Recensione: “I.N.R.I. | Ecce Homo” (Behold the man, 1969) di Michael Moorcock

Massimo LucianiINRIKarl Glogauer viaggia in una macchina del tempo per arrivare in Palestina nel 28 D.C. alla ricerca di Gesù. La macchina si sfascia in un arrivo alquanto violento e Karl viene soccorso da un gruppo di Esseni. Riesce quindi a trovare Giovanni il Battista, che è un loro leader, ma sembra che nessuno conosca Gesù. Karl si mette alla ricerca di Gesù ma quando lo trova si rende conto che non è la persona che si aspettava. Molta gente tuttavia ha cominciato a scambiare Karl per Gesù perciò non gli resta che organizzare la propria predicazione e la propria morte.

Autore: Michael Moorcock | Titolo: “I.N.R.I.” tradotto anche col titolo “Ecce Homo” | Titolo originale: Behold the Man, 1969 | Per tutte le edizioni del romanzo clicca QUI | Per tutte le edizioni italiane clicca QUI

Il romanzo “I.N.R.I.” (“Behold the man”) di Michael Moorcock venne pubblicato per la prima volta nel 1969. Nel 1966 era già stato pubblicato in una versione più breve che vinse il premio Nebula per il miglior romanzo breve dell’anno. In Italia è stato pubblicato da Perseo Libri con il titolo “Ecce Homo” nella collana Nova SF* e con il titolo “I.N.R.I.” da MEB e da Mondadori nel n. 102 di luglio 2011 della collana “Urania Collezione”.

“I.N.R.I.” è un romanzo con un tema molto forte e se siete devoti cristiani probabilmente è meglio che non lo leggiate perché vi sentirete offesi.

“I.N.R.I.” inizia con l’arrivo di Karl Glogauer in Palestina ma nel corso del romanzo il racconto delle sue avventure nel passato si alterna con il racconto della sua vita precedente. Vediamo quindi la difficile situazione familiare di Karl, come gliene succedano di tutti i colori negli anni della crescita e la difficoltà nelle relazioni con le sue ragazze.

Cover by Bob FosterKarl ha anche problemi a fare qualcosa della sua vita perciò la possibilità di partecipare ad un esperimento sui viaggi nel tempo è una sorta di rinascita. Non a caso la macchina del tempo è fatta più o meno come un ventre materno perché questo non è un romanzo di fantascienza “hard” perciò non sappiamo nulla di come funzioni il viaggio nel tempo. Michael Moorcock è interessato a raccontare una storia di un certo tipo perciò si limita a fornirci un certo simbolismo.

“I.N.R.I.” è una storia fantascientifica ma il tema centrale è quello del mito e in particolare della sua creazione. Michael Moorcock si era documentato perché parla degli Esseni, la setta ebraica alla quale secondo alcuni studiosi apparteneva Gesù, ma ci ricorda anche che in quegli anni in Palestina c’erano parecchi aspiranti messia.

Karl Glogauer arriva in Palestina e pian piano si accorge che le cose non corrispondono ai racconti dei Vangeli. Quando infine trova Gesù si rende conto che lui e i suoi genitori sono ben diversi da quelli descritti nell’iconografica cristiana. Karl si trova quindi a focalizzare attorno a se stesso la creazione del mito cristiano con la sua predicazione e alcuni pseudo-miracoli.

Considerando il fatto che molti elementi del cristianesimo erano già presenti in religioni precedenti resta da chiedersi se l’intervento di Karl abbia trasformato leggende in fatti o se fin dall’inizio Karl abbia preso l’identità di Gesù. Per Michael Moorcock non è una domanda importante perché per lui ciò che conta non è chi ci sia dietro alla nascita del cristianesimo bensì certi bisogni della gente dell’epoca che la portava a seguire profeti come Karl. È da loro che venne l’impulso alla creazione di un certo mito perciò sono loro ad essere importanti secondo Moorcock.

Oggi siamo più abituati a vedere la decostruzione di personaggi un tempo intoccabili perciò forse un romanzo iconoclasta come “I.N.R.I.” non ha più lo stesso impatto di quando venne pubblicato. Il tema rimane tuttavia forte e per come viene affrontato secondo me vale ancora la pena di leggerlo.

Massimo Luciani

moorcock_web_cropL’AUTORE

Michael John Moorcock (Londra, 18 dicembre 1939) è uno scrittore britannico di fantascienza e di fantasy. Divenne redattore per Tarzan Adventures nel 1956, a soli sedici anni, collaborando successivamente con Sexton Blake Library. Come curatore della controversa rivista di fantascienza inglese New Worlds, dal maggio 1964 fino al marzo 1971 e quindi nuovamente dal 1976 al 1996, Moorcock incoraggiò lo sviluppo della New Wave nel Regno Unito e indirettamente negliStati Uniti. La sua edizione a puntate di Jack Barron e l’Eternità (Bug Jack Barron) di Norman Spinrad fu tristemente famosa perché portò un membro del parlamento appartenente al partito conservatore a condannare in aula il finanziamento della rivista da parte dell’Arts Council. In questo periodo scrisse occasionalmente sotto lo pseudonimo di “James Colvin”, uno “pseudonimo di casa” usato da altri critici su New Worlds. In seguito apparve un falso necrologio di Colvin su New Worlds. In seguito Breakfast in the Ruins, un romanzo letterario, incluse un’introduzione che menzionava la precedente morte di Moorcock. Alcuni lettori vi credettero. Moorcock, infatti, usa molto le iniziali ‘JC’, e non è interamente una coincidenza che siano anche le iniziali di Gesù Cristo (Jesus Christ in inglese), il soggetto del suo romanzo del 1967 I.N.R.I. (Behold the Man). Quest’opera, pubblicata per la prima volta su New Worlds come una novella, racconta la storia di Karl Glogauer, un ebreo agnostico, insicuro e dall’incerta sessualità che, ossessionato dalla figura di Gesù Cristo, diventa viaggiatore del tempo per cercare di incontrarlo, ma scopre, con suo orrore, che “Gesù di Nazareth” non è altri che un ritardato storpio, figlio di una donna di facili costumi che racconta di averlo concepito con un angelo: a quel punto Glogauer, per “riparare” a quello che gli sembra un insopportabile ‘torto cosmico’, inizia a viaggiare per la Palestina predicando il messaggio cristiano come lo ricorda dalle sue numerose letture dei Vangeli e, infine, arriva a “inverare” la leggenda biblica della crocefissione attraverso un paradosso di predestinazione. Questo lavoro vinse il Premio Nebula per il miglior romanzo breve del 1967. Michael Moorcock a Lucca Comics and Games 2009. Nel 1997 Moorcock è stato uno degli ospiti d’onore alla Worldcon di San Antonio e Ospite d’Onore alla World Fantasy Convention di Corpus Christi, Texas (2000), dove ricevette un “Howie” World Fantasy Award alla carriera. Nel 2002 entrò a far parte della Science Fiction Hall of Fame. Negli anni novanta Moorcock si trasferì in Texas, negli Stati Uniti, in modo da poter meglio comprendere la società americana giacché il suo romanzo The Skrayling Tree doveva basarsi sull’incontro/scontro di Elric con questa. Nel 2004, annunciò di essere intenzionato a tornare in Europa, probabilmente stabilendosi in Francia e Spagna. (Biografia da Wikipedia)

Recensione di Massimo Luciani pubblicata originariamente sull’ottimo blog NetMassimo.com:

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