Recensione: “L’ultima spiaggia” (On the Beach, 1957) di Nevil Shute

Massimo LucianiL'Ultima SpiaggiaLa guerra atomica è durata solo trentasette giorni, ma sono bastati ad annientare tutto l’emisfero settentrionale e a condannare il resto del pianeta a un’inesorabile estinzione. Il sottomarino Scorpion corre silenzioso nelle profondità del mare, con al comando il capitano Dwight Towers, uomo tutto d’un pezzo che ha visto le sue certezze vacillare e sbriciolarsi assieme alla civiltà. Destinazione l’Australia, ultimo baluardo del genere umano. Insieme agli ultimi sopravvissuti il capitano Towers affronterà l’inevitabile in un romanzo corale dai toni foschi e disillusi: mentre la mortale nube radioattiva si fa sempre più vicina, l’autore orchestra un impeccabile ultimo requiem per l’umanità.

Titolo: L’Ultima Spiaggia | Titolo Originale: On the Beach | Autore: Nevil Shute | Anno: 1957 | Editore: Mondadori | Collana: Urania Collezione  n°147 | Prezzo: 5,90€

Il romanzo “L’ultima spiaggia” (“On the Beach”) di Nevil Shute è stato pubblicato per la prima volta nel 1957, prima in quattro parti sul settimanale “Sunday Graphic” e successivamente come libro in una versione ampliata. In Italia è stato pubblicato da Sugar e da Mondadori nel n. 49 di “Oscar” e nel n. 147 di “Urania Collezione” nella traduzione di Bruno Tasso.

Dopo che una guerra atomica ha devastato il mondo, l’emisfero settentrionale è diventato inabitabile dopo che le aree non distrutte dalle bombe sono state colpite dal fallout radioattivo uccidendo chiunque fosse sopravvissuto agli attacchi. Alcune aree dell’emisfero meridionale sono ancora abitabili ma sembra solo questione di tempo prima che le correnti dei venti trasportino particelle radioattive dappertutto.

Uno degli ultimi sottomarini nucleari americani, lo USS Scorpion, è stato messo a disposizione della marina australiana dal suo comandate, Dwight Towers. Quando in Australia viene captato un segnale radio in code Morse proveniente dalla città americana di Seattle, Towers viene inviato a indagare. Il tenente comandante Peter Holmes della marina australiana viene assegnato allo USS Scorpion per la missione ma è preoccupato per la moglie e la piccola figlia perché le notizie sui venti indicano che l’Australia non sarà abitabile ancora per molto tempo.

“L’ultima spiaggia” è il romanzo più celebre di Nevil Shute. È un romanzo post-apocalittico ambientato dopo una guerra atomica cominciata quasi accidentalmente in seguito a eventi iniziati in piccole nazioni. Le reazioni hanno finito per coinvolgere le superpotenze in una distruzione reciproca.

On the BeachGli eventi che hanno portato all’apocalisse atomica vengono ricostruiti almeno in parte nel corso del romanzo ma il suo scopo non è quello. La storia riguarda in particolare i sopravvissuti che vivono a Melbourne, uno dei pochi luoghi ancora abitabili ma non per molto perché le nubi radioattive si muovono con i venti e stanno arrivando anche in Australia.

Fin dall’inizio, non vengono offerte speranze per il futuro, si tratta solo di capire quanto tempo hanno ancora da vivere gli abitanti di Melbourne. Nel romanzo non ci sono riferimenti a rifugi antiatomici anche se negli anni ’50 cominciavano già a essere costruiti. Oggi più che mai sembra una mancanza davvero bizzarra ma la loro presenza nella trama avrebbe reso ben più difficile scrivere una storia che distrugge ogni speranza.

Il senso de “L’ultima spiaggia” è descrivere le reazioni di una delle poche comunità ancora esistenti in un mondo morente alla consapevolezza che la morte sta arrivando. Non è un romanzo di grandi drammi ma di storie di persone singole, anche comuni, che affrontano in vari modi ciò che sembra ormai inevitabile. Il comandante Dwight Towers della marina americana ha messo a disposizione di ciò che rimane della marina australiana il suo sottomarino, lo USS Scorpion, e il suo equipaggio. Quando viene captato un segnare radio dagli USA, viene mandato a investigare e gli viene assegnato il tenente comandante Peter Holmes. La storia della missione dello Scorpion è solo una parte relativamente breve del romanzo rispetto a quella degli abitanti di Melbourne. I marinai sono addestrati a missioni difficili ma navigare in un mondo morente è davvero difficile e le reazioni possono essere negative. Fin dall’inizio del romanzo c’è un senso di malinconia per i sopravvissuti che hanno ancora poco tempo da vivere. Le reazioni a quella prospettiva sono diverse ma per molti c’è la ricerca di un senso di normalità. La gente non si fa prendere dal panico ma per lo più cerca di tirare avanti, spesso continuando una routine quotidiana.

