KAIJU PRESERVATION SOCIETY(2022) di John Scalzi

Quando il covid-19 si abbatte su New York, Jamie Gray lavora come rider. Almeno finché non effettua una consegna a una vecchia conoscenza, Tom, che lavora in quella che lui definisce “un’organizzazione per i diritti degli animali”. La squadra di Tom ha bisogno di una recluta dell’ultimo minuto e Jamie, desideroso di fare qualsiasi cosa, accetta senza pensarci due volte. Quello che Tom però non gli dice è che gli animali di cui si occupa si trovano in un universo parallelo. Lì, massicce creature simili a dinosauri chiamate kaiju vagano su una Terra dal clima tropicale e priva di esseri umani. Sono i mostri più grandi e pericolosi del mondo, e sono nei guai. Oltre all’organizzazione di Tom, infatti, anche altri hanno scoperto la strada verso quella dimensione, e la loro negligenza e avidità potrebbero avere conseguenze catastrofiche.

Titolo: The Kaiju Preservation Society. Gli ultimi di una razza | Titolo originale: he Kaiju Preservation Society | Autore: John Scalzi | Anno di pubblicazione: 2022 | Edizione italiana a cura di Fanucci editore (2023) | 9788834743362 | 272 pagine | Traduzione di Francesco Vitellini

Il romanzo “The Kaiju Preservation Society. Gli ultimi di una razza” (The Kaiju Preservation Society) di John Scalzi è stato pubblicato per la prima volta nel 2022. In Italia è stato pubblicato da Fanucci nella traduzione di Francesco Vitellini.

Jamie Gray lavora per una startup che consegna cibo a domicilio attraverso un’app ma quando comincia la pandemia si ritrova sostanzialmente degradato dato che gli viene data la scelta tra il licenziamento e il continuare a lavorare per l’azienda ma solo come rider.

Una consegna a Tom Stevens, una vecchia conoscenza di Jamie, diventa un’offerta di lavoro dato che Tom lavora per un’organizzazione per i diritti degli animali che sta cercando una persona per un lavoro. I termini del lavoro sono vaghi ma Jamie accetta l’offerta e scopre che gli animali da tutelare sono creature gigantesche che vivono in una Terra parallela.

I kaiju sono i mostri giganti dei film di fantascienza giapponesi che hanno portato alla creazione di un intero sottogenere al punto che il termine kaiju viene usato sia per indicare i mostri che quel sottogenere. John Scalzi rielabora quel tipo di storia creando una Terra parallela in cui la vita si è evoluta in un modo molto diverso che ha portato all’esistenza di creature colossali. L’autore va ben oltre le caratteristiche classiche dei kaiju giapponesi immaginando creature che dal punto di vista biologico non sono animali e sono dotate di reattori nucleari biologici.

Scrivendo “The Kaiju Preservation Society. Gli ultimi di una razza”, John Scalzi non ha avuto alcuna pretesa di creare letteratura elevata, anzi ha un tono leggero per quasi tutto il romanzo con solo alcuni momenti realmente drammatici. Jamie Gray e i suoi colleghi tendono a ricorrere spesso a battute e commenti salaci, anche per stemperare la tensione che provano lavorando con creature che potrebbero ucciderli con estrema facilità. Si tratta di intrattenimento ma ciò non vuol dire che sia privo di contenuti significativi.

L’originale film “Godzilla” era legato ai timori riguardanti, in particolare in Giappone, l’uso di armi atomiche. John Scalzi si collega in qualche modo a quel tema immaginando creature dotate di reattori nucleari biologici che in certi casi possono esplodere. La loro esistenza viene usata anche per sviluppare alcuni temi importanti nel nostro presente. La missione a cui si unisce Jamie Gray è scientifica con importanti connotazioni ambientaliste e gli sviluppi della trama mostrano quali problemi possono emergere quando interessi economici portano allo sfruttamento di risorse ambientali senza curarsi delle conseguenze.

La parte iniziale del romanzo ha un ritmo lento perché è dedicata ai problemi lavorativi di Jamie Gray e alla sua scoperta del mondo dei kaiju. È letteralmente la costruzione di un mondo ma per chi apprezza il tema e le battute è tutto molto divertente. Quando comincia l’azione, il ritmo accelera e gli eventi riservano qualche sorpresa. Onestamente, certi sviluppi sono prevedibili ma secondo me anche in questo caso vale il discorso relativo al fatto che si tratta soprattutto di intrattenimento.

Per quanto riguarda i personaggi, John Scalzi usa vari cliché, soprattutto per quello che si rivela essere il cattivo del romanzo. La storia è raccontata in prima persona dal punto di vista di Jamie Gray e gli altri personaggi vengono descritti nel modo in cui lui li vede. È una scelta che non lascia molto spazio allo sviluppo e all’introspezione ma è ben presto chiaro che all’autore non interessava particolarmente il lato psicologico dei personaggi. Anche lo stato psicologico del protagonista è in generale funzionale alla trama.

Alla fine, “The Kaiju Preservation Society. Gli ultimi di una razza” è un omaggio ai kaiju che contiene alcuni temi importanti. John Scalzi ha uno stile personale nell’usare i personaggi anche per fare dell’umorismo che in questo caso è particolarmente marcato. Anche per questo motivo, il romanzo può piacere soprattutto a chi apprezza quest’autore.

Massimo Luciani

 

Recensione disponibile anche sul sito di Massimo Luciani NetMassimo Blog all’indirizzo: https://netmassimo.com/2023/04/24/the-kaiju-preservation-society-gli-ultimi-di-una-razza-di-john-scalzi/?fbclid=IwAR3lCAb7N3G573TCWsvXz4xMTeuJsU4KKX5lBwRZlSzH3cRYkPcI1rRfyyw