Intervista realizzata per TrueFantasy lo scorso 7 giugno 2015
Quanti di noi appassionati cultori della letteratura di fantascienza e anche della letteratura fantasy non conoscono o non hanno mai sentito parlare di Sandro Pergameno? Ormai sappiamo quasi tutto dei suoi esordi, del suo debutto “serio” con la mitica Editrice Nord e di come abbia contribuito a renderla appunto “mitica”. Conosciamo anche l’importante apporto che ha dato a Fanucci con la pubblicazione dei racconti di Dick e con la creazione della bellissima collana “Solaria”. Per nostra fortuna Sandro non è il tipo che si siede sugli allori. Dopo un lungo periodo di lontananza, anzi, ha ancora voglia di tornare in campo. Ed eccolo da un anno a questa parte alla guida di una nuova collana di fantascienza, “Biblioteca di un sole lontano”. Forse non vi stupirà sapere che, proprio grazie a questa sua nuova collana di opere in versione ebook, l’inossidabile Sandro ha ricevuto una nomination come miglior curatore al premio “Italia”.
Sandro, tu sei un grandissimo lettore e appassionato di fantascienza e mi piace stimolarti su una tematica prettamente letteraria. Secondo te dove sta andando la Science Fiction, quali sono gli autori, le opere, le tendenze letterarie del prossimo futuro? Addirittura non si parla quasi più di Science Fiction, ma di Speculative Fiction. Tu come la vedi?
Questa è la classica domanda da un milione di euro. Provo comunque a rispondere. La science fiction classica ha perso gran parte della brillantezza di un tempo: la fantascienza “hard”, quella tecnologica che abbiamo letto nella nostra fanciullezza, quella scritta da scienziati come Asimov e Clarke, e poi da Niven, Benford e Sheffield, non attira più molto il pubblico (né qui né oltre-oceano). Alcuni autori tuttavia producono opere di fantascienza avventurosa di stampo classico ma con un impianto più moderno: mi vengono in mente le fantastiche e avvincenti space-operas di Alastair Reynolds, piene di concetti scientificamente interessanti e di “sense of wonder”, o le avventure spaziali di James A.Corey, che dovrebbero uscire a breve per Fanucci. In realtà le opere migliori oggi nascono dalle estrapolazioni di altre scienze, come la genetica nei racconti e romanzi di un’autrice che amo molto, Nancy Kress, o da studi sociali ed economici del vicino futuro, come ne “Il fiume degli dèi” di Ian McDonald o ne “La ragazza meccanica” di Paolo Bacigalupi. La fantascienza moderna ha raffinato in genere il suo aspetto stilistico e spesso viene addirittura confusa con il mainstream con cui condivide ormai molti autori (dalla Atwood a McCarthy). Molti autori mainstream si cimentano sempre più volentieri con opere apocalittiche ambientate nel vicino futuro e questi romanzi non sono presentati quasi mai sotto la catalogazione “science fiction” o “speculative fiction”. Ormai le distinzioni sono sfumate assai ed è sempre più difficile trovare le opere di fantascienza negli scaffali ad essa destinati.
Inoltre il genere ha spostato il suo focus su culture diverse da quella occidentale, come nei due già citati romanzi di McDonald e Bacigalupi, che si occupano di India e Thailandia future, o come in opere di autori di origini e culture tipicamente orientali come Aliette de Bodard e Ken Liu (Viet e Cina). In sostanza, la fantascienza ha perso alcuni dei connotati che la contraddistinguevano per allargare i propri orizzonti, andando spesso a intraprendere strade molto particolari, come nel caso dello steampunk, genere nato intorno agli anni ‘novanta del secolo scorso e oggi assai di moda. Personalmente trovo questo genere, che mescola elementi storici della fine ottocento (inglese, in genere) ad elementi tipici del genere fantascientifico dei primordi (le aereonavi a vapore, ad es.) assai divertente ma nulla più. Non credo che sia questa la strada della fantascienza futura. Tendo invece a ritenere che la strada intrapresa da McDonald, Bacigalupi, Kress sia quella giusta. Difficile essere ottimisti in un momento di crisi come questo ma ci sono ancora autori molto validi.
La tua ultima creatura in fatto di collane fantascientifiche è “Biblioteca di un sole lontano”, giunta ormai al tredicesimo numero (correggimi se sbaglio). Come nasce l’idea di questa collana?
Martedì 5 maggio uscirà il numero 14, un romanzo breve di Mack Reynolds uscito in Italia negli anni sessanta e appartenente al genere “sociologico”, sulla scia delle opere di Robert Sheckey e Fred Pohl. Come tu ben sai, sono andato in pensione da qualche anno e, dato che sono una persona attiva e piena di voglia di fare (nonostante non sia più un ragazzino, ho mantenuto l’entusiasmo dei vent’anni), mi sono messo subito a cercare nuovi sbocchi per i miei interessi fantascientifici.
