DETECTIVE NEWTON e il vicariato di Bot (2020) di Pietro Rotelli

Articolo di Massimo LucianiIl detective Curtis Newton presta servizio presso il Dipartimento di Polizia di Omega City e non sa mai se nel corso di una giornata lo stress gli arriverà più dai criminali che deve catturare, dal suo Organismo Senziente di Monitoraggio (O.S.M.) o da qualche apparecchiatura in quella che dovrebbe essere la sua casa intelligente. I casi al centro delle sue indagini possono portarlo dove non vorrebbe mai andare.

“Detective Newton – Il Vicariato di Bot” è un romanzo breve in cui Pietro Rotelli si cimenta in una fantascienza decisamente umoristica ambientata in un futuro in cui la tecnologia è progredita bene ma non benissimo, finendo per essere strettamente legata anche alla religione. Le case sono dotate di elettrodomestici intelligenti ma se il frigorifero ritiene che una birra vi farebbe male può bloccare l’apertura della sua porta. Non è un caso che Curtis Newton manifesti più volte il suo odio per la domotica.

L’avventura del detective Curtis Newton a volte sembra un cartone animato e ciò va inteso in senso positivo. Il protagonista ha una gran faccia di bronzo ed è sempre pronto a un commento sarcastico tra una sparatoria e un’indagine che lo porta in qualche luogo improbabile. La storia viene sviluppata con un ritmo a volte frenetico ed è piena di momenti buffissimi, inclusi vari colpi di scena.

La trama sembra avere un qualche senso ma è inutile stare a porsi troppe domande sulla sua coerenza. È lineare nel senso che segue solo Curtis Newton ma non si tratta di una linea retta perché al servizio delle varie gag umoristiche può portare qua e là con quelli che possono sembrare improvvisi cambi di direzione. Si tratta di una trama che offre continuamente spunti che Pietro Rotelli sfrutta in modo spassoso.

Il risultato è un romanzo breve che si può davvero leggere tutto d’un fiato. Il ritmo rapido, la lunghezza limitata e il continuo susseguirsi di eventi fanno venir voglia di continuare e vedere in quale altra situazione surreale è andato a cacciarsi il detective Curtis Newton. Ce n’è una varietà e l’autore riesce a sorprendere il lettore anche da questo punto di vista. Il protagonista sembra avere un rapporto conflittuale con qualsiasi dispositivo intelligente ma anche le gag legate a queste situazioni mostrano una buona variabilità rimanendo sempre divertenti.

L’umorismo legato a vari aspetti dello sviluppo e diffusione di forme di intelligenza artificiale può anche avere qualche implicazione inquietante. Ad esempio, a Curtis Newton può capitare di lasciarsi andare a critiche nei confronti della legge sull’intelligenza artificiale a casa sua ed essere prontamente rimproverato dal Grande Occhio Disciplinante (G.O.D.). È un caso in cui l’umorismo fa ridere ma fa anche pensare.

Alla fine, “Detective Newton – Il Vicariato di Bot” è un romanzo breve esilarante che al tempo stesso offre qualche spunto di riflessione dato che il futuro decisamente sopra le righe in cui vive Curtis Newton è per certi versi una proiezione del nostro presente. Per questo motivo, consiglio di leggerlo una volta per riderci sopra e una seconda volta per coglierne il livello profondo.

Massimo Luciani

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