Recensione: “I suoni del silenzio” (2009) di Vittorio Catani

Recensione di Mario Luca Moretticopertina-cataniLa musica è fonte di misteri: “cantare” ha la medesima radice di “incantesimo”. La musica rappresenta un controsenso: è un linguaggio asemantico, che cioè ci parla di qualcosa, ma paradossalmente non sapremmo dire con precisione cosa. La musica è l’unica arte invisibile e che esiste solo come sequenza temporale, in quanto mondo impalpabile di suoni in successione. Per queste e altre peculiarità insolite, la musica ha una sua essenza concreta ma enigmatica, che da sempre ha originato leggende. Come nelle tre che si raccolgono in questo libro. Una d’esse ipotizza fantasiosamente l’esistenza d’un altro universo popolato da creature angeliche – i Suoni, per l’appunto – i cui destini sono drammaticamente interconnessi con le vicende umane. Un’altra leggenda ci immerge nei personaggi del pantheon finnico descritto nel Kalevala e ci presenta uno dei suoi massimi cantori, il compositore Jean Sibelius, con la sua misteriosa e mai rinvenuta Ottava sinfonia. La terza ha luogo nell’immediato futuro e si pone un’inverosimile domanda: se sia davvero infinito il numero dei temi musicali possibili. Paradosso anche questo, che assume valenze metaforiche extramusicali.

Titolo: I suoni del silenzio | Autore: Vittorio Catani | Anno: 2009 | tre racconti fantastici sulla musica | Pagine: 178 | ISBN: 9788895840123 | Editore: Florestano Edizioni | Prezzo 12€

Vittorio Catani è uno dei maestri della SF italiana. Gli universi di Moras, vincitore della prima edizione del Premio Urania nel 1989, è un capolavoro per inventiva narrativa e raffinatezza stilistica.

I suoni del silenzio è un suo libro poco noto del 2009. Riunisce tre racconti che hanno in comune il tema della musica, rielaborato in chiave fantastica.

Il primo, I suoni del silenzio, prende spunto da vicende reali del compositore Arnold Schönberg, colto nel 1923 durante la stesura della sua Suite per pianoforte. Mentre lotta con l’incomprensione e i pregiudizi dei suoi contemporanei, ostili alle sue innovazioni dodecafoniche, Schönberg viene visitato in sogno da esseri soprannaturali che altro non sono che l’incarnazione dei Suoni che lo incoraggiano e lo sostengono. Proprio il gioco fra realtà e sogno dà suggestione e forza al racconto.

Il secondo racconto, Sogno di mille laghi, è il migliore dei tre ed è un autentico gioiello. Anche questo ha per protagonista un grande compositore, il finlandese Jean Sibelius, e si basa sul mistero della sua Ottava Sinfonia, più volte annunciata ma mai pubblicata, né rinvenuta fra le sue carte dopo la morte nel 1957.

Sogno di mille laghi è ambientato nel 1940. La guerra è alle porte. Sibelius lavora alla sua Ottava, fra mille ripensamenti e riscritture, e vive come un vitale vecchietto i suoi slanci creativi, i suoi legami familiari, le sue amicizie. Immerso nel mistero della foresta finlandese, Sibelius incontra le figure mitologiche dell’antico poema nordico Kalevala…

La malinconia dei ricordi, l’incontenibilità del genio creativo, la magia della natura, l’incombenza della storia e della violenza, la malìa del sogno e del mito: sono elementi e temi che Catani fonde e padroneggia per costruire una novella dal fascino ricco e complesso, dove i vari piani, realistico, storico, onirico, fantastico si uniscono invece di opporsi.

L’ultima storia, La musica è finita, è quella più apertamente fantascientifica. Ambientata in un futuro imprecisato, ha per protagonista Shani, un autore di musica leggera che all’inizio del racconto ha un giorno e mezzo di tempo per completare le canzoni di un musical e, in crisi creativa, viola i propri principi ricorrendo a un gigantesco database che pretende di conservare tutte le melodie mai composte, solo per scoprire che l’incubo di ogni musicista creativo s’è concretizzato.

L’elemento onirico, benché secondario, compare anche in La musica è finita, e nella battuta conclusiva in qualche modo si riallaccia allo sfondo mitico dei primi due racconti. Ma Catani lascia la loro atmosfera riflessiva ed evocativa per uno stile adrenalinico e nervoso (funzionale anche a creare suspense sull’impresa del protagonista) ma non per questo meno curato o efficace, confermandosi allo stesso tempo stilista prezioso e narratore intelligente e provocatorio.

Mario Luca Moretti

Vittorio CataniL’AUTORE

Vittorio Domenico Luigi Catani (Lecce, 17 luglio 1940) è uno scrittore italiano. Dal 1962 scrive narrativa e saggistica, soprattutto di genere fantastico e fantascientifico.  Ha avuto traduzioni in Francia, Germania, Svizzera, Ungheria, Repubblica Ceca, Finlandia, Giappone, Brasile. Nel 1989 ha vinto la prima edizione del Premio Urania, indetto dalla collana omonima di Mondadori) per un romanzo italiano. Gli è stato inoltre attribuito per 17 volte l’annuale Premio Italia per la fantascienza, organizzato dalla sezione italiana della WorldSF. Tra i primi autori a tentare una “via italiana” alla fantascienza – scrive dai tempi della storica rivista Oltre il cielo -, la sua narrativa è caratterizzata dalla scelta di temi sociali, ecologici, psicologici, elaborati in veste avventurosa e insieme allegorica, nell’intento di presentare una “fantascienza del reale”. Oltre ai romanzi, i suoi racconti sono apparsi su riviste specializzate, quotidiani e periodici, tra cui Urania, Galaxy, Galassia, Robot [prima serie], Nova Sf*, Futuro Europa, Robot [nuova serie], l’Unità, La Gazzetta del Mezzogiorno, MacWorld. Catani collabora al quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, al trimestrale di ecologia Villaggio Globale, alle riviste telematiche Fantascienza.com e Carmilla on line. Ha curato l’antologia Il futuro nel sangue (R&D 1994, supplemento di Carmilla.) Funzionario di banca in pensione, vive e lavora a Bari.