In realtà avevo fatto affidamento su Fanucci per una collaborazione sul tipo di quelle che avevamo avuto in passato (vedi Solaria, ad es.) ma evidentemente non avevo fatto i conti con il calo del mercato e dei lettori. Fanucci, con cui mantengo comunque un rapporto epistolare e che ogni tanto raccoglie qualche mio suggerimento, ha abbandonato quasi del tutto le collane fantascientifiche per dedicarsi al settore più redditizio del fantasy.
Una volta preso atto di questa situazione mi sono messo a giocare con facebook e con un mio sito web di recensioni (Cronache di un Sole Lontano), creato e mandato avanti con l’aiuto di molti giovani e validi collaboratori (Stefano Sacchini, Flavio Alunni, Vincenzo Cammalleri, Ciccio “Arne Saknussem”, Tiziano Cremonini, tu stesso, e altri). Sono riuscito anche a coinvolgere personaggi già noti nel mondo della sf italiana come l’esimio prof. Umbeto Rossi (uno dei massimi esperti mondiali di Phil Dick) e Nico Gallo. Tra i tanti che ho avuto modo di conoscere su FB c’era anche Sivio Sosio, editore della Delos Books. Con lui si è subito instaurato un rapporto di amicizia e collaborazione. Silvio, gentilissimo, mi ha proposto di curare una collana di racconti e romanzi brevi di autori di fantascienza moderni, che riprendesse in formato digitale l’eredità della bella collana “Odissea”. Sono sempre stato un amante della forma “breve” (ritengo che la forma del “romanzo breve” o “novella” sia quella più adatta alla fantascienza), e quindi ho aderito con entusiasmo, trascinando in questa avventura anche l’amico Tiziano, grafico ed illustratore di un certo successo. Abbiamo deciso di chiamarla “Biblioteca di un Sole Lontano”, per assonanza con il sito web già citato, e di dedicarla al mondo anglosassone, in quanto Silvio ha già varie collane Delos Digital che curano la pubblicazione di autori italiani. Sono davvero grato a Silvio per questa opportunità. E’ sempre divertente, anche se impegnativo, gestire una collana.
Parlaci un po’ del “dietro le quinte”. Come scegli le storie e gli autori da pubblicare?
Come ben sai, siamo molto indietro rispetto al mondo anglosassone. Molti dei romanzi più importanti degli ultimi venti anni sono ancora inediti nel nostro paese, e questa considerazione vale ancora di più per quanto riguarda il settore della narrativa breve: ci sono centinaia di splendidi racconti e romanzi brevi che meritano di esseri portati in Italia. Di solito quando leggo qualcosa di buono in inglese me lo segno in un file apposito; è un’abitudine che ho fin dai tempi della Nord. Così al momento opportuno sono sempre pronto. Ho preparato un elenco di titoli per Silvio e poi abbiamo scelto alcuni autori su cui puntare: autori bravi soprattutto nelle composizioni di media lunghezza ma ancora poco noti in Italia, come Robert Reed e Kathryn Kristine Rusch, o già celebri nel nostro paese da riproporre con le loro migliori opere inedite, come Robert Silverberg e Walter Jon Williams. A questi scrittori, che hanno risposto sempre con gentilezza e a volte addirittura con entusiasmo, abbiamo proposto un “pacchetto” di quattro o cinque storie da pubblicare in digitale nel corso dell’anno. La scelta del “pacchetto” ci ha permesso di avere un solido gruppo di titoli da mandare in traduzione con una certa continuità e anche di proporre questi autori in maniera approfondita, come se pubblicassimo una loro raccolta un po’ a puntate. Nei mesi successivi abbiamo poi contattato con più calma agenti ed autori per variare generi e uscite.
Da un po’ di tempo stai collaborando anche con la casa editrice Della Vigna, avete curato un paio di bei volumi di inediti di Hamilton e Williamson. Come mai questo ritorno ai classici per te che sei sempre stato un sostenitore del nuovo?
