, molti dei quali riguardano proprio quel bambino, Michele. Perché forse sarà lui a liberare Vallascosa dalla maledizione della “muta”, l’inquietante trasformazione a cui sono condannati tutti i bambini. Un avvincente romanzo di formazione, dall’ambientazione tanto familiare quanto misteriosa.

Titolo: Michele e l’aliante scomparso | Autore: Maurizio Cometto | Edizione: Delos, Odissea Digital Fantascienza n. 25, 2016 | Pagine: 206 | Prezzo: 3,99€ (ebook) | Romanzo finalista al premio Odissea 2016

Michele è un ragazzino la cui vita è resa più complicata al padre alcolizzato che picchia moglie e figlio. Nonostante il rischio, ruba ai genitori un po’ di soldi per comprare un aliante che ha visto nella vetrina di un negozio. Quando ci gioca però l’aliante scompare e Michele sente il verso di una poiana, come ritrovarlo?

Come se tutto ciò non bastasse, il padre di Michele vuole portarlo alla muta anche se sua madre non vuole assolutamente che lui ci vada e glielo dice con grande fermezza. Michele non sa cosa sia questa misteriosa muta ma chi vi passa attraverso è cambiato radicalmente. Cosa ne sa la signora Lena, l’anziana donna che gestisce la ferramenta?

“Michele e l’aliante scomparso” è un romanzo di quelli che sfuggono a banali etichette di genere. Lo si può definire fantastico perché contiene elementi ai confini tra fantascienza, fantasy e horror. Lo stile con cui Maurizio Cometto sviluppa la storia è a volte perfino fiabesco. Insomma, l’autore non si preoccupa di rimanere entro i presunti confini di un certo genere.

C’è anche l’elemento di storia di maturazione che vede un protagonista molto giovane costretto ad affrontare difficoltà nella crescita. Nel suo caso, il passaggio a un’età adulta rischia di essere rapido e traumatico o almeno ciò è quanto gli è stato prospettato dal padre, che vuole farlo partecipare al misterioso rito chiamato la muta.

Ben presto la muta diventa un punto centrale in “Michele e l’aliante scomparso” ma Michele non riesce a capire cosa sia esattamente, solo che si tratta di qualcosa che succede ai ragazzini, ma solo ai maschietti, dal quale tornano radicalmente cambiati. La muta esiste da generazioni per i ragazzini di Vallascosa, una località nelle campagne piemontesi, e ciò che è chiaro sono i suoi effetti.

La muta è una versione fantastica di ciò che succedeva tradizionalmente nella civiltà contadina, dove l’infanzia era breve perché nei campi c’era bisogno di braccia e questo è ciò che dice anche il padre di Michele per giustificare alla moglie la sua volontà di portare il figlio alla muta. Il discorso potrebbe essere applicato a tutti i casi in cui i bambini non possono crescere passo dopo passo ma vengono gettati nel mondo degli adulti.

Nel romanzo, diventare adulti va inteso in un’accezione decisamente negativa perché dopo la muta i ragazzi sembrano perdere parte della loro umanità. Il padre di Michele, che mostra solo emozioni negative e continua a perpetrare una tradizione che egli stesso ha subito e che l’ha ridotto a un patetico ubriacone, sembra un tipico esempio dell’imbruttimento che segue la muta.

La maggior parte della storia viene raccontata dal punto di vista di Michele ma ci sono anche alcune parti che seguono la storia della signora Lena, che ha visto la sua famiglia rovinata dagli effetti della muta sugli uomini e vorrebbe salvare Michele. Quelle parti aiutano il lettore a capire qualcosa di più sulla storia di Vallascosa ma anche su quella di Valframés, un altro luogo che diventa importante nella seconda parte del romanzo.

Le spiegazioni possono essere utili in particolare ai lettori più giovani perché alla fine “Michele e l’aliante scomparso” è un romanzo orientato anche, se non soprattutto, ad essi. Ciò non vuol dire che non possano servire anche a lettori un po’ più grandicelli, che possono apprezzare i vari di una storia che diventa piuttosto complessa man mano che vengono rivelati nuovi particolari.

Nel suo complesso, “Michele e l’aliante scomparso” è una storia di emozioni che può essere apprezzata da tutti e allo stesso tempo offre spunti di riflessione sull’infanzia e sul passaggio all’età adulta che possono essere visti in modo diverso a seconda della propria età e posizione. Ha un finale aperto a un seguito ma ha comunque un suo senso autonomo perciò se vi piace il tipo di suggestioni in esso contenute ve ne consiglio la lettura.

Massimo Luciani

Una risposta a “Recensione: MICHELE E L’ALIANTE SCOMPARSO (2016) di Maurizio Cometto”

  1. Un romanzo importante, poetico e malinconico, una perla nel panorama letterario del fantastico italiano!

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