I Classici della SF: “Il Giorno dei Trifidi” (The Day of the Triffids, 1951) di John Wyndham

Il Giorno dei TrifidiIl primo segnale è una straordinaria pioggia di meteoriti verdi che scende su Londra illuminandone il cielo notturno e toglie la vista a chiunque vi assista. Poi, l’invasione: quei corpi celesti contenevano infatti i semi di piante mostruose che crescono a una velocità mai vista, si spostano e inghiottono qualunque essere vivente, umani compresi. Solo una piccola colonia sull’isola di Wight è ancora immune, ma la civiltà, impazzita di terrore, per sopravvivere si è riassestata su spietate basì feudali… Ospitato a puntate sulla rivista americana “Colier’s” nel 1951, “Il giorno dei Trifidi” è stato un immediato successo, la prima affermazione di massa della fantascienza al di fuori del ristretto ambiente degli appassionati, dopo gli ormai lontani trionfi di H.G. Wells. Da un giorno all’altro, i silenziosi e letali trifidi si sono conquistati un posto nell’ampia galleria di creature mostruose che l’uomo è andato nei secoli evocando per dare corpo ai più nascosti fantasmi della propria immaginazione.

Titolo: Il Giorno dei Trifidi | Titolo originale: The Day of the Triffids  (1951) | Autore: John Wyndham  | Pagine: 222 | Edizione: Classici Urania 44, Arnoldo Mondadori Editore  | Copertina di Karel Thole | Traduzione di Maria Bulgheroni

In un tempo non precisato, nell’industria agricola iniziano a circolare dei semi tanto misteriosi quanto innovativi dalle cui piante, dicono gli altrettanto misteriosi produttori, si può ricavare un olio pregiatissimo. Malauguratamente, un aereo carico di questi semi subisce dei danni durante un inseguimento e i semi finiscono col disperdersi un po’ su tutto il pianeta. Da essi nasceranno piante mai viste prima, con un lungo stelo a tromba e tre appendici sporgenti alla base. L’invasione dei trifidi (così saranno chiamati questi organismi) è appena cominciata e la trama prenderà una piega tanto brutale quanto affascinante.

The Day Of The TriffidsQuando un giorno che secondo voi dovrebbe essere mercoledì, vi sembra fin dall’inizio domenica, potete stare certi che qualcosa non va. Il libro inizia con questa frase, e dopo averla letta diventa impossibile abbandonare la lettura. La storia inizia quindi in modo brusco, catapultando il lettore nell’ospedale dove si trova Bill Masen, di professione biologo, che si risveglia in una Londra quasi deserta e abitata da una massa di persone rimaste cieche, tranne qualche eccezione. L’autore è molto bravo nello svelare a poco a poco la causa della bizzarra invasione, mentre riesce caparbiamente nell’intento di descrivere un’atmosfera a dir poco suggestiva. Verso i tre quarti del romanzo la trama rallenta, ma ciò non dispiace. La storia appassiona come poche altre e nonostante l’assurdità degli eventi e la macabra seppur malcelata ironia mantiene un buon grado di drammaticità. Nell’Inghilterra di questo futuro apocalittico, come nel resto del mondo, la spietata lotta per la sopravvivenza è all’ordine del giorno e si gioca su due fronti: gli sventurati abitanti del pianeta dovranno guardarsi sia dagli orrendi trifidi che dagli individui della loro stessa specie perché ovunque regna la barbarie, tanto per ricordarci quanto la civiltà sia una fragile conquista che richiede un continuo sostegno economico e culturale.

I mostri creati da John Wyndham sono creature terribili e buffe allo stesso tempo, anche se quest’ultima è solo una caratteristica superficiale che analizzata più a fondo accentua il loro lato orripilante. Sarà proprio quella loro apparente innocenza, quella loro fisionomia pacioccona (i trifidi sembrano delle simpatiche trombe ambulanti goffe e dondolanti) che li renderà degli antagonisti surreali simili a IT Il Pagliaccio e che indurrà l’umanità a sottovalutarli finché non sarà troppo tardi. Mostri a parte, ma restando in tema di affinità cinematografiche, l’ambientazione ricorda vagamente quella del film 28 giorni dopo, anche se il contenuto è totalmente diverso nonché indubbiamente più ricco, interessante e poetico. Il giorno dei trifidi è entrato con merito tra i classici imperdibili della fantascienza, genere che proprio negli anni ’50 ha raggiunto uno dei suoi massimi splendori, e malgrado l’età mantiene ancora oggi una forza non indifferente. Lungi dall’essere un romanzo di azione fine a se stessa, l’opera di Wyndham mette in evidenza i possibili rischi di un progresso e uno sviluppo tecnologico senza etica né controllo, come del resto fa buona parte della letteratura fantascientifica distopica e post-apocalittica.

Flavio Alunni

John WyndhamL’AUTORE

John Wyndham, pseudonimo di John Wyndham Parkes Lucas Beynon Harris (Knowle, 10 luglio 1903 – Londra, 11 marzo 1969), è stato uno scrittore inglese di romanzi di fantascienza. Usò il suo chilometrico nome per trarne anche altri pseudonimi letterari, quali John Beynon e J. B. Harris. Nacque nel villaggio di Knowle, non lontano da Birmingham. Mancato avvocato, dopo avere tentato diverse strade con scarso successo iniziò la carriera di scrittore nel 1931, pubblicando su una rivista statunitense il primo racconto, Worlds to Barter. Wyndham raccoglie la tradizione apocalittica britannica e si trastulla con catastrofi suscettibili di distruggere l’umanità, come ne Il giorno dei Trifidi, nel quale una pioggia di meteoriti rende ciechi quasi tutti gli abitanti della Terra mettendoli alla mercé di piante carnivore semoventi (i trifidi), o come ne I figli dell’invasione, nel quale appare un altro sfruttatissimo tema: l’invasione aliena. Gli alieni e i mutanti di Wyndham sono minacciosi, determinati a soggiogare la razza umana. Mentre in altri scrittori ciò genera atmosfere cupe e angosciose, Wyndham sa mitigare la crudezza delle sue catastrofi ricorrendo a uno stile pacato, con una scrittura serena e ironica in contrasto coi temi trattati. (Fonte Wikipedia)

Articolo di Flavio Alunni creatore e amministratore del blog di letteratura fantascientifica Clarke è vivo! – La fonte dell’articolo originale potete trovarla al link: http://clarkevivo.blogspot.it/2012/04/il-giorno-dei-trifidi-john-wyndham.html

Clarke è vivo!