Recensione: “L’algoritmo bianco” | “Picta muore!” (2009) di Dario Tonani

Articolo di Emanuela Valentiniu1544A una settantina di chilometri da Milano sorge Picta, una cittadina non segnata sulle carte e che non dovrebbe neppure esistere (Picta muore). La sua popolazione, ignorata dagli atti ufficiali, è ridotta quasi a zero e vive rigorosamente segregata. Il mistero di Picta s’intreccia con la caccia a un nuovo, tremendo virus informatico scatenata dall’Interpol nonché da Gregorius Moffa, lo spietato killer che è l’antieroe anche del secondo romanzo ospitato in questo volume (L’algoritmo bianco). Due storie di estrema tensione che si svolgono ciascuna nell’arco di dodici ore, dall’alba al tramonto e dal tramonto all’alba, per salvare una metropoli in pericolo. Ma soprattutto per salvare la pelle.

Titolo: L’algoritmo bianco | Autore: Dario Tonani | Anno: 2009 | Edizione: 2009 L’algoritmo bianco Urania 1544, Arnoldo Mondadori Editore | Prezzo: 3,90€ | Pagine: 298 | Copertina di Franco Brambilla | Antologia

Gregorius assaggiò un fiocco e lo sputò. Aveva una sfumatura itterica e sapeva di banana. Il giorno prima, una multinazionale dello yogurt in vena di marketing delirante aveva fatto sparare in cielo un additivo di sintesi dolciastro. Speciali cannoni, al tramonto, avevano ingravidato le nuvole ininterrottamente per tre ore utilizzando a corredo un blando colorante paglierino.

È conclamato che gli autori che si cimentano in derive ibride della narrativa di genere, se accostati alla classica etichettatura, raccolgono all’inizio una diffidenza spesso del tutto pregiudizievole da parte della critica tradizionalista. Questo è il caso di tutte quelle opere che osano scavalcare il guard-rail del genere puro per invadere la corsia o le corsie vicine, gioco pericoloso quanto affascinante che io personalmente non solo adotto come autrice, ma apprezzo quando a farlo in maniera impeccabile sono i colleghi.

Questa breve premessa per introdurre L’algoritmo bianco: il folle dittico targato Tonani uscito per Urania a marzo del 2009 (Urania n. 1544), a oggi introvabile.

Grazie a rarissimi colpi di fortuna è rintracciabile su qualche bancarella di libri usati.

Perché dittico? Spiego subito: nell’unico volume sono raccolte due storie (L’Algoritmo bianco e Picta muore!) contraddistinte dalle medesime ambientazioni, stessi personaggi, stesso mood ma differente momento storico. Se il salto temporale di sei anni ha creato qualche scompenso nei lettori più inflessibili, a me non ha dato alcun fastidio; ho letto le due storie come se fossero episodi di una inesistente, ipotetica, desiderata saga, godendo di una prosa cinematografica, da fumetto impegnato (mi ha ricordato il carattere anarcoide del miglior Ranxerox) colorita e appropriata ai fatti narrati; fatti che Tonani manipola e, come anticipavo in premessa, immerge in diversi generi quali il poliziesco, una pennellata cyberpunk e non ultimo il noir. Non credo di sbagliare affermando che sia proprio il noir l’abito da sera di questo lavoro – futur-noir, come leggo sulla segnalazione di Fantascienza.com – elemento, questo, da non sottovalutare mentre ci si appresta alla lettura delle vicende di Gregorius Moffa, efferato, perverso killer che vive e imperversa nell’hinterland milanese in un futuro non troppo lontano; un perfetto, adorabile stronzo, calato nel degrado urbanistico e sociale dettagliatamente dipinto da Tonani e molto bene inserito nella delirante prospettiva dell’Agoverso, regno di perdizione e, a mio avviso, vera e propria genialata narrativa che lascio alla scoperta del lettore.

Efficace il preambolo scritto da Salvatore Proietti nel suo approfondimento: Milano 2045. La carta è sparita dalla circolazione, risucchiata nei laboratori clandestini dove viene “tagliata” per produrre potenti allucinogeni. Basta sollevare la cornetta del telefono per essere contagiati dall’ultimo virus metalinguistico.

Questa valida descrizione suggerisce almeno in parte i punti salienti della trama che si snoda attraverso scene rapide e violentissime di pura, smodata action, caratterizzata dal suono delle granate e dei fucili a pompa e contaminata da pozze di humor nerissimo e flash cyber.

La periferia est di Milano era un intrico di edifici in rovina, un coacervo di stili architettonici votati alla bieca funzionalità commerciale, spigolosi e anonimi. Magazzini bui e capannoni abbandonati si susseguivano a perdita d’occhio, sfregiati dai graffiti e sventrati dalle occupazioni abusive di tossici e clandestini.

I personaggi sono ben caratterizzati: volgari, privi di morale e di scrupoli. E, senza dubbio, Gregorius Moffa è il bandito che tutte le donne vorrebbero incontrare almeno una volta dietro l’angolo o, perché no, in una squallida camera d’albergo.

Gregorius scosse la testa sorridendo. – Cazzo, Sal, non sei più una bambina. Chiunque è ben dotato in remoto. Ci sono software apposta, l’unico manico è il programmatore di sistema… file di stronzetti musigialli che lavorano a cottimo davanti a luridi schermi costruiti in Myanmar.

E tu che ne sai? – la sua voce era diventata miele caldo con una punta di peperoncino.

Cristo, lo conosci il mondo, o no?

Qui c’è un bel pallettone… ce l’hai ancora la pistola?

Gregorius aprì le falde del giubbotto e la sfilò adagio dalla fondina ascellare. Conosceva quella partitura per averla eseguita una mezza dozzina di volte. Ma in ogni occasione Salima la interpretava in modo differente mettendoci qualcosa in più o in meno. E il risultato non lo aveva mai deluso.

E, posso assicurare, il dittico non ha deluso me. Molto sinceramente auspico una riedizione, un terzo episodio, qualcosa che mi riporti nell’Agoverso e che mi permetta di incontrare ancora quello splendido bastardo di Gregorius Moffa: almeno nei libri è lecito concedersi qualche piccola trasgressione.

Buona lettura.

Emanuela Valentini

Dario TonaniL’AUTORE

Nato nel 1959, Dario Tonani è giornalista e vive in provincia di Milano. Ha pubblicato numerosi racconti e romanzi, segnalandosi come uno dei più interessanti autori degli anni Duemila. Finalista al premio Urania con il romanzo Infect@ (2007), ha gradualmente spostato il suo interesse verso una sf planetaria di ampio respiro.  (Biografia tratta da Cronache di Mondo9)