L’amicizia con Luigi Petruzzelli, che ha creato qualche anno fa le Edizioni Della Vigna, rientra nel novero delle amicizie acquisite su facebook di recente. Anche qui si tratta di una collaborazione nata in maniera casuale. Un paio d’anni fa Luigi era alla ricerca dell’agente che rappresenta in Italia John W.Campbell jr., di cui aveva una mezza intenzione di pubblicare qualcosa. Dato che ero in contatto con Piergiorgio Nicolazzini (grande esperto e curatore della Nord dopo di me, e oggi agente letterario di molti autori importanti) feci da tramite su questa questione, e proposi anche a Luigi alcune idee per volumi dello stesso tipo. Autori dell’epoca d’oro della fantascienza, come Jack Williamson e Edmond Hamilton, trattati appunto da Piergiorgio. In fondo, anche se preferisco leggere autori attuali, in me convivono anche le anime dello storico della fantascienza e del collezionista dei vecchi pulps dell’età d’oro. Tra gli incontri con Piergiorgio e le mail agli eredi dei due Grandi Vecchi ormai defunti, la cosa ci ha messo un po’ a concretizzarsi (più di due anni), ma alla fine Luigi ha avuto la soddisfazione di pubblicare due autori così importanti (con opere inedite) e io quella di vedere ancora il mio nome sulla copertina di un libro di fantascienza.
State preparando qualcosa d’altro insieme all’ottimo Petruzzelli? Ci puoi dare qualche anticipazione?
Luigi è un amico e cerco ogni tanto di lanciargli qualche idea, ma non c’è un rapporto di collaborazione vero e proprio. Ormai il mondo della fantascienza italiana è rimasto nelle mani di pochi e piccoli coraggiosi editori che fanno il possibile, con i pochi mezzi economici a disposizione, per rimanere a galla e continuare a stampare (anche in forma digitale) per un pubblico composto da lettori sempre più esigenti ma numericamente in continua diminuzione. Non è quindi facile dare suggerimenti. Gli autori nuovi e importanti costano molto, e bisogna considerare anche i costi di traduzione, che incidono assai. E’ dunque solo sulla base di contatti personali con autori americani che queste piccole realtà editoriali (il discorso è analogo anche per Silvio e la Delos) possono continuare la loro opera meritoria. Qualcosa c’è comunque in ballo, qualche altra raccolta di racconti inediti o apparsi moltissimi anni fa di autori “accessibili”, non di prima fascia ma comunque importanti. Di più non posso dirti, anche perché è ancora tutto da definire, e non so nemmeno cosa ne pensi davvero Petruzzelli.
Sappiamo che sei un grande estimatore di Robert Silverberg, fra gli autori che hanno contribuito alla tua formazione. C’è oggi un autore a cui vorresti stringere la mano, qualcuno fra le nuove leve che ti ha particolarmente impressionato?
Negli anni settanta ero molto giovane e gli autori dell’epoca mi sembravano dei giganti. Oltre a Silverberg, amavo molto Phil Dick, Jack Vance, Philip Josè Farmer, Ursula Le Guin, Roger Zelazny, solo per citarne alcuni. Oggi ne vedo di meno in giro a questi livelli, o forse è troppo presto per dare un giudizio definitivo, anche se potrei citare almeno tre/quattro scrittori di grandi capacità narrative ed estrapolative. La fantascienza moderna richiede capacità superiori per emergere: autori come Nancy Kress, Alastair Reynolds, Ian McDonald, Paolo Bacigalupi, Kim Stanley Robinson, China Mieville hanno questa capacità e hanno già prodotto un opus narrativo di tutto rispetto.
Parliamo del futuro. Cosa bolle in pentola? Cosa stai preparando ai lettori di BdSL?
E’ passato ormai quasi un anno dall’inizio di questa avventura editoriale e abbiamo potuto fare qualche piccolo bilancio e considerazione sulle vendite. Siamo rimasti particolarmente stupiti dal piccolo successo del ciclo dell’universo del Diving della Kristine Rusch (Tuffo nel relitto e Stealth), di cui pubblicheremo presto anche il primo episodio di un’altra serie di grande successo, quella dell’Artista dei Recuperi. Se riusciremo, prenderemo anche altre storie dell’Universo del Diving. In traduzione abbiamo una novella di Walter Jon Williams finalista sia al premio Hugo che al Nebula, un’opera di fantascienza spaziale e contatti con gli alieni dal titolo Surfacing. Per variare abbiamo scelto altre novelle di Mike Resnick, bravo e simpatico, di cui Silvio ha comprato l’intero ciclo di Kirinyaga (ancora non è stato deciso se uscirà su BDUSL o Robot o Robotica), che contiene anche vari premi Hugo e Nebula, se non erro. Ho recuperato anche un piccolo classico distopico di Barry Malzberg, La croce, e poi abbiamo qualcosa di James Patrick Kelly, uno dei più bravi nella forma breve. Cercheremo comunque di alternare anche qualche classico dei tempi passati, se possibile, ma l’idea basilare rimane quella di presentare soprattutto opere inedite e recenti.
Fabio F. Centamore
Sandro Pergameno è un grande e una colonna della malridotta fantascienza in Italia. Acquisto tutti gli e-book pubblicati da Biblioteca di un SL che già non ho per la fiducia che ho in lui. Continua così!!