Distopie e Apocalissi Italiane del XXI Secolo: “XXI Secolo” (2015) di Paolo Zardi

Distopie e Apocalissi Italiane del XXI SecoloDistopie e apocalissiIn un imprecisato futuro XXI-secolo-Paolo-Zardi-coverdel ventunesimo secolo, un uomo percorre le strade di un’Europa assediata dalla crisi e dalla povertà. Vende depuratori d’acqua porta a porta fissando appuntamenti da desolati centri commerciali. Ogni giorno svolge il proprio lavoro con dedizione e rigore avendo come unica ragione di vita sua moglie e i suoi due figli. Che sia un’intera società ad essersi illusa o un singolo individuo, la forza d’urto di una certezza che crolla dipende da ciò che si è costruito sopra. Guardando dritto negli occhi un Occidente in declino, Paolo Zardi racconta il tentativo struggente di un marito di capire quali verità possano nascondersi sotto le macerie delle proprie certezze, lo sforzo commovente di un padre di proteggere la sua famiglia quando tutto sembra franare.

Titolo: XXI secolo | Autore: Paolo Zardi | Anno di pubblicazione: 2015 | Editore: Neo Edizioni | Collana: Iena | Pagine: 160 | Prezzo: cartaceo 13€ – ebook 6,99€

L’estate scorsa, grazie a una banale ricerca su Google, casualmente mi sono imbattuto nella recensione pubblicata sul Fatto Quotidiano del romanzo XXI Secolo di Paolo Zardi, scrittore che non conoscevo, nonostante proprio con quest’opera sia stato candidato al Premio Strega (ammetto di non prestare particolare attenzione alle kermesse letterarie). A distanza di nove mesi dalla sua lettura, non posso fare a meno di rilevare che, salvo sporadiche eccezioni, anche questo libro, indubbiamente SF ma di provenienza mainstream, sia stato discretamente snobbato dagli utenti delle community web e social che hanno a che fare con il nostro genere letterario preferito.

Il romanzo di Zardi, come tanti altri recensiti in questa rubrica, è ambientato in un futuro non molto lontano dal nostro presente. Per via di alcune evoluzioni geopolitiche a mio avviso abbastanza improbabili, per lo meno nell’immediato (Brasile potenza imperialista e nucleare, Cina e Russia ai ferri corti e sull’orlo di una guerra, Stati Uniti ridimensionati a ruolo di comprimari nello scacchiere internazionale) mi piace considerare la storia come ambientata in un universo alternativo, a prescindere dalle quelle che solo le reali intenzioni dell’autore. L’economia, manco a dirlo, è peggiorata a livelli apocalittici, tanto che improvvisi e pericolosi black out della durata di qualche giorno colpiscono a caso intere regioni, gettandole nottetempo in preda al caos e alla barbarie.

In questo paesaggio dipinto a tinte fosche, caratterizzato da periferie urbane decadenti, senso di pericolo costante, ritorno alla pena di morte e gatti che chissà perché diventano sempre più rari, si muove l’anonimo protagonista del racconto: un rampante venditore porta a porta di depuratori d’acqua, sposato con Eleonore – una bella donna di origine austriaca -, e padre di un bambino e di una ragazza poco più che adolescente. A inizio racconto, con una tipica apertura in media res, veniamo a sapere che Eleonore è stata colpita da un ictus fulminante, a causa del quale cade in uno stato di coma profondo, apparentemente non definitivo. Il protagonista si trova pertanto costretto ad affrontare la personale sofferenza dovuta alla situazione drammatica nella quale si trova la moglie, che indubbiamente ama, oltre a tutte le problematiche connesse al dover portare avanti il lavoro e prendersi cura dei figli. Tragedia nella tragedia, irrompono nella storia un mazzo di chiavi di provenienza sconosciuta e un cellulare nascosto nel cassetto della biancheria. Dentro la memory card del cellulare, reso inaccessibile dalla presenza di un codice pin, l’uomo trova una serie di foto pornografiche che ritraggono Eleonore in compagnia di uno sconosciuto.

