Recensione: “Roma Eterna” (Roma Eterna, 2003) di Robert Silverberg

Massimo LucianiRoma Eterna - Cover by Maurizio ManzieriNell’anno 1282 A.U.C. l’Impero Romano d’Occidente sta attraversando un periodo di crisi tra minacce esterne e tensioni con l’Impero d’Oriente. L’Impero riesce a salvarsi offrendo a Roma la speranza di un nuovo periodo di gloria ma anche il problema di mantenere un potere imperiale sufficientemente forte. L’Impero Romano affronta un futuro di tensioni tra il sovrano d’Occidente e quello d’Oriente che alterna periodi di espansione ad altri di debolezza. Tra rinascimenti e decadenze, Roma continua a mantenere il potere diventando nei secoli una grande potenza mondiale.

Titolo: Roma Eterna | Titolo originale: Roma Eterna, 2003 | Autore: Robert Silverberg | Anno pubblicazione in Italia: 2014 | Libra Fantastica n° 9 |  Editore: Elara | Pagine: 336 | Prezzo: 13,50€ | Copertina: Maurizio Manzieri

Il romanzo “Roma Eterna” di Robert Silverberg è stato pubblicato per la prima volta nel 2003. È composto da 10 racconti precedentemente pubblicati separatamente tra il 1989 e il 2003. In Italia è stato pubblicato da Elara nel n. 9 di “Libra fantastica” nella traduzione di Mara Gini.

“Roma Eterna” è un’ucronia in cui Robert Silverberg racconta la storia di un mondo in cui l’Impero Romano è sopravvissuto. L’autore aveva scritto inizialmente l’ultimo racconto per poi continuare con gli altri senza un ordine preciso. I racconti formano circa 15 secoli di storia alternativa.

La divergenza rispetto alla nostra storia è determinata dalla mancata affermazione delle religioni abramitiche. Nell’ucronia creata da Robert Silverberg l’esodo degli ebrei dall’Egitto non è mai avvenuto, il cristianesimo non è mai nato e nell’Impero Romano è rimasta la religione tradizionale dando una maggiore coesione alla società.

Nei racconti, gli anni vengono indicati con la sigla A.U.C., cioè Ab Urbe còndita, che significa da Citta (Roma) fondata. In realtà, i romani non usavano questo calendario che partiva dal 753 a.C. ma trattandosi di un’ucronia si può ipotizzare che esso venne adottato in quell’Impero Romano alternativo.

Facendo i calcoli per convertire gli anni nel nostro calendario risulta che i racconti che compongono “Roma Eterna” sono ambientati in periodi importanti nella nostra storia. Gli anni non coincidono esattamente ma Robert Silverberg ha scelto di sviluppare una storia che si svolge in maniera per certi versi analoga alla nostra.

Emma WallaceDa questo punto di vista, la storia alternativa di “Roma Eterna” sembra onestamente un po’ forzata, anche perché gli sviluppi scientifici e tecnologici non sembrano cambiare in maniera significativa rispetto alla nostra storia. La sopravvivenza dell’Impero Romano d’Occidente avrebbe impedito la perdita di conoscenze, ad esempio scientifiche e ingegneristiche, perciò l’idea generale è che il progresso sarebbe continuato.

Robert Silverberg ha ignorato completamente il problema e ha preferito concentrarsi sugli elementi politici e sociali della sua storia alternativa. Attraverso gli occhi di vari personaggi, spesso importanti e parte del potere imperiale ma a volte persone comuni che per vari motivi si trovano coinvolte in eventi significativi, l’autore racconta i cambiamenti che avvengono nel corso dei secoli.

A me sarebbe piaciuto leggere una storia degli sviluppi scientifici e tecnologici di quell’ucronia. Robert Silverberg è bravo a raccontare la storia dei periodi di decadenza di Roma alternati a rinascimenti ma per me sono limitati. Insomma, una storia alternativa affascinante che però alla fine mi lascia qualche perplessità sulla sua plausibilità.

