Leggere Cosmo Oro #1: CITTADINO DELLA GALASSIA (Citizen of the Galaxy, 1957) di Robert A. Heinlein

Leggere Cosmo OroArticolo di Tea C.BlancCon questo primo romanzo si apre una rassegna che illustrerà la mitica collana letteraria Cosmo Serie Oro, Classici della Narrativa di fantascienza dell’Editrice Nord. Casa editrice fondata nel 1970, l’Editrice Nord fin da subito si aprirà alla letteratura fantascientifica inaugurando Cosmo Oro e un’altra collana, denominata Cosmo Argento, aggiudicandosi il merito di avere portato la fantascienza nelle librerie, fino ad allora monopolio esclusivo delle edicole (Fanucci editore verrà fondata l’anno successivo).

Cosmo Oro sarà pubblicata dal 1970 al 2003 per un totale di ben 202 volumi. Tipica la sua veste editoriale costituita da un cartonato con sovraccoperta color dell’oro e una tavola a colori che campeggia alla coperta anteriore.

Cittadino della GalassiaR.A. Heinlein: Cittadino della galassia (Nord). Collana “Cosmo Oro”

Robert HeinleinRobert A. Heinlein

Il primo volume della collana è un romanzo dello scrittore statunitense Robert Anson Heinlein (1907-1988), Cittadino della galassia, in lingua originale Citizen Of The Galaxy, del 1957.
Fu pubblicato a puntate sulla rivista Astounding Science Fiction tra il settembre e il dicembre 1957, e sempre nello stesso anno come romanzo a corpo unico nella collana per adolescenti Heinlein juveniles dell’editore newyorkese Charles Scribner’s Sons.

In Italia la prima edizione uscì nella collana I Romanzi del Cosmo dell’editore Ponzoni nel 1964, e poi ancora nel 1967 nella collana Cosmo, I capolavori della Fantascienza, sempre di Ponzoni. Le ulteriori tre edizioni saranno quella di Nord in Cosmo Oro, con traduzione di Giancarlo Cella e una presentazione di Riccardo Valla (che verrà ripubblicata nel 1993 in Tascabili Fantascienza), una del 1970 per Euroclub in Grandi Scrittori di fantascienza, e l’ultima del 2005 curata dall’editore Mondadori nella collana Urania Collezione.

s-l1600Edizione di Ponzoni, 1964

Robert Heinlein è stato uno scrittore complesso, non solo dal punto di vista letterario, ma anche per le sue esperienze di vita, molteplici e apparentemente non collegate.  Di lui si è detto parecchio e non sempre in modo positivo, lo si è accusato di contraddizione, spesso i suoi romanzi hanno sollevato polemiche per l’aperta rottura con le convenzioni sociali. Del resto fu uomo di rottura, sia in letteratura che nella vita privata.  Ha scardinato gli stilemi della letteratura fantascientifica che fino ad allora era relegata a pulp, letteratura popolare, e ha introdotto per la prima volta tutti i grandi motivi fantascientifici che saranno poi ripresi dai grandi autori di Sf del Novecento. Leggerlo oggi non sembra così innovativo, infatti, ma all’epoca le sue storie erano di una novità assoluta e sorprendente, e raccontate in termini mai indagati. È anche l’unico scrittore ad aver vinto 7 Premi Hugo, l’ambito premio annuale che viene dato durante il World Science and Fiction Convention, dei quali quattro gli furono assegnati in vita e tre come Retro Hugo nel 2001 per opere che erano state pubblicate nel 1950.

heinlein - ponzoni 1967Edizione Ponzoni, 1967

Le sue tematiche sono sociali, sia in senso collettivo che individuale, toccando la religione, l’individualismo, il libertarismo, l’amore, il sesso, la differenza tra pubblico e privato, le relazioni sociali possibili o ipotetiche e non osservate dalla maggioranza della collettività, la privacy.

Sono politiche attraverso una sperimentazione letteraria di nuovi ordini costituiti, ma dove spesso il principio anarchico resta a denunciare l’irrigidimento possibile e negazionista della libertà che consegue a una forma costituita (sto pensando a La luna è una severa maestra). Nella vita aveva contribuito al movimento socialista di Upton Beall Sinclair, attivista e famoso autore di romanzi che denunciavano gli aspetti negativi della società statunitense.
Sono militari (aveva servito nella Marina militare statunitense).
Sono scientifiche, nel senso che il suo retroterra culturale gli permise costruzioni narrative poggiate su elementi che traggono dalla scienza e vengono ampliate in possibili, futuristiche o semplicemente fantastiche architetture, quando non in tecnologie spaziali avveniristiche.
Non esita ad affrontare tematiche culturali e dimostra grande sensibilità nel comprendere il pubblico adolescenziale durante il periodo in cui scrive romanzi per ragazzi, conquistandosi allo stesso tempo un pubblico anche adulto perché i temi che sostengono le opere di quel periodo sono spesso adulti, pur essendo indirizzate a giovani, dimostrando così intelligenza e rispetto verso cervelli certo inesperti, ma non per questo stupidi, anzi, stimolandone curiosità e interesse. Una curiosità clandestina dettata da una sorta di senso di colpa derivato dalla convinzione imperante che la fantascienza fosse robaccia. Questi giovani sarebbero poi stati gli adulti che avrebbero letto l’Heinlein del terzo periodo, quello della speculative fiction di cui accennerò fra dopo.

