LEVIATHAN. IL RISVEGLIO (2011) di James S.A. Corey

L’umanità ha colonizzato l’intero sistema solare, spingendosi fino all’orbita di Nettuno grazie alla scoperta di un avveniristico motore a fusione. Jim Holden presta servizio sulla Canterbury, un cargo che trasporta ghiaccio attraverso gli infiniti spazi tra gli anelli di Saturno e la Fascia, l’arcipelago di asteroidi che si estende tra Marte e Giove. Incaricato di ispezionare il relitto di una nave spaziale, la Scopuli, sopravvivrà alla distruzione della Canterbury in seguito a un proditorio attacco nemico. Un fatto inaudito che porta la Terra, Marte e la Fascia sull’orlo della catastrofe planetaria. Nel frattempo, sull’asteroide Ceres, il detective Miller è impegnato nelle ricerche di Julie Mao, una giovane ribelle che ha rinnegato la sua famiglia sulla Terra e si è rifugiata nella Fascia. La ragazza sembra scomparsa nel nulla, ma le sue tracce portano dritto al relitto della Scopuli e a una vicenda di orribili esperimenti che qualcuno sta tentando di insabbiare, anche a costo di scatenare una guerra senza precedenti.

Titolo: Leviathan. Il risveglio | Titolo originale: Leviathan Wakes | Anno di prima pubblicazione: 2011 | Prima edizione italiana: 2015 | Editore: Fanucci  | Autore: James S.A. Corey | Primo volume del ciclo The Expanse |  ISBN: 978-8834728840 | Pagine: 608 | James S. A. Corey è lo pseudonimo collettivo dei due scrittori di fantascienza statunitensi Daniel James Abraham e Ty Corey Franck.

L’avventura spaziale è un filone particolarmente vasto e, come la distopia, uno dei primi ad essere associato alla parola “fantascienza” nell’immaginario collettivo. Dai grandi romanzi alla miriade di fumetti e racconti, senza dimenticare lo sconfinato mondo del cinema, le astronavi e i mondi alieni, declinati in qualunque forma e dimensione, hanno attraversato gli anni dell’immaginazione per approdare, oggi, a quelli delle possibilità: nel corso della nostra, vera conquista dello spazio – soprattutto del Sistema Solare e dei pianeti interni, ma non solo – è chiaro che un genere come la fantascienza spaziale, a lungo sempreverde, si sia trovato costretto a reinventarsi.

In questo scenario pronto per contaminazioni ed esperimenti, nasce la serie di The Expanse, iniziata nel 2011 con Leviathan – Il risveglio: l’esordio è stato molto promettente, con la candidatura al Premio Hugo e al Premio Locus nel 2012, accanto ad autori come China Miéville e Charles Stross. Lo pseudonimo di James S. A. Corey, d’altronde, riunisce la coppia Daniel James Abraham & Ty Corey Franck, scrittori di grande successo (soprattutto il primo) e di certo non alle prime armi. Con tutte queste premesse, tuttavia, Leviathan – Il risveglio riesce ad affossare fin da subito le speranze del lettore, travolgendolo con una trafila di descrizioni soporifere e, nella stragrande maggioranza dei casi, superflue. Per fortuna, se si riesce a superare i primi capitoli, le vicissitudini del gruppo di eroi superstiti della Canterbury, astronave trasporta ghiaccio distrutta in un misterioso agguato, e del detective Miller, tormentato poliziotto di stanza su Cerere, acquisiscono a poco a poco un buon ritmo, pur appesantite da una visione fortemente primomondista, anzi,  WASP: i protagonisti (rigorosamente “Jim”, “Alex”, “Joe”, con qualche suggestione “esotica” per le figure di Naomi Nagata e Jules-Pierre Mao) trascorrono il tempo a bere caffé e aggirarsi tra i pianeti come cowboy (letteralmente: i coloni marziani hanno accento texano con qualche vaga influenza indiana e cinese). Il Sistema Solare, diviso tra le superpotenze di Terra, Marte e Pianeti Esterni, non è nient’altro che una colossale metropoli, una New York interplanetaria: non mancano le cenette a base di sushi, le solite multinazionali senza scrupoli, il detective hard-boiled dipendente dall’alcol e segnato da un brutto divorzio.

Se si escludono le poche idee che, per forza di cose, rifulgono in questa serie di cliché travestiti da grande epopea spaziale, Leviathan – Il risveglio non è altro che un classico romanzo d’azione nel quale, ogni tanto, un’astronave esplode o qualcuno preannuncia una prossima invasione aliena. Se si riescono a sopportare l’infodump e la sovrastruttura di cartapesta fantascientifica (Heinlein rabbrividirebbe nel leggere certe soluzioni proposte da Corey), questo primo romanzo della serie è scritto abbastanza bene da risultare avvincente nella sua familiarità di cose già viste: si fa leggere, magari in treno, e alla fine un po’ ci si appassiona. Ma è anche difficile togliersi dalla testa l’idea che seicento pagine di un unico romanzo mediocre avrebbero potuto essere duecento pagine di tre romanzi belli. Scritti da altri.

Mariasilvia Iovine