Film: “Mothra” (モスラ Mosura, 1961) diretto da Ishirō Honda

Articolo di Omar SerafinimothraQuesta scheda di approfondimento è legata al podcast di FantaSCIentiFIcast “Ali di peluche sulla Way Station – FantascientifiCast 026” che potete ascoltare cliccando QUI

Dopo il fallimento di Daikaiju Baran la Toho decide di realizzare un film con un nuovo kaiju ma battendo altre strade. La sceneggiatura viene ricavata dal racconto Shukan asashi di Shinichiro Nakamura, Yoshie Hoha e Takehiko Fukunaga e – per la prima volta – un kaiju non semina deliberatamente terrore e distruzione. Il tema della natura che si ritorce contro il genere umano, già affrontato in Rodan il mostro alato, viene riproposto in Mosura.

Mosura è la divinità-falena protettrice di una sperduta isola del Pacifico, in costante contatto telepatico con le gemelle Aelinas (due minuscole fate, interpretate dalle cantanti, gemelle anche fuori dalla finzione cinematografica, Emi e Yumi Ito, celebri in Giappone come The Peanuts). In questa sua prima avventura, Mosura dovrà salvare le gemelle, rapite dall’imprenditore senza scrupoli Clark Nelson (Jerry Ito) che a Tokyo le sfrutta come cantanti nello spettacolo The Secret Fairies Show. Mosura, ancora allo stato larvale, verrà invocata telepaticamente dalle fatine, e raggiunta la metropoli, involontariamente abbatterà una serie di grattacieli al suo passaggio. Lo spiegamento di forze disposto dall’esercito non basterà a fermare il suo processo di incubazione: la larva infatti si piazzerà sulla Tokyo Tower per filare il bozzolo e risorgere come falena iridata.

Nel frattempo Nelson viene ucciso dalla polizia e finalmente le gemelle scongiureranno un massacro raggiungendo la divinità alata, che riporterà le micro-sacerdotesse sulla sperduta isola, al sicuro dai pericoli del mondo civilizzato.

Fatine: «Mothra will soon be here.»
Junichiro Fukuda (un giornalista): «Mothra?»
Fatine: «Mothra, she’ll rescue us, and return us to our island!»

mothradvd2Il film, diretto dall’onnipresente Ishiro Honda, con gli effetti speciali di Eiji Tusburaya, si presenta come una fiaba musicale di fattura pregevole, che qualche giornale americano ha persino paragonato ai prodotti Disney. In effetti, si viene trasportati in un mondo fiabesco pieno di fate e carrozze volanti e sin dall’inizio la falena gigante Mosura è pensata non per spaventare ma per divertire e ispirare tenerezza: impossibile non tifare per lei, quando l’esercito nipponico attacca per ucciderla! La pellicola ottenne un successo strepitoso, gli effetti speciali di Tsuburaya sono di altissimo livello, tanto che la Columbia Pictures acquistò subito i diritti del film per l’America, senza tra l’altro infierire sull’opera con la famigerata “occidentalizzazione”. Il film è decisamente una tra le più riuscite produzioni della Toho dopo il Gojira del 1954, sia sul piano narrativo, carico di toni poetici e favolistici, sia per l’alta qualità della regia: ciononostante il film non venne mai distribuito in Italia.

In quanto al mostro al femminile, Mosura incarna Madre Natura (non a caso il nome internazionale Mothra ha un’assonanza con mother, “madre” in inglese), e nel film la metafora ecologista è decisamente esplicita. La creatura, nelle apparizioni future divenne il simbolo del kaiju buono, intervenendo ogni qualvolta l’equilibrio biofisico della Terra sia in pericolo, diventando in breve nemica giurata di Gojira (l’inquinamento per antonomasia) a partire da Watang! Nel favoloso impero dei mostri (1964) e restando uno dei personaggi più amati dal pubblico giapponese. Per realizzare Mosura, Tsuburaya e la sua équipe non poterono utilizzare la classica tuta indossata da un attore e costruirono diversi pupazzi: animati dall’interno per Mosura in versione bruco e da invisibili fili d’acciaio quando è trasformata in falena e vola. Di grande suggestione visiva è la scena in cui il bruco tesse il proprio bozzolo sulla Tokyo Tower, per rinascere poi come stupenda falena.

Oltre alle deliziose gemelline Ito, è da segnalare nella parte del giornalista Junichiro Fukuda il celebre comico Franky Sakai, già mattatore assoluto della parodia dei film d’invasione extraterrestre Franky no uchujin (“Gli uomini spaziali di Franky”, 1956), diretto da Ichiro Sugai e prodotto dalla Nikkatsu (la stessa di Gappa il mostro che minaccia il mondo, 1967), dove l’attore veste i panni dello spazzacamino Sakae Sakaida.

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Credits

Titolo originale: id. – Paese di produzione: Giappone – Anno: 1961 – Durata: 101′, colore, sonoro – Genere: kaiju eiga – Regia: Ishiro Honda – Produttore: Tomoyuki Tanaka – Sceneggiatura: Shinichi Sekizawa (dal racconto di Shinichiro Nakamura, Takehido Fukunaga e Yoshi Hotta edito da Asahi Shimbun) – Direzione effetti speciali: Eiji Tsuburaya – Fotografia: Hajime Koizumi – Montaggio: Kazuji Taira – Musiche: Yuji Koseki – Riedizione del 1974: 62′.

Cast. Frankie Sakai: Junichiro Fukuda – Kyoko Kagawa: Michi Hanamura – Hiroshi Koizumi: Shinichi Chujo – Ken Uehara: dottor Harada – Jeyy Itou: Clark Nelson.

Edizione USA: Mothra – Esclusività: Colombia Pictures Coprporation – Produzione: David D. Horne – Regia: Lee Kressel – Dialoghi: Robert Myerson – Suono: Titra Sound Studios – Sviluppo: Pathe – Distribuzione: 10 maggio 1962 in double bill con The Three Stooges In Orbit (Columbia, 1962).

Omar Serafini

Questa scheda di approfondimento è legata al podcast di FantaSCIentiFIcast “Ali di peluche sulla Way Station – FantascientifiCast 026” che potete ascoltare cliccando QUI