s-l1600 (1)Edizione Euroclub 1979

Le sue storie sono avventurose, dinamiche, intriganti, semplici, accuratamente costruite e realistiche, dettagliate al punto da essere convinti che l’Autore stia descrivendo una propria esperienza realmente vissuta. Sono storie positive nel senso che uno stato sociale infimo, per esempio, non equivale a un handicap irreversibile da cui l’individuo non potrà mai sottrarsi, ma spesso costituisce addirittura il trampolino di partenza per un esito felice e di successo. Tant’è che spesso, nelle sue trame, il più misero, quello su cui non scommetterebbe nessuno, diventerà l’eroe.
Storie piene di azione, in un certo senso molto “maschili”: le donne di Heinlein, pur rivestendo un ruolo chiave e spesso paritario rispetto ai personaggi maschili, non sono mai la chiave di volta ma piuttosto lo strumento o uno degli strumenti del protagonista per raggiungere l’obiettivo. Il ruolo dell’eroe è sempre il maschio. Un maschio incorruttibile che salva, in un mondo dove il confine tra Bene e Male è netto, dove non esistono ombre che possano offuscarlo.
Sarebbe necessario, però, un discorso più approfondito sull’evoluzione avvenuta nella terza produzione di Heinlein che va all’incirca dalla pubblicazione di Straniero in terra straniera (Stranger in a Strang Land) del 1961, in cui l’Autore entra in un territorio narrativo che definirà speculative fiction, dove i rapporti tra le idee, le competenze scientifiche volte a “indovinare” il futuro tecnologico, una lettura eclettica della tradizione letteraria del passato, il personale intendimento a considerare la fantascienza come la forma narrativa più importante per preparare il pubblico al futuro, produrranno lavori più sofisticati e di terreno meno facile a giudizi sommari.

s-l1600 (2)Edizione Nord, Tascabili Fantascienza

Per farla breve (dovevo parlare di Cittadino della galassia, ma ci arrivo), le maggiori accuse collezionate da Heinlein sono: militarismo, razzismo, pornografia, offesa alla religione, contraddizione politica, pregiudizi nei confronti delle opinioni altrui, reazionario ma anche anarchico.

Giusto per fare un esempio circa l’accusa di razzismo, in Stella doppia, un romanzo in cui vengono descritte dinamiche politiche e doppi giochi, il protagonista che sta parlando per bocca di chi dovrebbe parlare ma non può, afferma: “Il mio oppositore vorrebbe farvi credere che il motto del cosiddetto Partito dell’umanità, Governo sugli esseri umani, a opera di esseri umani, a favore degli esseri umani, non sia altro che la

versione aggiornata delle immortali parole di Abramo Lincoln. Ma se la voce è quella di Lincoln, la mano nascosta dietro la schiena appartiene al Ku Klux Klan. Il vero significato del suo motto, in apparenza innocente, è: Governo su tutte le razze, ovunque, a opera esclusiva degli esseri umani, e a beneficio e profitto di pochi privilegiati.”.
Poco dopo, il protagonista aggiunge: “Io non sono affatto un pacifista. Il pacifismo è una dottrina troppo comoda e sfuggente, in nome della quale un uomo accetta i benefici del gruppo sociale senza volerli pagare, e in più esige che gli venga detto Bravo! per la sua disonestà.”.

Ancora, ormai alla fine del romanzo, stilizza ancora di più: “Non si

può liberare uno schiavo se non è lui stesso a liberarsi, né si può

rendere schiavo un uomo libero; il massimo che si può fare è

ucciderlo..

Mi sembra una tesi un po’ scomoda il presunto razzismo di Heinlein per un pensiero così articolato.

Io credo che il pellegrinaggio evolutivo di un individuo porti a inevitabili cambiamenti, la stessa complessa vita di Heinlein non può non avere suscitato cambi di percezione. Un individuo mantiene il ricordo dell’esperienza passata e, negli auspicabili salti evolutivi della sua vita, ne tiene conto per dare luogo a una percezione diversa che non è più il passato e la somma delle sue esperienze, anche se ne è stata generata. Saper coagulare passato e il futuro a cui si tende dà luogo al nuovo presente, il “nuovo” autore racconta allora la “nuova” percezione acquisita o che sta acquisendo, e questo potrebbe apparire in parziale contraddizione con quanto sancito dal passato. Non dimentichiamo poi che un Autore, sebbene pervada le sue storie del proprio spirito, passa attraverso un’oggettivazione narrativa in cui può scrivere quello che non pensa, o può anche risultare sorprendente per scuotere il pubblico e creare una discussione. Può mettere in tavola tutto e il contrario di tutto, descrivere gli antipodi e fonderli, propugnare attraverso i suoi personaggi idee in cui non crede per poter arrivare a conclusioni di denuncia. Ma queste sembrano scusanti e chiudo qui.
Su tutto questo un’ultima considerazione che raccoglie un po’ tutto quanto: Heinlein, nel suo spirito critico individualista e antitotalitario, tende a credere nell’essere umano come a un’entità di fondo buona, mette in guardia invece nei confronti della macchina sociale che potrebbe costituire una minaccia per la libertà dell’individuo. Inoltre la sua, senza nulla togliere all’universalità delle sue parole, è una letteratura d’oltreoceano, nel particolare proviene da un autore immerso nella società statunitense, con tutti gli aspetti e i problemi che ne derivano.

