Recensione: COSMOCOPIA (Cosmocopia, 2008) di Paul Di Filippo

Articolo di Massimo LucianiCOP_urania_1653fb_coverFrank Lazorg è un artista specializzato in disegni per fumetti e illustrazioni che è stato molto famoso ma dopo aver avuto un ictus non riesce più a riprendere la sua attività. La sua situazione è resa ancor peggiore dal fatto che il suo grande rivale Rokesby Marrs ha tratto vantaggio dalle sue sventure e sta sfornando una gran quantità di opere che imitano lo stile di Lazorg.

Tutto sembra perduto quando Frank Lazorg riceve un pacchetto inviato da uno stregone contenente una polvere molto particolare con la promessa di effetti positivi. L’uomo comincia a prendere una quantità crescente della polvere e la sua salute sembra migliorare notevolmente. La sua vecchia modella Velina Malaspina risponde al suo invito ma le cose non vanno come Lazorg sperava e la sua reazione lo porta a commettere l’irreparabile. In un caos emotivo, finisce in un altro universo dove incontra Grucciasentina e tutto cambia.

Titolo: Cosmocopia | Autore: Paul Di Filippo | Titolo originale: Cosmocopia, 2008 | Editore: Mondadori | Collana: Urania n°1653

“Cosmocopia” è un romanzo davvero corto per gli standard odierni, con una lunghezza appena sufficiente per rientrare nella categoria dei romanzi e non in quella dei romanzi brevi. Per questo motivo la sua trama è essenziale e l’autore la sviluppa attorno ad alcuni elementi legati alla creazione, che non è solo artistica e anche quando è legata all’arte finisce per riguardare la creazione della vita.

Paul Di Filippo racconta la storia in parte dal punto di vista dell’artista Frank Lazorg e in parte dal punto di vista di Grucciasentina, un’abitante di un altro universo. Fisicamente diversa dagli esseri umani, ha una psicologia che al contrario è molto umana per cui l’autore non ha bisogno di spiegare il senso delle sue azioni e dei suoi pensieri perché sono facilmente comprensibili per il lettore.

CSMCPSCNCF2011L’unione tra creazione artistica e creazione della vita è chiara fin dall’inizio perché un’opera che Frank Lazorg vorrebbe completare è un omaggio al celebre quadro “L’origine del mondo” di Courbet. Velina Malaspina, la modella che l’artista vorrebbe riportare a sé dopo che ha cominciato a lavorare per il suo arcirivale, è un personaggio che esiste quasi esclusivamente nella sua fisicità, nelle descrizioni che Paul Di Filippo fa nei dettagli della sua femminilità.

L’erotismo è una parte importante di “Cosmocopia” ma è sviluppata avendo come finalità la creazione. In realtà, Frank Lazorg non ha mai pensato a quello quando faceva sesso con le sue modelle e quando cerca di riprendere anche il suo rapporto carnale con Velina Malaspina ma in un modo o nell’altro nel corso del romanzo sesso e creazione finiscono per essere sempre interconnessi.

Queste basi, sviluppate con descrizioni molto vivide, rende anche le etichette di “Cosmocopia” limitative. Il romanzo è catalogato come fantascienza ma Paul Di Filippo non tenta neppure di fornire spiegazioni scientifiche alle esperienze di Frank Lazorg. Non c’è una reale spiegazione del modo usato per passare in un altro universo e tanto meno per ciò che accade lì ma non è ciò che interessa all’autore.

Nel suo complesso, “Cosmocopia” non ha una logica vera e propria. A un certo punto può sembrare almeno in parte una storia di redenzione ma l’ultima parte dell’avventura di Frank Lazorg va contro quest’interpretazione. Il viaggio e le esperienze del protagonista sono più vicine alle storie di Carlos Castaneda che a un’opera di fantascienza classica.

Le emozioni di Frank Lazorg influenzano tutta la sua avventura in quest’universo e in quello in cui incontra Grucciasentina. Spesso le sue emozioni sono negative perché ha un caratteraccio e tende all’ira con conseguenze a volte violente. La droga ricevuta dallo stregone altera le sue percezioni permettendogli di seguire in modo più profondo un percorso legato alla creazione della vita, ma anche alla morte, tuttavia le sue emozioni negative rimangono.

Il risultato è un romanzo molto particolare, impossibile da definire in termini razionali. È per certi versi “lisergico” e quindi leggerlo è un po’ come fare un giro sulle montagne russe. Per questo motivo lo consiglio solo a chi apprezza questo tipo di storie, a prescindere dalle etichette.

Massimo Luciani