Dalla tragedia al dramma, umano e sentimentale, il passo è breve, e da qui in poi il protagonista inizierà la sua ricerca di una verità nascosta, intraprendendo un viaggio in parte on the road e in parte interiore, dove sarà costretto ad affrontare situazioni estremamente pericolose che, unite a un costante e opprimente senso d’angoscia, ne metteranno a dura prova l’integrità fisica e la salute mentale. Gran bel romanzo, scritto benissimo e con un finale commuovente. Benché, come detto all’inizio, il contesto geopolitico e lo scenario socioeconomico sembrano vacillare (forse sarebbe stato opportuno un maggiore approfondimento, che l’autore credo abbia scientemente evitato per limitare il ricorso all’infodump) ritengo XXI Secolo di Paolo Zardi una lettura imprescindibile per gli amanti del genere distopico.

Thomas Mytom Pitt

ZardiL’AUTORE

Paolo Zardi nato a Padova nel 1970, ingegnere, sposato, due figli, ha esordito nel 2008 con un racconto nell’antologia Giovani cosmetici (Sartorio). Successivamente ha pubblicato le raccolte di racconti Antropometria (Neo Edizioni, 2010) e Il giorno che diventammo umani (Neo Edizioni, 2013), spingendo molti a definirlo il miglior scrittore italiano di racconti vivente. Suoi il romanzo La felicità esiste (Alet, 2012) e il romanzo breve Il Signor Bovary (Intermezzi, 2014). Ha partecipato a diverse raccolte di racconti (Caratteri Mobili, Piano B, Ratio et Revelatio, Hacca, Psiconline, Galaad, Neo Edizioni) e suoi racconti sono stati pubblicati su Primo Amore, Rivista Inutile e nella rivistaNuovi Argomenti. È il primo autore italiano ad essere stato tradotto e pubblicato dalla rivista Lunch Ticket dell’Università di Antioch (Los Angeles) con il racconto “Sei minuti” inAntropometria, con la traduzione di Matilde Colarossi. Cura il seguitissimo blog grafemi.wordpress.com.

2 Risposte a “Distopie e Apocalissi Italiane del XXI Secolo: “XXI Secolo” (2015) di Paolo Zardi”

  1. Grazie per la lettura!
    In generale, non ha senso che l’autore intervenga su una recensione ma in questo caso credo possa essere divertente un veloce scambio di opinioni sugli aspetti più improbabili del mondo nel quale è ambientato il romanzo.
    L’improbabilità del mondo reale è uno degli aspetti che volevo portare dentro a questo “nuovo mondo”: è il mondo wikpedia, dove Internet descrive la realtà senza che nessuno sia più in grado di verificarla. Tempo fa su Facebook un tizio aveva postato un articolo in cui si parlava di un’intervista alla Kyenge che esortava gli italiani a donare soldi agli zingari, o qualcosa del genere. Sotto questo status si saranno stati duecendo commenti, per lo più di stile nazista. Nessuno, però, si era accorto che la notizia era presa da Lercio, che proprio in quei mesi stava iniziando ad essere conosciuto.
    Le notizie geopolitiche sul mondo volevano allora assomigliare, in piccolo, a quelle sull’Eurasia e l’Estasia in 1984: contraddittorie e palesemente false.
    Sperando di non essere stato fuori luogo, ancora grazie!
    Paolo

    1. E ci mancherebbe, grazie per l’intervento. Devo dire di aver avuto, inconsciamente, il sospetto che lo dietro le notizie di geopolitica ci fosse un qualcosa che non riuscivo a cogliere, che poi ho sbrigativamente liquidato come “idee originali ma poco verosimili”. In effetti a 1984 (che pure ho letto e studiato) non ci sarei mai arrivato 🙂

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