I consigli di lettura di Gian Filippo Pizzo

Articolo di Gian Filippo PizzoPer essere più esatti, non libri di cui consiglio la lettura ma quelli che mi è capitato di suggerire agli editori (e dunque a maggior ragione ne consiglio la lettura!).

Quando si opera in questo campo da così tanti anni è inevitabile stringere contatti con editori, curatori, redattori, traduttori, scrittori, agenti letterari… insomma tutti i professionisti del mondo editoriale. Così può succedere da una parte che un amico scrittore ti chieda di consigliargli un editore cui proporre la sua opera, oppure dall’altra che l’editore stesso voglia indicato qualche buon romanzo da inserire nel suo catalogo.

undicimila_settembreCosì è avvenuto che Fratini Editore di Firenze (http://www.fratinieditore.it/) abbia pubblicato il romanzo Undicimila settembre di Pierfrancesco Prosperi (2014), una ucronia distopica che trae lo spunto – come suggerisce anche il titolo – dalla tragedia delle Twin Towers e dal conseguente mutamento della situazione internazionale. Un thriller fantascientifico scritto con la consueta abilità da Prosperi, scrittore dotato di un ottimo stile ma soprattutto della capacità di mescolare abilmente i dati reali con quelli immaginari e di cadenzare in maniera quasi perfetta i singoli episodi che costituiscono la vicenda. Questa la quarta di copertina: Piano piano, durante le giornate che vedono l’agonia di Papa Wojtyla a cavallo fra i mesi di marzo e aprile, tra la Pasqua e le elezioni amministrative dell’anno 2005, i collegamenti fra i vari omicidi fanno emergere il disegno di un vasto complotto, con complicità insospettabili. Ma quando il vice-ispettore Renato Faranda riesce a sollevare l’ultimo velo e a capire a cosa mirano i congiurati, è troppo tardi. L’8 aprile, giorno dei solenni funerali del pontefice, cambierà per sempre la Chiesa e il mondo

Il quinto principioIl secondo romanzo che ho fatto pubblicare è ormai un vero classico della fantascienza italiana, forse quello più compiuto ed emblematico da quando – da più di sessanta anni – esiste anche da noi questa letteratura. Si tratta de Il quinto principio di Vittorio Catani, che essendo stato pubblicato la prima volta su Urania nel 2009 ed essendo quindi presto scomparso dal mercato meritava di essere riproposto in libreria, cosa che ha fatto Meridiano Zero (http://www.meridianozero.info/) nel 2015. Ne rimasi entusiasta quando lo lessi, apprezzandone la complessità e l’impegno, e sono molto contento di aver contribuito a renderlo nuovamente accessibile. Questa la presentazione editoriale: 2043. Nel pianeta la democrazia è di fatto scomparsa. I più poveri vivono in città sotterranee come Uny (Underground New York). Lo strapotere politico-economico passa attraverso il controllo della mente. Ruolo fondamentale ha una nuova tecnologia delle telecomunicazioni, la “pem”, protesi elettronica mentale, che consente una sorta di Internet psichica. Intanto il pianeta è scosso da una serie di cataclismi che sembrano violare ogni legge fisica e lasciano supporre i primi effetti di un ipotizzato Quinto Principio della termodinamica. Attraverso le vicende di vari personaggi, si delineano scenario ed eventi: un’asta occulta per la privatizzazione dell’Antartide allo scopo di fronteggiare la crisi idrica planetaria; un postcapitalismo a doppio binario basato su un’economia di indebitamento prossima al collasso totale; il ritorno della schiavitù legalizzata; corruzione sistematica; la creazione di enclaves di ultra-ricchi blindate e superdifese; l’Abolizione Scolastica; la privatizzazione e secretazione della ricerca scientifica e la cancellazione di quella pubblica.