Questo è normale quando si legge un’ucronia perché l’autore sviluppa la sua storia alternativa basandosi su certe idee che possono essere discusse per mille motivi. Il mio problema con “Roma Eterna” è che ho avuto fin troppo l’impressione di leggere una storia diversa ma fin troppo simile alla nostra.

Il fatto che non si tratti di un vero romanzo ma di una serie di racconti che abbracciano circa 15 secoli non aiuta. Inevitabilmente, ogni racconto è concentrato solo su alcuni eventi cruciali. Robert Silverberg riesce a dare una certa vita ai protagonisti dei racconti ma i personaggi sono troppi per essere davvero sviluppati.

Secondo me “Roma Eterna” è riuscito nel dare un senso di partecipazione a eventi storici. Se per voi ciò è sufficiente, nonostante i suoi limiti probabilmente questo libro vi piacerà.

Massimo Luciani

Robert SilverbergL’AUTORE

Robert Silverberg, (New York, 15 gennaio 1935) è uno scrittore di fantascienza, curatore editoriale e sceneggiatore statunitense, ripetutamente vincitore, tra gli altri riconoscimenti, dei premi Hugo e Nebula. Silverberg fu sin dall’infanzia un vorace lettore e cominciò a scrivere per riviste fantascientifiche dall’adolescenza. Studiò alla Columbia University, continuando a scrivere fantascienza. Il primo romanzo pubblicato, nel 1955, fu un libro per ragazzi, La pattuglia dello spazio (Revolt on Alpha C). L’anno seguente vinse il suo primo premio Hugo, in qualità di “migliore scrittore esordiente” e facendosi così conoscere come una delle giovani promesse della letteratura fantascientifica. Per sua ammissione, nei quattro anni successivi scrisse un milione di parole all’anno per il mercato fantascientifico. Nel 1959 quello stesso mercato crollò e Silverberg si riciclò in altri campi, dai racconti storici alla pornografia soft. Nella metà degli anni sessanta gli scrittori di fantascienza cominciarono ad avere ambizioni letterarie maggiori. Frederik Pohl, editore di tre riviste fantascientifiche, offrì carta bianca a Silverberg, purché avesse scritto per lui. Così l’autore tornò alla fantascienza, approfondendo lo studio del suo primo amore letterario. I libri che scrisse in questo periodo sono considerati dai critici lontani anni luce dai suoi primi lavori. Già da Violare il cielo (To Open the Sky, 1967), una serie di racconti in cui una nuovareligione aiuta le persone a raggiungere le stelle, la differenza fu sostanziale. Mutazione (Downward to the Earth, 1970) fu probabilmente il primo libro fantascientifico post coloniale, in cui si sentiva l’eco di Joseph Conrad. Fra gli altri lavori del periodo non possiamo dimenticare Vertice di immortali (To Live Again, 1969), in cui le personalità dei morti possono essere trasferite;Monade 116 (The World Inside, 1971), uno sguardo su un futuro sovraffollato; e Morire dentro (Dying Inside, 1972), un racconto su di un telepate che perde i suoi poteri. (Wikipedia)

Recensione di Massimo Luciani pubblicata originariamente sull’ottimo blog NetMassimo.com:

NetMassimo5

3 Risposte a “Recensione: “Roma Eterna” (Roma Eterna, 2003) di Robert Silverberg”

  1. Beh, il fatto che non sia un romanzo ma una collezione di racconti conta eccome, non va letto come un romanzo. Io lessi i racconti quando uscirono, alcuni mi piacquero altri meno, ma non andrebbero letti di seguito.

  2. “Il fatto che non si tratti di un vero romanzo ma di una serie di racconti che abbracciano circa 15 secoli non aiuta.”
    Beh, oggi siamo abituati a leggere solo romanzi, ma la speculative fiction nasce proprio dal racconto.

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