Alcuni invece reagiscono alla prospettiva della morte facendo qualcosa di diverso. Ad esempio, John Osborne, uno scienziato che ha collaborato alla missione di Dwight Towers, riesce a procurarsi una Ferrari e abbastanza carburante per correre prendendosi enormi rischi spingendola ai limiti. Molte parti del romanzo riguardano però attività che possono essere banali, tanto che a volte la storia mi è parsa perfino noiosa. D’altra parte, il senso de “L’ultima spiaggia” è proprio l’assenza di grandi drammi perché lo stile di Nevil Shute è molto asciutto e i personaggi cercano spesso di far finta che nulla di strano stia accadendo.

On The Beach Nevil ShuteÈ un modo per venire a patti con la prospettiva della morte. Raramente i personaggi si lasciano andare a forti emozioni ma per riuscirci devono accantonare l’idea che le nubi radioattive stanno arrivando. Dwight Towers aveva una famiglia negli USA che certamente è già morta ma, nonostante sia un uomo molto pragmatico, continua a dire che tornerà da loro. Per quel motivo, nonostante si leghi a Moira Davidson, una giovane australiana, il loro rapporto rimane assolutamente platonico.

Nella seconda parte de “L’ultima spiaggia”, il progressivo senso di avvicinamento alla fine aumenta il senso di tristezza. Per i personaggi diventa sempre più difficile combattere l’angoscia per ciò che sta accadere ma c’è anche un forte senso di dignità nel modo in cui affrontano la morte che sta arrivando. È un romanzo degli anni ’50 perciò trattare esplicitamente l’eutanasia come possibilità è un elemento davvero forte.

In questo romanzo l’azione è limitata e il ritmo è tendenzialmente lento. A causa dei toni mantenuti quasi sempre contenuti nella narrazione, l’influenza delle emozioni sul lettore è sottile ma alla fine si sente. Dei tanti personaggi, solo alcuni sono davvero sviluppati e la caratterizzazione di almeno qualche donna sembra oggi datata ma riescono comunque a far avvertire al lettore ciò che sta succedendo. “L’ultima spiaggia” è stato adattato per il cinema nel celebre film omonimo del 1959, che contribuì alla fama del romanzo. Nel 2000 è stato adattato per un film TV e nel 2008 per un dramma radiofonico prodotto dalla BBC.

Secondo me, “L’ultima spiaggia” ha alcuni difetti ma complessivamente è un buon romanzo. Proprio per i suoi toni generalmente contenuti, finisce per avere un impatto emotivo notevole perciò se non avete tendenze alla depressione ve ne consiglio la lettura.

Massimo Luciani

Neville ShuteL’AUTORE

Nevil Shute (Ealing, 17 gennaio 1899 – Melbourne, 12 gennaio 1960) è stato un romanziere e ingegnere aeronautico britannico naturalizzato australiano dal 1950. Fu grande viaggiatore e prolifico scrittore, autore di oltre 25 romanzi. È ricordato soprattutto come autore del romanzo post apocalittico L’ultima spiaggia (On the Beach, 1957), che fu adattato al cinema da Stanley Kramer nel film omonimo del 1959. Nel 2000 ne è stato tratto un remake per la regia di Russell Mulcahy. È autore anche di Una città come Alice, che ispirò l’omonimo film di Jack Lee con Virginia McKenna e Peter Finch in Italia noto come: La mia vita comincia in Malesia (1956), e nel 1981 una serie televisiva di produzione australiana.  Fu ingegnere aeronautico, specializzato nei Zeppelin. Lavorò per la de Havilland Aircraft Company nel 1922 e successivamente per la Airspeed. Fu militare durante le due guerre mondiali, partecipando tra i volontari dei Royal Naval Volunteer Reserve allo sbarco in Normandia come corrispondente.

Recensione di Massimo Luciani pubblicata originariamente sull’ottimo blog NetMassimo.com:

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