Nel 2015 avevo anche suggerito a Marco Solfanelli il romanzo breve Luci di Giovanni Burgio, scrittore che mi ha affascinato da quando per la prima volta lessi un suo racconto (“Il paradosso Glen Gould”, nell’antologia Ambigue utopie) e che ho cercato successivamente di ospitare sempre nelle raccolte da me curate. Solfanelli lo ha pubblicato sotto il marchio tabula fati (http://www.edizionitabulafati.it/) nel 2016. Questa volta non si tratta di fantascienza ma di un testo drammatico tra fantastico e horror, la cui validità sta tutta nella capacità narrativa dell’autore e nello stile coinvolgente anche se sofisticato, che rendono appassionante una storia altrimenti tragica. La quarta di copertina: Luci è una storia d’amore che partendo dalla dolorosa separazione di Elena da Gauto, narra del loro ricongiungimento attraverso una vicenda in cui il reale e il sovrannaturale s’intrecciano in maniera ossessiva. Il magico, in questa storia, penetra nella vita vera, interferendo col quotidiano, e seguendo un destino predeterminato. Le luci compariranno ogni volta che il nostro Orfeo post-moderno si ricongiungerà con la sua Euridice. Il drammatico finale svelerà, con un colpo di scena, la chiusura del cerchio che Gauto e Elena hanno tracciato con la forza del loro amore.

imageIn questo elenco inserisco anche Tempospirale di Donato Altomare (Fratini 2016), storia di un amore intertemporale abbastanza soft dal punto di vista fantascientifico e per questo molto gradita all’editore. In realtà il romanzo breve inaugurava una collana curata da me, Corti Pop, e quindi non dovrei considerarlo, ma visto che la collana è prematuramente defunta penso di poterlo includere. La mia brevissima presentazione è questa: Questo agile romanzo racconta una storia in cui paradossi temporali e nuove tecnologie fanno da sfondo a una vicenda erotica che non mancherà di coinvolgere il lettore grazie alla capacità affabulatoria dell’Autore. Ma mi fa piacere aggiungere l’opinione di Massimo Baglione (sul sito braviautori): Non sempre ciò che ci viene anticipato dall’editore corrisponde poi al reale contenuto dell’opera, ma in questo caso devo proprio dire che quella brevissima sinossi è veritiera al 100%! Un libro che ho divorato volentieri tutto in una volta e che consiglio vivamente a tutti. Per come è stato scritto può piacere tranquillamente anche a chi di Fantascienza non ne ha mai letta.

libri-majorana-ha-vinto-il-nobelRipropongo un autore e un editore già citati con Maiorana ha vinto il Nobel di Pierfrancesco Prosperi, apparso recentemente da Meridiano Zero (marchio delle edizioni Odoya per la quale ho pubblicato in collaborazione ben quattro libri di saggistica). Prosperi, che gia io stesso negli anni Settanta definivo il più “americano” tra i nostri fantascrittori, confeziona un’ucronia in cui immagina che il celebre fisico non sia scomparso nel 1938 ma nel 1945, proprio mentre si reca a ritirare il premio Nobel. Così ne scrive Gianfranco de Turris su Il giornale: Prosperi crea in ogni minimo particolare un mondo inesistente, dimostrando una documentazione impressionante, senza forzare la mano agli eventi storico-politici e scientifici in modo strumentale rispetto all’oggi, ma sempre seguendo un filo logico coerente. Ricostruisce caratteri e personalità aggiungendoci, è ovvio, del suo, senza esagerare come spesso accade per puri motivi di indiretta polemica politico-ideologica. L’ispettore Castelli, catapultato quasi per caso in un ambiente sconosciuto, fa da filo conduttore e attraverso le sue indagini il lettore scopre fatti a metà fra la storia vera e quella inventata. Ma non inverosimile, altrimenti l’ucronia diventerebbe poco credile e una barzelletta.

Con questo ho finito, almeno per il momento perché altri testi aspettano di venire pubblicati.

Ma devo fare un’ultima considerazione. Nel mio lavoro di antologista mi è capitato di dover rifiutare – ovviamente a malincuore – dei racconti non per la loro qualità ma perché non rispettavano appieno il tema proposto oppure non si amalgamavano con gli altri della raccolta. In qualche caso sono riuscito a riproporli in altre antologie (l’esempio più pregnante è in La cattiva strada, Delmiglio 2015) ma questo non sempre è stato possibile. Devo dire però che, a quanto mi risulta dalle comunicazioni degli autori, la maggior parte dei racconti ha sempre trovato un’altra collocazione, magari anche più prestigiosa della mia. In qualche caso rivisti secondo le mie indicazioni, altre volte no. Così Robot, IF e mi pare anche Urania, oltre a varie altre antologie, hanno ospitato quello che non ho potuto pubblicare, e la cosa mi fa molto piacere perché vuol dire che i miei collaboratori non hanno sprecato il loro lavoro. Anzi!

Gian Filippo Pizzo