Insomma, Heinlein è un autore che può non piacere o non essere tra i propri autori preferiti, ma non si può non leggerlo per il semplice motivo che è uno dei pilastri da cui si svilupperà tutto. Compresi i triti cliché di molta produzione fantascientifica che venne dopo, quando altri attinsero al suo prolifico e innovativo immaginario, ma spesso senza fantasia propria dando luogo a modelli, pattern, ripetuti e scontati.

uc27Edizione Mondadori, Urania collezione (2005)

Ma veniamo al nucleo di quello che avrebbe dovuto essere l’argomento del testo presente. In cui invece ho inserito una sommaria presentazione dell’Autore per capire come un romanzo per ragazzi possa costituire il primo obiettivo di una collana ambiziosa come Cosmo oro.
Cittadino della galassia appartiene, infatti, alla produzione letteraria di Heinlein che viene considerata fiction per adolescenti, e che va da poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale fino al 1961.

Il protagonista è un ragazzino, Thorby. È questa la principale attrattiva per un pubblico giovane, e come tale in grado di immedesimarsi nelle sue avventure mirabolanti, ma dove mondi diversi sanno agganciare anche l’attenzione di un pubblico adulto attraverso le tematiche care a Heinlein.

In un solo romanzo il lettore tocca infatti più realtà all’interno di una sterminata dimensione fisica di tremila anni luce, che si riveleranno realtà fondamentali per capire che cosa è la libera federazione di mondi chiamata Egemonia terrestre (una federazione a cui fa capo la Terra).

Thorby, un ragazzino di razza umana, in una sorta di cammino iniziatico con se stesso e con le varie realtà in cui si trova immerso, attraverserà quattro fasi per arrivare a scoprire chi è. Il suo inizio non è dei più promettenti. La scena si apre su un mercato di schiavi che si tiene a Jubbul, capitale del pianeta Jubbulpore. Questo pianeta non fa parte dell’Egemonia terrestre, presentata con qualità positive, ma rientra nel sistema dei Nove Mondi dove è permessa la schiavitù. Lì viene messo in vendita e comprato con qualche difficoltà da un misterioso mendicante che sembra conoscere molto bene gli usi del posto. Non descrivo il resto delle esperienze del bambino per rispetto ai lettori che ancora non hanno letto il romanzo.
Stupisce l’omogeneità con cui l’Autore abbia saputo portare in territori molteplici il lettore senza creare disorientamento o l’impressione di un amalgama discontinuo di storie a sé. Ogni volta che il cammino del ragazzino (che intanto cresce) registra un cambiamento nella sua vita, attorno a lui vortica una collettività diversa con tradizioni e regole proprie che lo portano a vedere le sue esperienze passate con un occhio più profondo, a cominciare dalla stessa schiavitù a cui si era trovato sottoposto. Schiavitù che può assumere fisionomie diverse e più sottili, nascoste o fintamente liberali per non apparire quello che è, mettendo in risalto il tema portante: la libertà.
Proprio questa apparente discontinuità di situazioni dà luogo a un mosaico che spiega di per sé, senza l’intervento dell’Autore, il complesso quadro generale. E questa assenza di intervento, come sa chiunque scriva, è un elogio alla penna di Heinlein.

Se è vero che la tendenza odierna sia quella di saghe alluvionali dove viene descritta anche la quantità di capelli del protagonista e comprimari, Cittadino della galassia avrebbe potuto benissimo essere nel novero con almeno quattro volumi, ma per nostra fortuna è stato scritto nel 1957 e gode, grazie alla sua sinteticità, di quell’alone connivente tra autore e lettore in cui il lettore è spinto a immaginare quello che l’autore ha taciuto, creando così una storia che vive ancora, e in cui le innumerevoli implicazioni e gli spunti sociali e di denuncia sono perfettamente compatibili ancora oggi. La metafora di Jubbulpore e gli altri mondi non ha perso smalto.

Robert A. Heinlein, Isaac Asimov , Lyon Sprague de Camp 1975Robert A. Heinlein, Isaac Asimov e Lyon Sprague de Camp in un foto del 1975

Tea C.Blanc

Titolo: Cittadino della Galassia | Autore: Robert A.Heinlein | Edizione: Cosmo Oro | Editore: Nord | Volume: 1 | Traduzione di Giancarlo Cella | Direttore responsabile: Gianfranco Viviani | Prezzo di copertina: 2.000 lire | RILEGATURA: Cartonato, Sovracoperta   DIMENSIONI (MM): 195×124 | Pagine: 294 | Introduzione di Riccardo Valla